Il Cosib e la pattumiera del Basso Molise
di Larino Viva
COSIB, NUCLEO DELLA POLITICA CHE RELEGA A RUOLO DI PATTUMIERA IL TERRITORI DEL BASSO MOLISE.
Non lo avremmo mai saputo, se Primonumero, con il suo pregio di fare giornalismo di inchiesta (merce molto rara) grazie a Mignogna ed alla direttrice Vignale, non fosse uscito con l’inchiesta “Gli affari del Cosib/parte I – La miniera d’oro del Nucleo: nel depuratore i rifiuti pericolosi da tutta Italia, ma nessuno lo sa”.
Non lo sapevamo, ma lo abbiamo immaginato sapendo chi è il presidente del Consorzio per lo sviluppo industriale della valle del Biferno (Cosib), un certo Antonio Del Torto, chi sono i suoi referenti regionali e i suoi più stretti collaboratori, compreso qualche ex sindaco che si è messo a disposizione della causa, non ci è dato sapere se per fama o per fame.
Soprattutto per gli interessi che Del Torto rappresenta, quale referente nel Molise, sin dalla nascita, di Comunione e Liberazione e del suo braccio operativo, la Compagnia delle Opere, più volte, in altre regioni, oggetto di indagini per affari non chiari.
Una delle tante espressioni della Chiesa cattolica, la gran parte delle quali sensibili solo agli affari e al potere, che vede referenti tanti vescovi e non pochi cardinali, molti parroci urbani e, ne siamo certi, quasi nessuno di campagna.
Questo ingegnere di Guglionesi, già assessore regionale, al vertice del Cosib è, non a caso, amico di Vitagliano, il potente assessore che Michele Iorio si tiene ben stretto nonostante sia stato sconfitto dagli elettori che gli hanno negato i voti alle ultime elezioni regionali. Vitagliano, quale ex dirigente del Cosib, sa vita e miracoli di questa struttura ed è un profondo esperto delle fabbriche chimiche che si sono insediate nel nucleo industriale, oltre che della Turbogas, che è tornata di attualità dopo il processo in corso riguardante il modo in cui è atterrata nel Molise.
Dell’inchiesta di Primonumero ci interessano molto i fatti, che, come tutti possono capire, sono punitivi per l’immagine del Molise, soprattutto del Basso Molise e per la salute dei cittadini molisani. Noi di Larino Viva, che abbiamo nel Dna il territorio, con i suoi valori e le sue risorse, vi possiamo assicurare che siamo preoccupati degli enormi danni che vengono causati al nostro territorio, con qualcuno che lo vuole fare oggetto anche di un futuro sito nucleare e, ancor più, per la crescita dei malati di cancro nel territorio bassomolisano.
Fatti documentati e raccontati che servono a far capire quello che è già stato programmato da tempo e che noi abbiamo più volte raccontato, partendo da una delle prime, se non la prima, delibera della Giunta Giardino, l’adesione, non a caso, al Cosib. Una delibera oggetto di contestazione da parte dei rappresentanti di Larino Viva e della minoranza in diverse sedute del Consiglio comunale.
Una fulminea approvazione, che lasciava e lascia capire, che la posta in gioco a Larino era alta e che doveva ad ogni costo vincere Giardino. La terza lista Puchetti, il movimento e la mobilitazione dei poteri forti negli ultimi due giorni della campagna elettorale, i ricatti, sono serviti a ribaltare la situazione che vedeva vincente il candidato sindaco della lista “Uniti per Unire”.
Larino non poteva e non doveva andare nelle mani del rappresentante di Larino Viva che, conoscendo il soggetto, non avrebbe accettato le condizioni di Del Torto e/o di Vitagliano e, neanche, i consigli del Pd a livello regionale e di qualsiasi altro partito o istituzione, nel rispetto di un programma che aveva al centro il grande tema del territorio, la sua difesa, tutela e valorizzazione e come obiettivo il rilancio di Larino mediante l’utilizzo delle sue risorse.
Per capire come si è mossa la politica e, con essa, una serie di soggetti rappresentativi dei partiti regionali, basta riprendere il filo del ragionamento, avviato con i risultati di Larino e andare avanti attentamente, per sciogliere, senza imbrogli, la matassa; ragionando sulla svolta di alcuni sindaci e il ruolo della Unione dei Comuni del Basso Biferno; arrivando all’assalto del sindaco di Termoli, con le elezioni anticipate che hanno eletto Di Brino, uomo di Iorio; passando per la storia, tutta da spiegare, che ribalta la situazione di Montenero di Bisaccia e vede, oggi, la nuova amministrazione, dopo Montecilfone, aderire alla Unione dei Comuni del Basso Biferno, con Termoli, la sola rimasta fuori, ma solo per contrattare il suo ruolo all’interno, guarda caso, del Cosib.
Un percorso studiato nei minimi particolari, con tanti personaggi insospettabili che si sono prestati e si prestano al gioco; con una Unione dei Comuni priva di ogni opposizione, salvo quella che non conta niente, fatta dai consiglieri di minoranza rappresentati in Consiglio, un organismo che ratifica le decisioni e basta.
Una Unione dei Comuni, però, molto sensibile alle necessità del Cosib e, come tale, funzionale alle politiche di occupazione del territorio del Basso Molise al fine di renderlo una pattumiera, dove, per la sua costruzione, produce affari immensi per pochi, ma irreparabilmente distruzione e sperpero dell’unico patrimonio rimasto, il territorio e, ancor prima, della salute dei cittadini.
(Pubblicato da Pimonumero il 15/10/2010)
COSIB, NUCLEO DELLA POLITICA CHE RELEGA A RUOLO DI PATTUMIERA IL TERRITORI DEL BASSO MOLISE.
Non lo avremmo mai saputo, se Primonumero, con il suo pregio di fare giornalismo di inchiesta (merce molto rara) grazie a Mignogna ed alla direttrice Vignale, non fosse uscito con l’inchiesta “Gli affari del Cosib/parte I – La miniera d’oro del Nucleo: nel depuratore i rifiuti pericolosi da tutta Italia, ma nessuno lo sa”.
Non lo sapevamo, ma lo abbiamo immaginato sapendo chi è il presidente del Consorzio per lo sviluppo industriale della valle del Biferno (Cosib), un certo Antonio Del Torto, chi sono i suoi referenti regionali e i suoi più stretti collaboratori, compreso qualche ex sindaco che si è messo a disposizione della causa, non ci è dato sapere se per fama o per fame.
Soprattutto per gli interessi che Del Torto rappresenta, quale referente nel Molise, sin dalla nascita, di Comunione e Liberazione e del suo braccio operativo, la Compagnia delle Opere, più volte, in altre regioni, oggetto di indagini per affari non chiari.
Una delle tante espressioni della Chiesa cattolica, la gran parte delle quali sensibili solo agli affari e al potere, che vede referenti tanti vescovi e non pochi cardinali, molti parroci urbani e, ne siamo certi, quasi nessuno di campagna.
Questo ingegnere di Guglionesi, già assessore regionale, al vertice del Cosib è, non a caso, amico di Vitagliano, il potente assessore che Michele Iorio si tiene ben stretto nonostante sia stato sconfitto dagli elettori che gli hanno negato i voti alle ultime elezioni regionali. Vitagliano, quale ex dirigente del Cosib, sa vita e miracoli di questa struttura ed è un profondo esperto delle fabbriche chimiche che si sono insediate nel nucleo industriale, oltre che della Turbogas, che è tornata di attualità dopo il processo in corso riguardante il modo in cui è atterrata nel Molise.
Dell’inchiesta di Primonumero ci interessano molto i fatti, che, come tutti possono capire, sono punitivi per l’immagine del Molise, soprattutto del Basso Molise e per la salute dei cittadini molisani. Noi di Larino Viva, che abbiamo nel Dna il territorio, con i suoi valori e le sue risorse, vi possiamo assicurare che siamo preoccupati degli enormi danni che vengono causati al nostro territorio, con qualcuno che lo vuole fare oggetto anche di un futuro sito nucleare e, ancor più, per la crescita dei malati di cancro nel territorio bassomolisano.
Fatti documentati e raccontati che servono a far capire quello che è già stato programmato da tempo e che noi abbiamo più volte raccontato, partendo da una delle prime, se non la prima, delibera della Giunta Giardino, l’adesione, non a caso, al Cosib. Una delibera oggetto di contestazione da parte dei rappresentanti di Larino Viva e della minoranza in diverse sedute del Consiglio comunale.
Una fulminea approvazione, che lasciava e lascia capire, che la posta in gioco a Larino era alta e che doveva ad ogni costo vincere Giardino. La terza lista Puchetti, il movimento e la mobilitazione dei poteri forti negli ultimi due giorni della campagna elettorale, i ricatti, sono serviti a ribaltare la situazione che vedeva vincente il candidato sindaco della lista “Uniti per Unire”.
Larino non poteva e non doveva andare nelle mani del rappresentante di Larino Viva che, conoscendo il soggetto, non avrebbe accettato le condizioni di Del Torto e/o di Vitagliano e, neanche, i consigli del Pd a livello regionale e di qualsiasi altro partito o istituzione, nel rispetto di un programma che aveva al centro il grande tema del territorio, la sua difesa, tutela e valorizzazione e come obiettivo il rilancio di Larino mediante l’utilizzo delle sue risorse.
Per capire come si è mossa la politica e, con essa, una serie di soggetti rappresentativi dei partiti regionali, basta riprendere il filo del ragionamento, avviato con i risultati di Larino e andare avanti attentamente, per sciogliere, senza imbrogli, la matassa; ragionando sulla svolta di alcuni sindaci e il ruolo della Unione dei Comuni del Basso Biferno; arrivando all’assalto del sindaco di Termoli, con le elezioni anticipate che hanno eletto Di Brino, uomo di Iorio; passando per la storia, tutta da spiegare, che ribalta la situazione di Montenero di Bisaccia e vede, oggi, la nuova amministrazione, dopo Montecilfone, aderire alla Unione dei Comuni del Basso Biferno, con Termoli, la sola rimasta fuori, ma solo per contrattare il suo ruolo all’interno, guarda caso, del Cosib.
Un percorso studiato nei minimi particolari, con tanti personaggi insospettabili che si sono prestati e si prestano al gioco; con una Unione dei Comuni priva di ogni opposizione, salvo quella che non conta niente, fatta dai consiglieri di minoranza rappresentati in Consiglio, un organismo che ratifica le decisioni e basta.
Una Unione dei Comuni, però, molto sensibile alle necessità del Cosib e, come tale, funzionale alle politiche di occupazione del territorio del Basso Molise al fine di renderlo una pattumiera, dove, per la sua costruzione, produce affari immensi per pochi, ma irreparabilmente distruzione e sperpero dell’unico patrimonio rimasto, il territorio e, ancor prima, della salute dei cittadini.
(Pubblicato da Pimonumero il 15/10/2010)
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