LA CONFUSIONE
Bisogna essere onesti e dire che non è facile orientarsi di questi tempi, neanche per i vènti più navigati. Bisogna avere la consapevolezza del momento e andare avanti senza disperare e senza rimanere più di tanto alla finestra, ma scendere in strada e provare, quanto più possibile, a parlare con gli altri per non perdere il filo del discorso e credere che il cambiamento dipende solamente da uno e, non solo da tutti quelli che provano disagio e vivono con preoccupazione la realtà del momento. Non facile, proprio per niente facile, scrostare la cultura, che nel tempo si è ispessita, promossa con un personaggio particolarmente adatto, Berlusconi, che, così diventa artefice e, insieme, vittima di chi ha generato questo cambiamento, in un Paese strategico per mille ragioni, soffocato da criminalità organizzata, collusioni con i poteri dello Stato, P2 e massonerie varie, comprese quelle che convivono con la Chiesa, insieme a lobby, che, a vario titolo decidono le sorti del popolo italiano.
La confusione che vive l’economia con le bolle finanziarie e il potere (non è una contraddizione) della finanza sulla politica, un fatto, questo sì, che rappresenta il vero pericolo per il futuro di molte democrazie, non danno alla politica il ruolo proprio che le spetta di guidare il mondo.
Una situazione, quella dell’assoggettamento della politica ai poteri finanziari ed economici, prevista con grande preoccupazione dal Presidente degli Stati Uniti, Eisenhower, tanto da inserirla nel suo saluto di commiato alla Nazione, alla fine del suo mandato, raccomandando la classe politica americana, e non solo, a quella del mondo, a non cedere per non dover dichiarare il fallimento della politica, con le conseguenze che, in Italia e nel mondo sono sotto gli occhi di tutti.
La prevaricazione dei poteri forti, il dominio assoluto del denaro, il caos.
Sta qui, a nostro parere, la miseria dei partiti e della politica, il prevalere dei propri interessi di fronte al bene comune, la giungla che si identifica con una grande, media e, anche, piccola città.
Il presidente Obama (abbronzato come la moglie, come si diverte a dire, scioccamente, il vostro premier) ultimamente ci ha meravigliato per ben due volte: quando ha avvertito la finanza a rivedere il proprio comportamento e ha informato che non ci sono più salvataggi facili; quando ha lanciato, insieme al segretario generale dell’Onu, l’allarme ambiente e ha dichiarato il rischio della irreversibilità se non si pone mano a misure urgenti. Due segnali importanti che altri capi di Stato non hanno mai avuto il coraggio di denunciare ed ora, con una dose eccessiva di ipocrisia, fanno finta di seguire. Senza parlare dell’overdose del nostro Presidente del Consiglio che parla, sapendo di mentire, per dimostrare ai suoi colleghi di essere d’accordo con Obama, senza raccontare l’assalto che sta facendo al territorio con tutt’una serie di provvedimenti che danno ragione solo ai suoi amici speculatori ed alla criminalità organizzata; senza neanche pensare di intervenire, con l’urgenza che il caso richiede, per rimuovere le 19 navi piene di rifiuti affossate nei mari della Calabria e altre schifezze ancora; senza neanche raccontare la follia di affidare ai privati la gestione dell’acqua che appartiene ad ognuno di voi come l’aria, i raggi del sole, il chiarore della luna, i vènti, cioè noi che soffiamo soprattutto per permettere la procreazione delle piante.
Su questi problemi, che sono di una pesantezza unica, l’opposizione dorme, presa com’è a continuare a scannarsi al proprio interno, vedi il Pd e le primarie, che, invece di fare pulizia dei dirigenti, ai vari livelli, che si sono divertiti a metterlo in crisi, li ridanno fiato come se non fosse successo niente.
La confusione di uomini piegati a raccogliere la propria miseria, in mancanza di altre risorse da poter utilizzare.
Mentre raccontiamo queste nostre impressioni, vediamo su Rai3 un servizio che mette in luce, attraverso visite sul posto e interviste agli operatori, lo sperpero dei nostri beni culturali (Altilia, Regia di Caserta, Pompei, Pozzuoli, Roma, etc.) tenuti in piedi, in mancanza di risorse, dalla buona volontà e dalla passione degli operatori addetti alla salvaguardia, tutela e valorizzazione di risorse che, quando non rischiano di essere maltrattati, vengono tenuti chiusi.
E poi il vostro presidente ci tiene a voler dimostrare che è un imprenditore che sa come si porta avanti una impresa, pensando, purtroppo, che lo Stato sia la stessa cosa.
E si potrebbe continuare, ma ci fermiamo qui per rimarcare lo stato di confusione voluta, utile a non capire dove sta andando questo Paese in mano a speculatori e affaristi che, purtroppo, vivono anche del silenzio della opposizione, anche quando, nella maggior parte dei casi, non esprimono complicità. Ma il silenzio, in situazioni come quelle che siete costretti a vivere, è, purtroppo, complicità. E ciò non è comprensibile né accettabile per le cose che dicevamo all’inizio, cioè scendere in strada e parlare per rilanciare le idee, il dialogo e con essi le speranze e i sogni.
U faùneie
27.09.09
La confusione che vive l’economia con le bolle finanziarie e il potere (non è una contraddizione) della finanza sulla politica, un fatto, questo sì, che rappresenta il vero pericolo per il futuro di molte democrazie, non danno alla politica il ruolo proprio che le spetta di guidare il mondo.
Una situazione, quella dell’assoggettamento della politica ai poteri finanziari ed economici, prevista con grande preoccupazione dal Presidente degli Stati Uniti, Eisenhower, tanto da inserirla nel suo saluto di commiato alla Nazione, alla fine del suo mandato, raccomandando la classe politica americana, e non solo, a quella del mondo, a non cedere per non dover dichiarare il fallimento della politica, con le conseguenze che, in Italia e nel mondo sono sotto gli occhi di tutti.
La prevaricazione dei poteri forti, il dominio assoluto del denaro, il caos.
Sta qui, a nostro parere, la miseria dei partiti e della politica, il prevalere dei propri interessi di fronte al bene comune, la giungla che si identifica con una grande, media e, anche, piccola città.
Il presidente Obama (abbronzato come la moglie, come si diverte a dire, scioccamente, il vostro premier) ultimamente ci ha meravigliato per ben due volte: quando ha avvertito la finanza a rivedere il proprio comportamento e ha informato che non ci sono più salvataggi facili; quando ha lanciato, insieme al segretario generale dell’Onu, l’allarme ambiente e ha dichiarato il rischio della irreversibilità se non si pone mano a misure urgenti. Due segnali importanti che altri capi di Stato non hanno mai avuto il coraggio di denunciare ed ora, con una dose eccessiva di ipocrisia, fanno finta di seguire. Senza parlare dell’overdose del nostro Presidente del Consiglio che parla, sapendo di mentire, per dimostrare ai suoi colleghi di essere d’accordo con Obama, senza raccontare l’assalto che sta facendo al territorio con tutt’una serie di provvedimenti che danno ragione solo ai suoi amici speculatori ed alla criminalità organizzata; senza neanche pensare di intervenire, con l’urgenza che il caso richiede, per rimuovere le 19 navi piene di rifiuti affossate nei mari della Calabria e altre schifezze ancora; senza neanche raccontare la follia di affidare ai privati la gestione dell’acqua che appartiene ad ognuno di voi come l’aria, i raggi del sole, il chiarore della luna, i vènti, cioè noi che soffiamo soprattutto per permettere la procreazione delle piante.
Su questi problemi, che sono di una pesantezza unica, l’opposizione dorme, presa com’è a continuare a scannarsi al proprio interno, vedi il Pd e le primarie, che, invece di fare pulizia dei dirigenti, ai vari livelli, che si sono divertiti a metterlo in crisi, li ridanno fiato come se non fosse successo niente.
La confusione di uomini piegati a raccogliere la propria miseria, in mancanza di altre risorse da poter utilizzare.
Mentre raccontiamo queste nostre impressioni, vediamo su Rai3 un servizio che mette in luce, attraverso visite sul posto e interviste agli operatori, lo sperpero dei nostri beni culturali (Altilia, Regia di Caserta, Pompei, Pozzuoli, Roma, etc.) tenuti in piedi, in mancanza di risorse, dalla buona volontà e dalla passione degli operatori addetti alla salvaguardia, tutela e valorizzazione di risorse che, quando non rischiano di essere maltrattati, vengono tenuti chiusi.
E poi il vostro presidente ci tiene a voler dimostrare che è un imprenditore che sa come si porta avanti una impresa, pensando, purtroppo, che lo Stato sia la stessa cosa.
E si potrebbe continuare, ma ci fermiamo qui per rimarcare lo stato di confusione voluta, utile a non capire dove sta andando questo Paese in mano a speculatori e affaristi che, purtroppo, vivono anche del silenzio della opposizione, anche quando, nella maggior parte dei casi, non esprimono complicità. Ma il silenzio, in situazioni come quelle che siete costretti a vivere, è, purtroppo, complicità. E ciò non è comprensibile né accettabile per le cose che dicevamo all’inizio, cioè scendere in strada e parlare per rilanciare le idee, il dialogo e con essi le speranze e i sogni.
U faùneie
27.09.09
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