NO A UN BASSO MOLISE PATTUMIERA
L’articolo di Larino Viva, che riprendeva l’inchiesta sul conferimento, al depuratore del nucleo industriale di Termoli, di rifiuti di dubbia pericolosità e provenienti da territori anche lontani dal Molise, non ha perso tempo a rilanciare una notizia che spiega molte delle scelte già programmate per il nostro Basso Molise e richiama l’attenzione di chi sente che sono a rischio la salute dell’ambiente e del paesaggio, dei cittadini, di un territorio strategico per l’intero Molise.
In pratica, Larino Viva, con il suo articolo, ha messo in luce un tassello importante di quel mosaico che è l’espressione di una cultura e di un modo di fare politica della maggior parte della classe dirigente e di governo del Molise. Soprattutto, di una serie di personaggi che ruotano da sempre intorno al Cosib, a partire da chi lo presiede, il presidente Del Torto.
Un quadro fatto di segni, noti e meno noti, di intrecci e, anche, di percorsi utili, a capire ed a far capire, il tipo di sviluppo voluto da Iorio e dai suoi più stretti collaboratori, di destinare il Basso Molise a diventare la pattumiera, non della Regione, ma, come riporta l’inchiesta, di altre Regioni e, in più, se non c’è una smentita ufficiale da parte di chi l’ha già programmato, sito delle scorie che verranno prodotte dalle centrali nucleari programmate da Berlusconi e da Scajola, meglio noto come il ministro della risata.
Ma se le premesse sono quelle raccontate dall’articolo di Larino Viva o dalla nota stampa di ieri dei comunisti italiani, a firma di Gianni Montesano, che conferma l’obiettivo pattumiera e sito nucleare, o, anche, della pronta reazione, importante per chiarire i fatti, del Presidente della Provincia di Campobasso, D’Ascanio, nel momento in cui ha inviato le sue guardie ecologiche a verificare la natura dei liquami portati nel sito del Cosib, “governare”, nel Basso Molise, ha più il significato di “distruggere” il territorio e, con esso, l’immagine del Molise, anche di quello, per ora, non destinato a diventare pattumiera.
Il Cosib - lo voglio ricordare - con il suo presidente, quello che, insieme al consigliere regionale Di Falco, ha sparato, senza vergognarsene, i botti all’annuncio della sconfitta di Monaco, più che della vittoria a sindaco di Di Brino. E ciò spiega molte delle cose che sono accadute dal 2008 ad oggi.
C’è da dire che, di fronte ai fatti raccontati dall’inchiesta, il Presidente del Consorzio ha prontamente reagito, smentendo tutto, e ciò, come si può capire, per dimostrare che ha le carte in regola per fare il bene del Consorzio, in particolare la possibilità, come lui dice, di fare cassa, cioè business, in parole povere affari, per mantenere in piedi lo strumento che organizza e gestisce, il nucleo industriale di Termoli. Una specie di confessione che fa pensare che, al di là se nocivi o meno, per il presidente del Cosib i rifiuti sono una necessità e che, come il denaro, per Del Torto non puzzano (pecunia non olent) e, quindi, si possono accettare comunque, anche se provenienti da altri luoghi lontani, visto che danno un alto valore aggiunto. In pratica fa capire e porta a credere sempre più al progetto pattumiera, al di là del fatto se questi rifiuti sono pericolosi o meno.
Un distinguo che, per me, ha scarso significato nel momento in cui ognuno, come io credo, debba essere nelle condizioni di riciclare la propria merda, chi fa diversamente, accettando anche quella di altre regioni, deve sapere che lavora per rendere il territorio che si vive, pattumiera e, nel caso sciagurato di rifiuti nocivi, pattumiera pericolosa per i cittadini del Basso Molise e l’immagine del Molise intero.
Larino viva non è entrata nel merito dei fatti, perché esso spetta ad altri, ma, come si diceva all’inizio, ha cercato di mettere in luce i percorsi e gli intrecci politici che hanno azzerato ogni opposizione e portato al rafforzamento del ruolo del Cosib e del suo presidente, oltre al cambiamento della situazione politica e amministrativa, con il centro destra padrone assoluto del territorio bassomolisano.
Dalle reazioni o, più precisamente, dalle mancate reazioni di uomini delle istituzioni, dei partiti dell’opposizione (sulla carta) in Regione, e dei partiti tutti, salvo l’Italia dei valori, si può capire ancora meglio la giustezza del ragionamento fatto da Larino Viva, quando ricorda il ruolo di apripista svolto da Larino con l’elezione a sindaco di Giardino; il lungo assedio da parte del Pd molisano al sindaco Greco, fino a farlo cadere per riportare Termoli a nuove elezioni e alla vittoria del centro destra; la vicenda Montenero di Bisaccia e la sua pronta adesione al Cosib, come aveva già fatto Larino con Giardino. Lo stesso silenzio dei sindaci dell’Unione dei Comuni del Basso Biferno, citati nell’articolo, è emblematico e spiega il tracciato di un percorso.
Un Cosib che, per chi lo ricorda, sempre con il suo presidente Del Torto, aprì la campagna, puramente demagogica, del NO alla centrale nucleare in Basso Molise (come dire che nel Centro e Alto Molise poteva andare bene), con l’approvazione di una delibera da parte del suo consiglio di amministrazione, che, viene spontaneo pensarlo, aveva il solo significato di mettere le mani avanti.
Una delibera distribuita ai comuni molisani, che l’hanno posta alla discussione e l’hanno anche approvata, ad eccezione del Consiglio comunale di Larino che, invece, grazie a Larino Viva, all’assessore Urbano ed alla opposizione, ha approvato, all’unanimità, un documento dove si motivava il NO al nucleare tout court, nel Basso Molise, nel Molise e in Italia.
Un NO rivolto anche alle nuove regole, imposte dal governo Berlusconi, riguardanti la cancellazione dei poteri degli enti locali di decidere del proprio territorio, unico bene, da sempre riconosciuto, a loro disposizione. Solo Larino, utilizzando il ragionamento politico di Larino Viva, non è caduta nel tranello e nel gioco demagogico del centro destra, prontamente espresso dal Cosib.
Chiudo per dire che spetta a ognuno, soprattutto a chi ha a cuore il domani dei propri figli e del Molise, seguire i fatti messi a nudo dall’inchiesta e, comunque, quelli che interessano la nostra salute e quella del territorio, e, chiedere che chi ha il compito e dovere di operare per far venire a galla la verità, lo faccia, sapendo bene che ciò non basta. Serve, come il pane, l’attenzione e, se la verità è quella di un Basso Molise pattumiera, serve più che mai l’iniziativa di denunciare e sconfessare quanti, solo per fare cassa, vogliono la morte di questo nostro territorio e del Molise.
Pasquale Di Lena
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