I PROTAGONISTI E LE COMPARSE
Una nota di qualche giorno fa, dell’ex Sindaco di Termoli, il notaio Greco, riporta a galla la questione Cosib, per attaccare il sindaco Di Brino che lo ha accusato di essere quello che ha chiesto al Cosib di allargare il depuratore-discarica. Una bugia - come sottolinea Greco - di Di Brino, che usa questi mezzi, in “mancanza di attributi” - sempre a detta dell’ex sindaco - cioè di libertà di azione e di pensiero. Un concetto, per la verità, che riguarda l’intera classe politica nel Molise, salvo qualche rara eccezione che, per il fatto, invece, di averli questi preziosi e così rari attributi, naviga sempre in acque agitate e spesso, se non affonda, è costretta a tornare a riva. La nota si sofferma su questa denuncia senza entrare nel merito delle questioni e, soprattutto, evitando di affrontare il ragionamento politico che ruota intorno al Cosib, in quanto centro di potere, se non quando, in chiusura, parla del presidente del Cosib, Del Torto, senza mai, però, citare il nome, come quando esempio scrive de “il protagonista di questo ‘affaire’ che, insieme alle altre comparse del Cosib, che gli fanno da contorno, sono tutti della stessa parte politica di quel centro-destra del Padrino e dell’Innominabile, nel quale sia i Sindaci dei Comuni che fanno parte del Consorzio, che chiunque altro vi ruoti intorno finiscono per restare inestricabilmente invischiati”.
Peccato che non dica chi è il Padrino e chi è l’Innominato, visto che non è da pensare che tutti i molisani conoscono Iorio e Vitagliano, comunque non tutti sanno il ruolo che da anni essi stanno svolgendo in questa nostra Regione, grazie ai “protagonisti” del Cosib e di altri enti e, soprattutto, grazie alle “comparse”. Per la verità quando parla di comparse, sapendo che parla di figure minori, quasi insignificanti se non per la loro capacità di mestatori “senza attributi”, i nomi li fa e li sottolinea pure. “Infatti - continua l’ex sindaco - nel Cosib - singolarità sociologico-politica - sia nel Comitato Direttivo che nel Consiglio Generale, con la sola eccezione di Cristiano Di Pietro in rappresentanza della Provincia, il centro-sinistra semplicemente non c'è, perché finiscono tutti con il diventare di centro-destra, anche quelli che ci erano approdati dalla opposta parte politica. Si pensi a Bellocchio, a Facciolla, a Di Falco, forse a Cammilleri e a non so chi altri”. Finalmente Greco fa i nomi, anzi i cognomi (viene facile da pensare), delle comparse che fanno da contorno al protagonista dell’”affaire”, che, se ricordiamo bene, sta per vicenda, caso, questione. Due esponenti del Pd, Belloccio e Facciola, il primo già comunista del PCI, dei PDS e dei DS, che tutti dicono amico, sia del “protagonista” del Cosib che dell’”Innominato” ed un ex democristiano, Di Falco, solo per poco tempo anche del Pd, che usa troppo le ali, come i moscerini noti per essere fastidiosi e inutili e per volare sui prodotti biodegradabili.
Comparse funzionali per il raggiungimento di dati obiettivi, come quello di dare solidità al Cosib e forza a Del Torto, attraverso azioni di destabilizzazione, come al comune di Termoli e di cooptazione dei Comuni della Valle del Biferno ancora fuori dal Cosib, a partire da quello di Larino.
Sta qui la ragione del particolare comportamento del Pd molisano e di molti suoi protagonisti e comparse anche dopo l’”affaire” Cosib, con le dichiarazioni di Del Torto sulla necessità di “fare cassa” e, per questa finalità, giustificare qualsiasi azione, anche la più schifosa, nel pieno rispetto dei principi e delle finalità dei suoi punti di riferimento, Comunione e Liberazione e Compagnie delle Opere.
Per esempio l’articolo della Occhionero, che prova a salvare Del Torto; il documento abbastanza confuso del coordinamento del Basso Molise che, per giustificare il suo silenzio sulla vicenda, parla del componente del direttivo del Cosib, il sindaco di San Martino in Pensilis e della necessità di salvaguardarlo, anche se non si è capito da che e da che cosa; la richiesta di dimissioni di Del Torto, prima del consigliere Petraroia e, in seconda battuta, di Leva a nome dell’organismo regionale del Pd. Una confusione, non si è capito se è di chi non ha le idee chiare in mancanza di unità di vedute, o, anche, voluta, per confondere le già tanto confuse idee che i cittadini hanno della questione o, se volete, “affaire”. Si può anche pensare, come terza ipotesi, a pura incapacità di fare politica, nel momento in cui ognuno sta lì per salvaguardare il proprio posto. Ma se il Pd, diversamente dal rappresentante della Provincia, è confuso, c’è da dire che quello che pesa come un macigno è il silenzio di altri partiti e di altre istituzioni e enti, che cercano di coprire l“affaire”, come dice Greco, un brutto “affaire” come diciamo noi. Un silenzio che parla, però, di rapporti e di connivenze, di poteri forti che, diversamente dai partiti, fanno politica in questa nostra Regione e affari.
A Voreie
Peccato che non dica chi è il Padrino e chi è l’Innominato, visto che non è da pensare che tutti i molisani conoscono Iorio e Vitagliano, comunque non tutti sanno il ruolo che da anni essi stanno svolgendo in questa nostra Regione, grazie ai “protagonisti” del Cosib e di altri enti e, soprattutto, grazie alle “comparse”. Per la verità quando parla di comparse, sapendo che parla di figure minori, quasi insignificanti se non per la loro capacità di mestatori “senza attributi”, i nomi li fa e li sottolinea pure. “Infatti - continua l’ex sindaco - nel Cosib - singolarità sociologico-politica - sia nel Comitato Direttivo che nel Consiglio Generale, con la sola eccezione di Cristiano Di Pietro in rappresentanza della Provincia, il centro-sinistra semplicemente non c'è, perché finiscono tutti con il diventare di centro-destra, anche quelli che ci erano approdati dalla opposta parte politica. Si pensi a Bellocchio, a Facciolla, a Di Falco, forse a Cammilleri e a non so chi altri”. Finalmente Greco fa i nomi, anzi i cognomi (viene facile da pensare), delle comparse che fanno da contorno al protagonista dell’”affaire”, che, se ricordiamo bene, sta per vicenda, caso, questione. Due esponenti del Pd, Belloccio e Facciola, il primo già comunista del PCI, dei PDS e dei DS, che tutti dicono amico, sia del “protagonista” del Cosib che dell’”Innominato” ed un ex democristiano, Di Falco, solo per poco tempo anche del Pd, che usa troppo le ali, come i moscerini noti per essere fastidiosi e inutili e per volare sui prodotti biodegradabili.
Comparse funzionali per il raggiungimento di dati obiettivi, come quello di dare solidità al Cosib e forza a Del Torto, attraverso azioni di destabilizzazione, come al comune di Termoli e di cooptazione dei Comuni della Valle del Biferno ancora fuori dal Cosib, a partire da quello di Larino.
Sta qui la ragione del particolare comportamento del Pd molisano e di molti suoi protagonisti e comparse anche dopo l’”affaire” Cosib, con le dichiarazioni di Del Torto sulla necessità di “fare cassa” e, per questa finalità, giustificare qualsiasi azione, anche la più schifosa, nel pieno rispetto dei principi e delle finalità dei suoi punti di riferimento, Comunione e Liberazione e Compagnie delle Opere.
Per esempio l’articolo della Occhionero, che prova a salvare Del Torto; il documento abbastanza confuso del coordinamento del Basso Molise che, per giustificare il suo silenzio sulla vicenda, parla del componente del direttivo del Cosib, il sindaco di San Martino in Pensilis e della necessità di salvaguardarlo, anche se non si è capito da che e da che cosa; la richiesta di dimissioni di Del Torto, prima del consigliere Petraroia e, in seconda battuta, di Leva a nome dell’organismo regionale del Pd. Una confusione, non si è capito se è di chi non ha le idee chiare in mancanza di unità di vedute, o, anche, voluta, per confondere le già tanto confuse idee che i cittadini hanno della questione o, se volete, “affaire”. Si può anche pensare, come terza ipotesi, a pura incapacità di fare politica, nel momento in cui ognuno sta lì per salvaguardare il proprio posto. Ma se il Pd, diversamente dal rappresentante della Provincia, è confuso, c’è da dire che quello che pesa come un macigno è il silenzio di altri partiti e di altre istituzioni e enti, che cercano di coprire l“affaire”, come dice Greco, un brutto “affaire” come diciamo noi. Un silenzio che parla, però, di rapporti e di connivenze, di poteri forti che, diversamente dai partiti, fanno politica in questa nostra Regione e affari.
A Voreie
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