IL GIOCO DELLE TRE CARTE
E' il momento dei funamboli e dei funambolismi. Il ritorno dei diffusori di infamie e di falsità sulla vicenda ospedale e sanità.
C’è da credere che il piatto forte della prossima campagna elettorale per il rinnovo del Consiglio regionale sarà quello della Sanità e, per quanto riguarda Larino e le altre sedi ospedaliere, della chiusura o ridimensionamento degli ospedali.
C’è da giurare, visto che le prime mosse, improntate sul qualunquismo, cioè sul fatto che sono tutti uguali, hanno toccato solo questa questione che, sia chiaro, è la questione di fondo del bilancio e dell’attività regionale e, non solo, anche del modo di amministrare e fare politica in questa Regione.
Pensate alla gestione della sanità molisana ed alle falle aperte dagli sprechi, dalla pratica di sottogoverno e dai bilanci passivi di gestione che hanno portato al forte indebitamento ed alla necessità di un ridimensionamento drastico per non dichiarare il fallimento di tutta la sanità molisana.
Chi è responsabile di tutto questo sfascio, Iorio, dirà che le colpe sono della vecchia gestione e lo dirà sapendo bene di mentire, visto che dai governi Veneziale e Di Stasi ha ereditato un bilancio attivo della sanità.
Pensate ai suoi assessori e, insieme, ai consiglieri di opposizione che, in quattro anni non hanno detto una parola, ed ora, annusando il fallimento di una politica e, soprattutto, la possibilità di elezioni anticipate, si sono svegliati all’improvviso gridando, per farsi credere, che le cose così non vanno e che è tutto da cambiare. C’è di più, forti della loro faccia di bronzo, racconteranno, insieme alla On. De Camillis, che loro si sono sempre adoperati per le sorti dell’ospedale, della sanità molisana e del territorio di appartenenza.
Per il Basso Molise, il riferimento, lo ripetiamo, è ai consiglieri che hanno mangiato i voti degli abitanti di questo vasto e fondamentale territorio, come Bonomolo, Chieffo, D’Alete, Natalini, Pangia, Terzano, Totaro (in perfetto ordine alfabetico perché, sapendo quanto sono permalosi, nessuno di loro si offenda).
Loro e tutti i loro bravi referenti locali, molti dei quali sparsi nelle associazioni e nei comitati di agitazione popolare per fare velo sugli amministratori locali, abilissimi nella denigrazione dell’avversario scomodo al potere, che, come i fatti ci dicono, è tutto ancorato alla pratica, tanto diffusa, dei trasversalismi. Una specie di gioco delle tre carte che, saltando da una parte all’altra del tavolo, vengono nascoste dalle abili mani dell’imbroglione, in modo che tutti pensano di capire, ma nessuno sa davvero dov’è la carta vincente. Larino è un esempio della diffusione di questa pratica che, come dicevamo, è nelle mani dei poteri forti che hanno deciso la politica degli ultimi 40 anni, così negativi, per questa città.
Una pratica che è facile smascherare se uno conserva un minimo di memoria e osserva come si muovono i vari personaggi che si adoperano per essere protagonisti.
Basta porre un minimo di attenzione alla operazione Ruta per rendersi conto dell’arte delle tre carte dei politici molisani, molti dei quali persi nel mare della nullità di pensiero e di azione, hanno subito fatto sapere, picchiando alla porta di Ruta, che sono pronti.
Tutti, non solo questi sbandati, riprendono il loro antico mestiere di procacciatori di voti, approfittando della gente che non sa, e, purtroppo, ha bisogno anche di promesse.
Bisogna dire alla gente di porre ad ognuno di questi rappresentanti, in Regione, Provincia o Comune, una domanda molto semplice: ma tu che hai fatto per l’ospedale e per la mia città? Se riesci a raccontarmi una cosa che hai fatto io ti voto. Basta una cosa qualsiasi, anche una fesseria, che sia, però, di interesse generale e non di favore personale a parenti ed amici.
Una domanda semplice, direi più che normale, da parte di chi deve sapere per poter giudicare. Ma sicuramente provocatoria per la semplice ragione che, a parte il loro profondo silenzio sulla sanità e l’ospedale “Vietri”, non hanno niente da raccontare, visto che dal 2006, cioè da quando si sono accomodati in consiglio regionale, non c’è una novità che riguarda Larino, neanche la chiusura delle pratiche del terremoto che rischiano di fare la fine di quelle del terremoto di Messina, inizio del secolo scorso.
A voreie
C’è da credere che il piatto forte della prossima campagna elettorale per il rinnovo del Consiglio regionale sarà quello della Sanità e, per quanto riguarda Larino e le altre sedi ospedaliere, della chiusura o ridimensionamento degli ospedali.
C’è da giurare, visto che le prime mosse, improntate sul qualunquismo, cioè sul fatto che sono tutti uguali, hanno toccato solo questa questione che, sia chiaro, è la questione di fondo del bilancio e dell’attività regionale e, non solo, anche del modo di amministrare e fare politica in questa Regione.
Pensate alla gestione della sanità molisana ed alle falle aperte dagli sprechi, dalla pratica di sottogoverno e dai bilanci passivi di gestione che hanno portato al forte indebitamento ed alla necessità di un ridimensionamento drastico per non dichiarare il fallimento di tutta la sanità molisana.
Chi è responsabile di tutto questo sfascio, Iorio, dirà che le colpe sono della vecchia gestione e lo dirà sapendo bene di mentire, visto che dai governi Veneziale e Di Stasi ha ereditato un bilancio attivo della sanità.
Pensate ai suoi assessori e, insieme, ai consiglieri di opposizione che, in quattro anni non hanno detto una parola, ed ora, annusando il fallimento di una politica e, soprattutto, la possibilità di elezioni anticipate, si sono svegliati all’improvviso gridando, per farsi credere, che le cose così non vanno e che è tutto da cambiare. C’è di più, forti della loro faccia di bronzo, racconteranno, insieme alla On. De Camillis, che loro si sono sempre adoperati per le sorti dell’ospedale, della sanità molisana e del territorio di appartenenza.
Per il Basso Molise, il riferimento, lo ripetiamo, è ai consiglieri che hanno mangiato i voti degli abitanti di questo vasto e fondamentale territorio, come Bonomolo, Chieffo, D’Alete, Natalini, Pangia, Terzano, Totaro (in perfetto ordine alfabetico perché, sapendo quanto sono permalosi, nessuno di loro si offenda).
Loro e tutti i loro bravi referenti locali, molti dei quali sparsi nelle associazioni e nei comitati di agitazione popolare per fare velo sugli amministratori locali, abilissimi nella denigrazione dell’avversario scomodo al potere, che, come i fatti ci dicono, è tutto ancorato alla pratica, tanto diffusa, dei trasversalismi. Una specie di gioco delle tre carte che, saltando da una parte all’altra del tavolo, vengono nascoste dalle abili mani dell’imbroglione, in modo che tutti pensano di capire, ma nessuno sa davvero dov’è la carta vincente. Larino è un esempio della diffusione di questa pratica che, come dicevamo, è nelle mani dei poteri forti che hanno deciso la politica degli ultimi 40 anni, così negativi, per questa città.
Una pratica che è facile smascherare se uno conserva un minimo di memoria e osserva come si muovono i vari personaggi che si adoperano per essere protagonisti.
Basta porre un minimo di attenzione alla operazione Ruta per rendersi conto dell’arte delle tre carte dei politici molisani, molti dei quali persi nel mare della nullità di pensiero e di azione, hanno subito fatto sapere, picchiando alla porta di Ruta, che sono pronti.
Tutti, non solo questi sbandati, riprendono il loro antico mestiere di procacciatori di voti, approfittando della gente che non sa, e, purtroppo, ha bisogno anche di promesse.
Bisogna dire alla gente di porre ad ognuno di questi rappresentanti, in Regione, Provincia o Comune, una domanda molto semplice: ma tu che hai fatto per l’ospedale e per la mia città? Se riesci a raccontarmi una cosa che hai fatto io ti voto. Basta una cosa qualsiasi, anche una fesseria, che sia, però, di interesse generale e non di favore personale a parenti ed amici.
Una domanda semplice, direi più che normale, da parte di chi deve sapere per poter giudicare. Ma sicuramente provocatoria per la semplice ragione che, a parte il loro profondo silenzio sulla sanità e l’ospedale “Vietri”, non hanno niente da raccontare, visto che dal 2006, cioè da quando si sono accomodati in consiglio regionale, non c’è una novità che riguarda Larino, neanche la chiusura delle pratiche del terremoto che rischiano di fare la fine di quelle del terremoto di Messina, inizio del secolo scorso.
A voreie
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