NON RESTA CHE RIDERE


Con l’estate che ritarda a venire, noi vènti, che abbiamo il compito di contrastare il caldo, lavoriamo poco, al massimo dopo il vespro, tutta la notte e non si sa fino a quando.
Con Berlusoni siamo diventati precari anche noi, come la gran parte dei giovani, che sono quelli che pagano di più le scelte di un governo che mette le mani solo nelle tasche, già malandate, degli italiani per bene e spara, con le sue televisioni, slogan pieni solo di demagogia, per spazzar via quel poco di dignità che è rimasta al nostro Paese, anche per colpa di una opposizione che balbetta.
Ed è proprio questa opposizione che balbetta la nostra tristezza più grande, quella che ci toglie il fiato, mentre facciamo il nostro dovere e giriamo in lungo in largo ascoltando i silenzi della gente che non ha più voglia di parlare, nel momento in cui sono venuti meno i punti di riferimento.
Eppure ci sono mille malfatti e mille cattive azioni dei governi ai vari livelli, nazionale, regionale, locale, da rendere ragioni di un confronto, di una discussione, di una presa di posizione da trasformare in iniziative e rendere protagonisti i cittadini.
Ripropongono condoni; fanno acquisti di armi per miliardi sul mercato americano, dimenticando che l’Italia è un Paese che ripudia la guerra; non toccano i patrimoni e lor signori; non investono in lavoro e occupazione; si preoccupano di salvare i delinquenti e altre schifezze ancora; continuano a pensare alle grandi (inutili) opere ed al nucleare; allargano gli spazi alla speculazione edilizia e fanno affari; azzerano la scuola e la cultura, la ricerca, le speranze e gli investimenti per il futuro delle nuove generazioni.
E l’opposizione che fa? Dorme, come chi sa che non può fare altro, a causa di forza maggiore o di imposizione da parte di poteri forti, che si avvalgono di spie e di ricatti, di finanza e di carta, di mafia e di criminalità.
Così godono la mafia e la criminalità, si offendono la magistratura e i tanti buoni servitori dello Stato, si porta un popolo alla rassegnazione e si maltrattano le buone persone.
Il rischio è il crollo delle basi che reggono le regole della democrazia e della libertà.
Ma non bisogna disperare e vedere come prendere le notizie dalla parte comica, quella che fa, se non proprio ridere, almeno sorridere.
Per esempio: si vuole a tutti i costi dare al Molise un aeroporto, dopo l’autostrada.
Oppure, il Molise, grazie a Iorio, dopo i rischi di bancarotta per il forte indebitamento, ha acquistato 267 milioni di euro in derivati, cioè in carta straccia.
O, anche, la notizia che sono state messe a bagnomaria le richieste di costruzione di numerose centrali biomasse, dopo le mille pale eoliche e la diffusione di centrali a base di pannelli solari. Sembra che una sentenza della Corte Costituzionale abbia sanzionato il comma 1) dell’art.3 della legge 22/2009 che autorizzava i Comuni a rilasciare le concessioni.
Pensare che con questa sentenza si possono salvare dalla cementificazione tre ettari delle Piane di Larino, non sappiamo se a voi fa ridere, ma a noi sì, e tanto, e lo sapete perché?
Perché la gente così ha il tempo di capire come mai il Comune dà la concessione in una zona agricola e non invita i bravi imprenditori ad acquistare le aree disponibili nell’area Pip, che ai cittadini di Larino è costata un occhio della testa per avvocati e tribunale.
Chissà cosa ha da aggiungere a difesa sua, del Sindaco e del vicesindaco, l’avvocato assessore Urbano!


A voreie

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