Il Molise è stato ospite d'onore a Olio Capitale
Con il suo ricco parterre enogastronomico è stato un successo la formula "piccoli ma grandi". Protagonisti i 28 oli selezionati da “Goccia d’Oro” e l’incontro con oltre 150 ristoranti e gastronomie grazie al volume “2011-Andar per olio nel Molise”
di Pasquale Di Lena
Il giudizio dei produttori presenti è di soddisfazione per l’esperienza vissuta a Olio Capitale all’interno dello stand messo a disposizione dalla Regione Molise e dal suo Assessore all’Agricoltura, Nicola Cavaliere, che ha voluto essere vicino ai produttori con la presenza di una intera giornata in fiera.
Una occasione, questa fiera tutta dedicata all’olio, per far conoscere l’olivicoltura molisana e i suoi oli così particolari e diversi nella espressione del fruttato non solo per le diverse varietà, nella gran parte autoctone, ma per le diversità pedo-climatiche condizionate fortemente dalle differenti altitudini. Soprattutto il Molise con il messaggio “piccoli ma grandi” a significare le caratteristiche di una regione ancora tutta da scoprire, che ripaga di entusiasmo i curiosi e quanti la scoprono e riescono a viverla per scoprire i suoi profumi ed i suoi sapori e riappacificarsi con la natura ricca di un verde che non trovi altrove.
Il Molise, però, non si è accontentato della fiera per diffondere la sua immagine e l’immagine dei suoi oli importanti per qualità e peculiarità, caratteristiche che hanno bisogno solo di essere conosciute per essere valorizzate dagli esperti e dai consumatori che, bisogna dirlo, non sempre sono preparati per un corretto assaggio dell’olio. Un aspetto questo che porta a considerare con riserva il loro giudizio spesso condizionato dagli oli scadenti o a forte impronta di pipì di gatto, che rischia di diventare il punto di riferimento di un assaggio, visto che è l’olio più diffuso dalle grandi marche e non solo.
Uno dei tanti temi che hanno fatto da filo conduttore degli incontri organizzati da Teatro Naturale, che, grazie alla presenza di illustri esperti, hanno dato lustro a questa edizione di Olio Capitale.
di Pasquale Di Lena
Il giudizio dei produttori presenti è di soddisfazione per l’esperienza vissuta a Olio Capitale all’interno dello stand messo a disposizione dalla Regione Molise e dal suo Assessore all’Agricoltura, Nicola Cavaliere, che ha voluto essere vicino ai produttori con la presenza di una intera giornata in fiera.
Una occasione, questa fiera tutta dedicata all’olio, per far conoscere l’olivicoltura molisana e i suoi oli così particolari e diversi nella espressione del fruttato non solo per le diverse varietà, nella gran parte autoctone, ma per le diversità pedo-climatiche condizionate fortemente dalle differenti altitudini. Soprattutto il Molise con il messaggio “piccoli ma grandi” a significare le caratteristiche di una regione ancora tutta da scoprire, che ripaga di entusiasmo i curiosi e quanti la scoprono e riescono a viverla per scoprire i suoi profumi ed i suoi sapori e riappacificarsi con la natura ricca di un verde che non trovi altrove.
Il Molise, però, non si è accontentato della fiera per diffondere la sua immagine e l’immagine dei suoi oli importanti per qualità e peculiarità, caratteristiche che hanno bisogno solo di essere conosciute per essere valorizzate dagli esperti e dai consumatori che, bisogna dirlo, non sempre sono preparati per un corretto assaggio dell’olio. Un aspetto questo che porta a considerare con riserva il loro giudizio spesso condizionato dagli oli scadenti o a forte impronta di pipì di gatto, che rischia di diventare il punto di riferimento di un assaggio, visto che è l’olio più diffuso dalle grandi marche e non solo.
Uno dei tanti temi che hanno fatto da filo conduttore degli incontri organizzati da Teatro Naturale, che, grazie alla presenza di illustri esperti, hanno dato lustro a questa edizione di Olio Capitale.
Il discorso dei consumatori vale anche per i degustatori professionisti, soprattutto quelli fissati per il pomodoro verde o poco maturo, a dimostrazione che serve far crescere la cultura dell’olio per salvare la qualità e quel patrimoni immenso di Dop e Igp e, soprattutto, di biodiversità, che, lo abbiamo capito da alcuni discorsi anche di persone che dovrebbero essere, per la loro funzione e ruolo, i primi sostenitori di questo ricco patrimonio, non fanno parte di quella cultura di cui si sente il bisogno.
In questo senso il Molise non si sente punito per non aver piazzato nessuno dei suoi oli selezionati da una delle commissioni di assaggio più severe in quanto a punteggio, quella composta dal panel test di Larino sotto la guida di Maurizio Corbo.
Una riflessione dovuta per un concorso partecipato da oltre 200 oli. Per gli oli molisani una esperienza che, se messa a profitto, può dare già a partire dal prossimo anno grandi soddisfazioni, come del resto già succede con alcune guide e con importanti concorsi e selezioni di livello. Una esperienza che indica come priorità la programmazione delle iniziative, fuori e dentro il Molise, che servono a far conoscere la bontà degli oli molisani.
Si tratta di dare continuità a un percorso avviato lo scorso anno con la presenza a Olio capitale e con la produzione di due volumi che fanno raccontare il Molise dall’olivo ed dall’olio. Presentati in fiera dall’assessore Cavaliere e da Luigi Caricato, dopo il saluto dei presidenti della Camera di Commercio, Antonio Paolucci, e dell’Associazione nazionale delle Città dell’olio, Enrico Lupi, i due volumi hanno dimostrato di avere una particolare forza di comunicazione se è vero, com’è vero, che oltre 150 ristoratori e gastronomie di Trieste e della sua provincia, hanno accolto con soddisfazione l’invito dell’assessore Cavaliere consegnato a mano con il libro “2011- Andar per olio nel Molise”.
L’assessore che, dopo questa sua presenza a Trieste, è corso a Roma per ottenere un altro significativo successo, questa volta per la vitivinicoltura molisana: il parere favorevole del Comitato Nazionale per la tutela dei vini a D.O. dato alla Tintilia, il vino per eccellenza del Molise, non solo per la sua qualità riconosciuta dagli esperti in questi anni di riscoperta e rilancio, ma anche per essere il solo ad avere la sua fonte nelle uve autoctone di questo vitigno, “Tintilia”, che è tanta parte della storia e della vitivinicoltura molisana, in particolare delle zone interne segnate da colline alte e montagne, nonostante la sua natura di uva a bacca rossa. Un risultato che arricchisce il Molise di immagine e dà ai produttori la motrice più adatta per accelerare la corsa dei vini molisani che si fanno onore ovunque si presentano e che sono pronti per mostrarsi e farsi degustare nei prossimi giorni a Verona.
Un vino che va a rendere ancora più ricco il patrimonio delle nostre denominazioni di origine, forte di 330 Doc e di 56 Docg ai quali sono da aggiungere 118 igt, cioè vini a indicazione geografica tipica.
Salutiamo con gioia questo nuovo successo della Tintilia, importante testimone di un territorio segnato fortemente dall’attività agricola e dalla ruralità, da antiche e particolari tradizioni, tra le quali una cucina ricca di diversità e tutta all’insegna della Dieta Mediterranea, con il tartufo diffuso ovunque, in particolare quello bianco che al Molise offre il primato della raccolta in Italia e due medaglie d’oro all’asta mondiale del tartufo più grande al mondo per le raccolte 2009 e 2010.
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