OMAR CALABRESE, IL PIACERE DI UN INCONTRO


È stato “l’incontro” il tema al centro del dialogo tra Antonio Picariello e Pasquale Di Lena, due larinesi che hanno avuto, in luoghi, tempi  e situazioni diverse, la fortuna di conoscere e frequentare Omar Calabrese, straordinario personaggio che lascia segni profondi nel mondo della cultura e della vita politica italiana.

L’iniziativa pensata da Antonio Picariello, noto critico d’arte, subito dopo la notizia della morte improvvisa del prof. Calabrese, l’ultimo giorno di marzo scorso, nella sua casa di Monteriggioni vicino Siena. Una perdita che ha colpito i due protagonisti dell’incontro che c’è stato a Campobasso nel salone AXA dei Palladino, al centro di una mostra di quadri rappresentativi di volti noti al grande pubblico, da Totò a Dalla. Un ambiente sobrio, caldo, adatto a far vivere e respirare la cultura di cui c’è forte bisogno per superare il momento difficile che attraversa il mondo e, soprattutto, il nostro Paese.
Un dialogo ad alta voce per rivivere e far vivere al pubblico presente le occasioni di incontro con Calabrese chi, come Picariello, l’ha avuto come maestro all’Università di Bologna e l’ha continuato a frequentare attraverso i libri, i saggi, gli articoli riportati dalla stampa nazionale e mondiale e chi, come Di Lena, ha avuto modo di avere i suoi preziosi consigli quando c’era da definire la struttura di un progetto “Vino e Giovani”, realizzato e portato avanti con grande successo dall’Enoteca Italiana, che aveva la fortuna di dirigere.
Ricordi che hanno lasciato il campo alle riflessioni su uno studioso del segno, del messaggio, del  linguaggio, cioè della interpretazione e comunicazione della realtà che oggi, in una situazione di “panflazione”, cioè inflazione di ogni cosa, registra una perdita di parole, ovvero una graduale restrizione e, come tale, impoverimento di quello spirito critico che serve per arricchire la partecipazione e rendere gli individui protagonisti del governo di una realtà per pensare e costruire un futuro migliore.
In questo senso il Calabrese scienziato dà alla sua dipartita improvvisa un significato ancora più marcato della perdita e del vuoto lasciato che colpisce la cultura italiana, però fa anche capire che il suo lavoro è fondamentale per interpretare correttamente la situazione del momento e, soprattutto, vedere cosa fare per evitare i rischi di un imbarbarimento.
Si è parlato anche di vino e giovani e di alcuni messaggi lanciati con il progetto come “Per Bacco ragazzi!” o, anche, “Bere poco, per bere bene”, quale inno alla sobrietà che ha guidato molti giovani a vivere un corretto rapporto con il vino, uno straordinario testimone di mille importanti, stupendi territori e, come tale, espressione di cultura, prima ancora che di gusto e piacere.
Un messaggio, quello della moderazione, di grande attualità, che serve a rivedere i comportamenti di ognuno, tutti, in un modo o nell’altro, ubriacati dal consumismo sfrenato che ha portato, dovendo dare spazio al profitto, allo spreco enorme di risorse e ad un rapporto conflittuale con il mondo che ci circonda. Il rischio è il precipizio se si continua a procedere su questa strada.
Due ore intense per un omaggio dovuto a Omar Calabrese, un amico, un maestro, uno scienziato, un grande di cui tutti accusiamo la perdita e di cui tutti sentiremo forte la mancanza.




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