L'avvocato generale della Corte europea si pronuncia contro il ministero delle Politiche agricole nella causa Pioneer Hi-Bred

NON TUTTI, MA C'E'CHI HA I SANTI IN PARADISO.

PER QUELLI CHE NON CE L'HANNO NON RESTA CHE AVER FEDE NELLA CORTE DI GIUSTIZIA DELLA UE E SPERARE CHE NON ARRIVINO GLI OGM IN ITALIA. SAREBBE UNA IATTURA PER UN PAESE COME L’ITALIA CHE HA IL PRIMATO DELLE ECCELLENZE AGROALIMENTARI, DOP, IGP, DOC E DOCG; HA FORTE BISOGNO DI UN RILANCIO DELLA SUA AGRICOLTURA PER PENSARE A UN FUTURO CHE LA PESANTE CRISI SEMBRA VOLER NEGARE.
SPERIAMO NELLA CORTE DI GIUSTIZIA EUROPEA!



                 Mais Ogm, la Corte di giustizia a favore di Pioneer Hi-Bred

Ennesimo episodio del conflitto tra Unione europea e produttori di Ogm (in questo caso Pioneer Hi-Bred – gruppo DuPont) da una parte e gli Stati membri (in questo caso l'Italia) dall'altra.

Ricapitoliamo brevemente l'antefatto, riportato in un nostro precedente articolo: nel 2008 il ministero delle Politiche agricole ha comunicato alla Pioneer Hi-Bred di non poter evadere la sua richiesta di autorizzazione di messa in coltura di ibridi di mais Ogm, già iscritti nel Catalogo comune europeo, per la mancanza dell’adozione dal parte delle Regioni delle norme di coesistenza a salvaguardia delle specie autoctone e dell'ambiente in generale.

La Pioneer Hi-Bred non ci sta e ricorre alla Giustizia amministrativa arrivando sino al Consiglio di Stato, che nel Gennaio del 2011 solleva un conflitto di attribuzione alla Corte di giustizia della Ue.

Il caso viene discusso nell'udienza tenutasi lo scorso 21 marzo, alla presenza delle parti (Pioneer Hi-Bred e governo Italiano) e della Commissione.

Le conclusioni dell'avvocato generale Yves Bot, pubblicate sul sito della Corte europea di giustizia lo scorso 26 aprile, danno in pratica ragione al ricorrente Pioneer Hi-Bred, considerando illegittimo il provvedimento intrapreso dalle autorità Italiane di negare l'autorizzazione alla coltivazione del Mais Ogm (derivato dall'ormai mitico MON 810) per via dell'assenza delle cosiddette norme di coesistenza di salvaguardia delle specie autoctone.

Se la Corte europea seguirà il pronunciamento dell'avvocato generale (potrebbe anche agire diversamente), risponderà al Consiglio di stato italiano che il diniego formulato nel 2008 dal ministero delle Politiche agricole era illegittimo e quindi potrà scattare il via libera alla messa in coltura del mais Ogm, dopo ben sei anni dalla richiesta di autorizzazione.


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