LETTERA DI RAFFAELE GIANNONE A CARICATO

Benemerito dr. Caricato,

(come vede mi sono permesso di omettere l'"egregio" troppo formale che poco avrebbe espresso l'ammirazione che nutro per la sua azione informativa e formativa) che il buon Dio le dia la forza e l'entusiasmo di continuare!

Per quel che può contare il parere dell'ultimo degli olivicoltori/frantoiani dalla più piccola delle regioni olivicole italiane, condivido appieno non solo il contenuto, ma anche l'evidente passione e partecipazione che traspare dal suo dire. 

Esattamente ieri sera, con il caro amico Pasquale Di Lena, partecipando ad uno degli innumerevoli convegni sull'olio d'oliva e relativi aspetti salutistici, dopo erudite relazioni sugli antiossidanti, dieta mediterranea, piramide alimentare, etc. prima io, poi lui con maggior competenza, abbiamo ribattuto, martellato, ripetuto, ribadito la questione fondamentale della cultura se all'olivicoltura italiana,come ad ogni altro settore delle attività umane, si vuole dare un futuro dignitoso. 

Certamente, per onestà intellettuale, occorre pur dire che affermato questo (il che è già un bel risultato,visti i tempi di grandi fratelli e isole  dei famosi..) si apre un universo dialettico, una miriade di sfaccettature e interpretazioni storiche, sociali, ideologiche e persino semantiche sulla parola "Cultura".

Ho apprezzato moltissimo il suo richiamo etimologico di "cultura", annoverando fra le mie tante passioni non solo il saper potare un olivo o il saper controllare la gramolatura nel mio frantoio, ma anche l'assidua frequentazione dei vocabolari etimologici, alla riscoperta dell'immensa e affascinate ricchezza della nostra lingua italiana.

E attingendo all'insostituibile lavoro del Pianigiani ho scovato una conferma ulteriore , se mai ce ne fosse bisogno, ai suoi propositi:

pare che originariamente "colere" significasse "spingere l'aratro" nientemeno che dalla radice sanscrita "calayami" ovvero "spingere innanzi"!

Quale metafora migliore per i suoi propositi! 

Arare sulla steppa dell'ignoranza imperante, dissodare il tuttologismo moderno, eradicare la malerba  del profitto ad ogni costo, disinfestare l'ambiente dalle frodi e pubblicità ingannevoli, spingendo innanzi il mondo agrario verso l'autenticità, la tipicità, la trasparenza, la consapevolezza, la correttezza. 

Ecco, a mio modestissimo avviso, una possibile interpretazione dell'azione CULTURALE da compiere senza affanni, ma senza sosta, come lei fa e tutti ci aspettiamo continui a fare. 

Mi scusi l'idealismo, ma oggi si parlava di questo, son certo che i cari amici economisti, statistici e "mercatisti" mi perdoneranno anche questa volta, se ai numeri e alle percentuali, ho anteposto l'amore per l'olivo che per me non è solo una pianta, ma prima di tutto un'idea ! 

Con stima.
Raffaele Giannone, olivicoltore in terra di Molise

Commenti

  1. CIAO RAFFAELE, COME SEMPRE CON LE PAROLE CI SAI FARE...CON ALTRO LASCI A DESIDERARE.
    RITA

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