NELLA TERRA DELL’ORO
Ecco la descrizione di Pordenone e della regione Friuli Venezia Giulia fatta da Pasquale di Lena nella pubblicazione “Taste Italy” distribuita a Tallinn ai numerosi operatori commerciali, giornalisti, rappresentanti istituzionali e sportivi appassionati che hanno visitato Casa Italia Atletica.
Pordenone sa sorprendere. Terra di passaggio di popoli e tradizioni, si offre al turista con paesaggi inconsueti, borghi nascosti, centri storici affascinanti, acque cristalline, montagne incontaminate.
Un caleidoscopio di opportunità, al quale si aggiungono importanti eventi in ambito culturale e sportivo, nel rispetto di una natura spesso incantata e nella valorizzazione di una specificità invidiabile.
Proporre una visita in provincia di Pordenone è un invito diretto a conoscere la storia delle nostre città e dei paesi, ma soprattutto condividere il clima di sereno “star bene”, di operosità, di ricerca del nuovo, di rarefatta semplicità che caratterizza le nostre genti.
Pordenone scrive la sua storia sul lavoro, sull’artigianato, sull’industrializzazione. È grazie a questo sviluppo e ad un gran numero di imprese nate come piccole realtà locali - oggi sinonimo di eccellenza internazionale - che solo quarant’anni fa diventa capoluogo di provincia ricevendo una meritata identità ed autonomia. L’incessante crescita permette di tracciare rotte nuove verso il mondo, facendo dell’esportazione uno dei punti di forza della provincia a livello regionale.
Allo stesso tempo il dialogo tra le genti, gli scambi economici e le conseguenti contaminazioni culturali hanno fatto sì che questa terra caratterizzi la propria quotidianità nella convivenza, nello stare insieme, nel confronto continuo. I pordenonesi sanno relazionarsi con il mondo ed essere ospitali.
A tavola l’enogastronomia fonde i propri sapori e profumi in una cucina rustica, di territorio e tuttavia aperta alle contaminazioni di una terra di confine, regalando piatti ricchi di tradizione, cibi rivisitati e attualizzati che sanno conquistare per la loro semplicità e genuinità.
I palazzi antichi, le calli, le chiese, i monumenti ed i lunghi portici sorprendono il turista più attento regalando eleganti architetture, impreziosite anche di opere d’arte, dipinti e affreschi.
A dominare sull’intera provincia è il massiccio del Monte Cavallo visibile a distanza, che dà un senso di certezza e di protezione ed abbraccia tutta la provincia. Cime che sanno regalare momenti di svago sia d’estate che d’inverno. A scendere, splendide insenature create dalle onnipresenti acque e via via paesini e borghi inframmezzati da una rigogliosa campagna, antica madre dell’economia pordenonese.
Pordenone insieme a Udine, Gorizia e Trieste compone la regione Friuli Venezia Giulia, “Terra fortunata”, come l’ha definita Fred Plotkin, uno dei più noti scrittori e critici enogastronomici americani, nel suo libro di successo “Italy for the Gourmet Traveller”. Una regione che fa da cerniera tra l’Italia e l’Europa, in particolare quella del nord che si apre verso oriente. Una porta importante - per questo suo essere terra di confine - che, lungo la fascia nord-est delle Alpi Carniche e Giulie, apre all’Austria ed alla Slovenia.
All’ombra delle Prealpi Carniche si apre la vasta pianura segnata dalle Grave, sassi e ghiaia dei letti dei fiumi, che segnano le province di Pordenone e Udine, mentre dalle ultime pendici delle Prealpi Giulie, lungo il confine con la Slovenia, parte la fascia collinare che si distende, in direzione sud, nei Colli Orientali, per riprendere, dopo uno stacco, con le dolci gobbe del Collio.
Uno spettacolo di boschi e di vigne, che si legano alla vasta pianura che porta al mare, là dove si confonde con le sabbie dorate dell’Adriatico. Ambienti e paesaggi unici, diversi e particolari per la loro bellezza e il clima, mite come la gente ospitale che vi abita.
Per questo suo essere parte di una terra che, da millenni, è luogo di incontro di mondi diversi, come quello latino, germanico e slavo e, insieme, di scambi commerciali e culturali, Pordenone raccoglie nella sua cucina - straordinaria fonte, come tutte le cucine, di cultura materiale - i valori e le risorse del suo fertile territorio.
Una campagna ricca di viti, ortaggi e cereali e, non da meno, una montagna - straordinario contenitore di ricche tradizioni - in grado di offrire tutti gli ingredienti di una cucina molto semplice e particolare che non si stacca da quella di Udine e, viceversa, si arricchisce anche di fantasia e di accostamenti delle tradizioni delle regioni limitrofe, in particolare il Veneto, con la polenta abbinata a verdure, fagioli, salumi e mescolata con il latte per dare una serie di piatti come la Zuppa Zuf (zucca e farina di mais con latte e burro); la Mesta (polenta e fagioli); il Paparot (polenta e spinaci); il Muset, cotechino di stinco, muso e cotenne di maiale, che si accompagna magnificamente al sapore agrodolce della Brovada (rapa fermentata assai simile ai crauti) o alla salsa di cren.
Non si può non citare un piatto simbolo di questa regione come il Frico, una pietanza di origine carnica, nata come possibilità di recupero di scarti di formaggio che, sciolto in padella, è, oggi, un piatto della festa, usato non solo come antipasto, ma anche come secondo, accompagnato da polenta leggera e morbida.
Un paniere pieno di prodotti come mais, formaggi, orzo, grano saraceno, legumi minori e, ancora, erbe selvatiche e le verdure dell’orto. Poi, gli animali domestici e la selvaggina, con l’arte dell’affumicatura per la loro conservazione e i pesci di acqua dolce, tra i quali il ricercato e pregiato temolo e il mitico e raro storione.
Insieme a due prosciutti, entrambi della provincia di Udine, il Prosciutto di San Daniele Dop, e l’altro, di recente riconoscimento Igp, il Prosciutto di Sauris, dal delicato profumo e con leggero sentore di affumicato, spicca, tra i prodotti a base di carne, un particolare salume, insaccato e polpetta di carne insieme, e, a seconda delle Valli Pordenonesi (Tramontina, Valcellina e Val Colvera) e la conciatura delle carni, prende il nome di la Peta, Petina o Pitina, Pituccia. Prodotta con carne di selvaggina, ovi-caprina, maiale e manzo, viene conciata con erbe aromatiche e spezie varie, per essere pressata e passata nella farina di mais e poi posta nell’affumicatoio. Una vera delizia sia se mangiata cruda, a fettine, che cotta nell’aceto e servita con la polenta rosolata nel burro e cipolla, oppure aggiunta nel minestrone di patate o fatta al Cao, cioè cotta nel latte di vacca appena munto o, anche, cucinata con Montasio Dop.
Un formaggio a pasta dura, cotta, prodotto con latte di vacca dal sapore delicato quando è fresco, deciso ed aromatico quando è stagionato. Una delizia che fa immagine alle eccellenze che danno primati all’Italia.
Di particolare gusto altri due formaggi come l’àsin (formaggio a pasta morbida e cremosa) e quello tal cit (formaggio a pezzettini, coperto da latte, panna ed aromi e quindi mescolato fino a formare una crema densa, che veniva posta nel cit, caratteristico vaso di pietra).
Per i vini, la Doc “Friuli Grave”, con la sua vasta gamma di tipologie a base di noti vitigni che il mondo conosce, compreso un bianco, il Friulano” (già Tocai), si pone, con oltre il 50% della produzione, al primo posto tra le Denominazioni regionali. Quelli delle varietà a bacca bianca si presentano freschi, fruttati ed eleganti; i rossi armonici e profumati da giovani, pieni e strutturati se invecchiati.
DOP
Montasio
Salamini Italiani alla Cacciatora
VINI
DOCG
Lison
DOC
Friuli Grave
Lison-Pramaggiore
Prosecco
IGT
Alto Livenza
Delle Venezie
Venezia Giulia
Pordenone sa sorprendere. Terra di passaggio di popoli e tradizioni, si offre al turista con paesaggi inconsueti, borghi nascosti, centri storici affascinanti, acque cristalline, montagne incontaminate.
Un caleidoscopio di opportunità, al quale si aggiungono importanti eventi in ambito culturale e sportivo, nel rispetto di una natura spesso incantata e nella valorizzazione di una specificità invidiabile.
Proporre una visita in provincia di Pordenone è un invito diretto a conoscere la storia delle nostre città e dei paesi, ma soprattutto condividere il clima di sereno “star bene”, di operosità, di ricerca del nuovo, di rarefatta semplicità che caratterizza le nostre genti.
Pordenone scrive la sua storia sul lavoro, sull’artigianato, sull’industrializzazione. È grazie a questo sviluppo e ad un gran numero di imprese nate come piccole realtà locali - oggi sinonimo di eccellenza internazionale - che solo quarant’anni fa diventa capoluogo di provincia ricevendo una meritata identità ed autonomia. L’incessante crescita permette di tracciare rotte nuove verso il mondo, facendo dell’esportazione uno dei punti di forza della provincia a livello regionale.
Allo stesso tempo il dialogo tra le genti, gli scambi economici e le conseguenti contaminazioni culturali hanno fatto sì che questa terra caratterizzi la propria quotidianità nella convivenza, nello stare insieme, nel confronto continuo. I pordenonesi sanno relazionarsi con il mondo ed essere ospitali.
A tavola l’enogastronomia fonde i propri sapori e profumi in una cucina rustica, di territorio e tuttavia aperta alle contaminazioni di una terra di confine, regalando piatti ricchi di tradizione, cibi rivisitati e attualizzati che sanno conquistare per la loro semplicità e genuinità.
I palazzi antichi, le calli, le chiese, i monumenti ed i lunghi portici sorprendono il turista più attento regalando eleganti architetture, impreziosite anche di opere d’arte, dipinti e affreschi.
A dominare sull’intera provincia è il massiccio del Monte Cavallo visibile a distanza, che dà un senso di certezza e di protezione ed abbraccia tutta la provincia. Cime che sanno regalare momenti di svago sia d’estate che d’inverno. A scendere, splendide insenature create dalle onnipresenti acque e via via paesini e borghi inframmezzati da una rigogliosa campagna, antica madre dell’economia pordenonese.
Pordenone insieme a Udine, Gorizia e Trieste compone la regione Friuli Venezia Giulia, “Terra fortunata”, come l’ha definita Fred Plotkin, uno dei più noti scrittori e critici enogastronomici americani, nel suo libro di successo “Italy for the Gourmet Traveller”. Una regione che fa da cerniera tra l’Italia e l’Europa, in particolare quella del nord che si apre verso oriente. Una porta importante - per questo suo essere terra di confine - che, lungo la fascia nord-est delle Alpi Carniche e Giulie, apre all’Austria ed alla Slovenia.
All’ombra delle Prealpi Carniche si apre la vasta pianura segnata dalle Grave, sassi e ghiaia dei letti dei fiumi, che segnano le province di Pordenone e Udine, mentre dalle ultime pendici delle Prealpi Giulie, lungo il confine con la Slovenia, parte la fascia collinare che si distende, in direzione sud, nei Colli Orientali, per riprendere, dopo uno stacco, con le dolci gobbe del Collio.
Uno spettacolo di boschi e di vigne, che si legano alla vasta pianura che porta al mare, là dove si confonde con le sabbie dorate dell’Adriatico. Ambienti e paesaggi unici, diversi e particolari per la loro bellezza e il clima, mite come la gente ospitale che vi abita.
IL GUSTO DELLA TRADIZIONE
Per questo suo essere parte di una terra che, da millenni, è luogo di incontro di mondi diversi, come quello latino, germanico e slavo e, insieme, di scambi commerciali e culturali, Pordenone raccoglie nella sua cucina - straordinaria fonte, come tutte le cucine, di cultura materiale - i valori e le risorse del suo fertile territorio.
Una campagna ricca di viti, ortaggi e cereali e, non da meno, una montagna - straordinario contenitore di ricche tradizioni - in grado di offrire tutti gli ingredienti di una cucina molto semplice e particolare che non si stacca da quella di Udine e, viceversa, si arricchisce anche di fantasia e di accostamenti delle tradizioni delle regioni limitrofe, in particolare il Veneto, con la polenta abbinata a verdure, fagioli, salumi e mescolata con il latte per dare una serie di piatti come la Zuppa Zuf (zucca e farina di mais con latte e burro); la Mesta (polenta e fagioli); il Paparot (polenta e spinaci); il Muset, cotechino di stinco, muso e cotenne di maiale, che si accompagna magnificamente al sapore agrodolce della Brovada (rapa fermentata assai simile ai crauti) o alla salsa di cren.
Non si può non citare un piatto simbolo di questa regione come il Frico, una pietanza di origine carnica, nata come possibilità di recupero di scarti di formaggio che, sciolto in padella, è, oggi, un piatto della festa, usato non solo come antipasto, ma anche come secondo, accompagnato da polenta leggera e morbida.
Un paniere pieno di prodotti come mais, formaggi, orzo, grano saraceno, legumi minori e, ancora, erbe selvatiche e le verdure dell’orto. Poi, gli animali domestici e la selvaggina, con l’arte dell’affumicatura per la loro conservazione e i pesci di acqua dolce, tra i quali il ricercato e pregiato temolo e il mitico e raro storione.
Insieme a due prosciutti, entrambi della provincia di Udine, il Prosciutto di San Daniele Dop, e l’altro, di recente riconoscimento Igp, il Prosciutto di Sauris, dal delicato profumo e con leggero sentore di affumicato, spicca, tra i prodotti a base di carne, un particolare salume, insaccato e polpetta di carne insieme, e, a seconda delle Valli Pordenonesi (Tramontina, Valcellina e Val Colvera) e la conciatura delle carni, prende il nome di la Peta, Petina o Pitina, Pituccia. Prodotta con carne di selvaggina, ovi-caprina, maiale e manzo, viene conciata con erbe aromatiche e spezie varie, per essere pressata e passata nella farina di mais e poi posta nell’affumicatoio. Una vera delizia sia se mangiata cruda, a fettine, che cotta nell’aceto e servita con la polenta rosolata nel burro e cipolla, oppure aggiunta nel minestrone di patate o fatta al Cao, cioè cotta nel latte di vacca appena munto o, anche, cucinata con Montasio Dop.
Un formaggio a pasta dura, cotta, prodotto con latte di vacca dal sapore delicato quando è fresco, deciso ed aromatico quando è stagionato. Una delizia che fa immagine alle eccellenze che danno primati all’Italia.
Di particolare gusto altri due formaggi come l’àsin (formaggio a pasta morbida e cremosa) e quello tal cit (formaggio a pezzettini, coperto da latte, panna ed aromi e quindi mescolato fino a formare una crema densa, che veniva posta nel cit, caratteristico vaso di pietra).
Per i vini, la Doc “Friuli Grave”, con la sua vasta gamma di tipologie a base di noti vitigni che il mondo conosce, compreso un bianco, il Friulano” (già Tocai), si pone, con oltre il 50% della produzione, al primo posto tra le Denominazioni regionali. Quelli delle varietà a bacca bianca si presentano freschi, fruttati ed eleganti; i rossi armonici e profumati da giovani, pieni e strutturati se invecchiati.
DOP
Montasio
Salamini Italiani alla Cacciatora
VINI
DOCG
Lison
DOC
Friuli Grave
Lison-Pramaggiore
Prosecco
IGT
Alto Livenza
Delle Venezie
Venezia Giulia
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