E’ UN ‘’ARGOMENTO’’ CHE VOGLIAMO AFFRONTARE
L’infiltrazione della criminalità organizzata in Molise è una cosa seria
‘’Certi argomenti non si toccano! Certi argomenti non ci toccano! Certi argomenti buttano solo fango sulla nostra regione! Chi siete voi per toccare certi argomenti!’’
Ebbene, noi, invece, certi “ARGOMENTI” li vogliamo affrontare. E sono quegli argomenti che riguardano l’infiltrazione anche in Molise della criminalità organizzata. Di quella criminalità che ha la necessità di riciclare i soldi sporchi provenienti dai traffici illeciti. Quella criminalità, che sotto mentite spoglie, probabilmente sta già facendo affari nella nostra regione da un bel po’ di anni, soprattutto nel settore edilizio, costruendo e poi rivendendo alloggi e partecipando a gare di appalto importanti, con la complicità – in buona fede o connivente – della politica. La presenza sempre più assidua di personaggi legati alla malavita organizzata nella nostra regione vorrà pur significare qualcosa.
Il Molise è facile terra di conquista, perché una “regione tranquilla”, un territorio “vergine”.
Invece no! Quella che era “un’isola felice” (e lo è ancora per chi governa, o fa comodo pensarla così), oggi non lo è più. E poiché siamo fermamente convinti di questo e non vogliamo fare come gli struzzi che mettono la testa sotto la sabbia per non guardare (e non sentire e non parlare), accogliamo volentieri l’appello a parlarne, rivolto dalle pagine del periodico “Il Ponte”, ma non solo.
Questo “argomento” non è solo un problema di ordine e sicurezza pubblica o, perlomeno, non è riconducibile solo a questo aspetto, dove, peraltro, l’impegno delle Forze di Polizia è encomiabile nel cercare di contrastare e prevenire ogni forma di malaffare, ma è soprattutto un problema politico, di regole e di scelte che un governo si dà. Ma è anche un problema di partecipazione democratica di tutti i cittadini alla vita pubblica e, quindi, la richiesta intransigente di trasparenza e buon governo a tutti gli eletti. E’anche la difesa del territorio e delle sue ricchezze. E’ anche la difesa delle proprie tradizioni. E’, soprattutto, la difesa dei principi morali e dei valori - oggi affievoliti - che sono e rimangono l’unico vero puntello di una sana democrazia.
Non è affatto un caso che ‘’Larino Viva’’, già ai tempi delle primarie svoltesi nella città frentana per la scelta del candidato Sindaco per il centro sinistra alle ultime elezioni amministrative, aveva già individuato, perseguito e ragionato sui temi della democrazia partecipativa e sul rapporto fra etica e politica, con una serie di convegni pubblici, ponendo essi a premessa fondamentale del proprio programma elettorale. Ed è da qui che vogliamo ripartire e bisogna ripartire.
L’esigenza di un rinnovamento della vita politico-amministrativa, oggi è particolarmente pressante. Con l’abolizione, alla fine degli anni novanta, dei comitati regionali di controllo sugli atti dei Comuni (CORECO) e l’abolizione dei Commissariati del Governo e di conseguenza della Commissione Statale di controllo sugli atti della Regione, in pratica è scomparsa ogni forma di controllo territoriale su qualsiasi atto amministrativo adottato a livello politico: come dire, da quel momento in poi …“io Sindaco e io Presidente di Regione faccio e disfo a mio piacimento, chi non è d’accordo faccia ricorso al TAR, al Consiglio di Stato ecc.”. La sinistra al Governo, con la riforma del Titolo V della Costituzione, è stata l’artefice di questo primo colpo di mannaia alla legalità e al buon governo. Sotto la spinta di un’Italia federalista, si è proseguito successivamente con affidare sempre più poteri ai Sindaci e Presidenti di Provincia e Regioni, tanto da regalargli armi di ricatto strisciante contro tutti gli eletti di qualsiasi maggioranza: …“ti nomino assessore ma ti devi dimettere da consigliere”, per esempio. Ma ce ne sono molti altri di esempi di ricatto. Questo può vuol dire che un assessore pende necessariamente dalla volontà di un Presidente o di un Sindaco, …“se non condividi, ti cambio a vai a casa”. E’ una pratica che vediamo molto seguita anche nella nostra regione! Oppure la pratica dei commissariamenti ad acta e quelli straordinari, che danno pieni poteri e deroghe alle norme legislative per ottenere dei risultati che nessuno, nominato ieri e oggi commissario, a qualsiasi livello, è riuscito mai a raggiungere. E tanti altri esempi di accentramento di poteri e tante dichiarazioni antidemocratiche fatte (come si fa a non ricordare una delle ultime “uscite” del Berlusconi-pensiero: …“farei volentieri a meno dei parlamentari, bastano i capigruppo…”), o le dichiarazioni della Lega di questi giorni. Temi che richiederebbero appositi convegni e giornate di studio, che peraltro auspichiamo.
Dicevamo, l’esigenza di un rinnovamento della prassi politico amministrativa è il punto nodale della questione. Non siamo fra quelli che sparano a zero contri tutti gli uomini politici, facendo d’ogni erba un fascio. Amiamo pensare con un pizzico di ottimismo, ritenendo che ci sia ancora una possibilità di recupero. E’ vero che in politica ci sono molti “politicanti”, ma non mancano uomini che sentono questo servizio in termini ideali. Ma molto spesso proprio essi confessano che è duro sopravvivere in questo mondo “difficile”, in tutti i sensi, e che la sopravvivenza è condizionata dall’accettazione di compromessi.
D’altra parte bisogna avere il coraggio di dire ad alta voce che la crisi della politica è determinata dalla complicità di quanti si adeguano facilmente allo stato di cose, magari se ne lamentano, ma non muovono un dito per modificarlo.
Di qui la necessità di mettere in campo una strategia di rinnovamento che, pur tenendo conto della complessità dei fattori e dei tempi lunghi di attuazione, riparta con le nuove generazioni, preparando esse ad una rinnovata classe politica e dirigente, muovendo le basi dalla moralità e dai principi della democrazia partecipativa.
Abbiamo condiviso e fatti nostri, (e invitiamo tutti i lettori a leggerli, a margine di questo articolo sul sito www.larinoviva.it), due importanti documenti: - Il decalogo della politica - dettato dagli Arcivescovi e Vescovi della Conferenza Episcopale Abruzzese-Molisana del febbraio di questo anno, dove si trovano indicate le strade da percorrere per il “buon Governo” e per il raggiungimento del “Bene Comune” e - La dichiarazione di Valencia - formulata dalla Conferenza dei Ministri Europei responsabili delle autorità locali e regionali, che codifica in dodici punti la “Buona Governance”.
Riteniamo, per concludere questo primo nostro intervento sull’”ARGOMENTO”, che questi punti di riflessione siano propedeutici per avviare un serio ragionamento, di crescita culturale, che possa veramente e concretamente contrastare, oltre che arrestare, ogni infiltrazione della criminalità organizzata nella nostra Regione. Non serve granché accusare di silenzio una mediocre classe politica qual è quella molisana. Bisogna che si cominci a scuotere le coscienze.
Cominciamo a ragionare insieme. Noi, Larino Viva, non vogliamo dormire sull’”ARGOMENTO”. Noi non dormiremo.
Franco Sorrentino, 17 agosto 2009
www.larinoviva.it
‘’Certi argomenti non si toccano! Certi argomenti non ci toccano! Certi argomenti buttano solo fango sulla nostra regione! Chi siete voi per toccare certi argomenti!’’
Ebbene, noi, invece, certi “ARGOMENTI” li vogliamo affrontare. E sono quegli argomenti che riguardano l’infiltrazione anche in Molise della criminalità organizzata. Di quella criminalità che ha la necessità di riciclare i soldi sporchi provenienti dai traffici illeciti. Quella criminalità, che sotto mentite spoglie, probabilmente sta già facendo affari nella nostra regione da un bel po’ di anni, soprattutto nel settore edilizio, costruendo e poi rivendendo alloggi e partecipando a gare di appalto importanti, con la complicità – in buona fede o connivente – della politica. La presenza sempre più assidua di personaggi legati alla malavita organizzata nella nostra regione vorrà pur significare qualcosa.
Il Molise è facile terra di conquista, perché una “regione tranquilla”, un territorio “vergine”.
Invece no! Quella che era “un’isola felice” (e lo è ancora per chi governa, o fa comodo pensarla così), oggi non lo è più. E poiché siamo fermamente convinti di questo e non vogliamo fare come gli struzzi che mettono la testa sotto la sabbia per non guardare (e non sentire e non parlare), accogliamo volentieri l’appello a parlarne, rivolto dalle pagine del periodico “Il Ponte”, ma non solo.
Questo “argomento” non è solo un problema di ordine e sicurezza pubblica o, perlomeno, non è riconducibile solo a questo aspetto, dove, peraltro, l’impegno delle Forze di Polizia è encomiabile nel cercare di contrastare e prevenire ogni forma di malaffare, ma è soprattutto un problema politico, di regole e di scelte che un governo si dà. Ma è anche un problema di partecipazione democratica di tutti i cittadini alla vita pubblica e, quindi, la richiesta intransigente di trasparenza e buon governo a tutti gli eletti. E’anche la difesa del territorio e delle sue ricchezze. E’ anche la difesa delle proprie tradizioni. E’, soprattutto, la difesa dei principi morali e dei valori - oggi affievoliti - che sono e rimangono l’unico vero puntello di una sana democrazia.
Non è affatto un caso che ‘’Larino Viva’’, già ai tempi delle primarie svoltesi nella città frentana per la scelta del candidato Sindaco per il centro sinistra alle ultime elezioni amministrative, aveva già individuato, perseguito e ragionato sui temi della democrazia partecipativa e sul rapporto fra etica e politica, con una serie di convegni pubblici, ponendo essi a premessa fondamentale del proprio programma elettorale. Ed è da qui che vogliamo ripartire e bisogna ripartire.
L’esigenza di un rinnovamento della vita politico-amministrativa, oggi è particolarmente pressante. Con l’abolizione, alla fine degli anni novanta, dei comitati regionali di controllo sugli atti dei Comuni (CORECO) e l’abolizione dei Commissariati del Governo e di conseguenza della Commissione Statale di controllo sugli atti della Regione, in pratica è scomparsa ogni forma di controllo territoriale su qualsiasi atto amministrativo adottato a livello politico: come dire, da quel momento in poi …“io Sindaco e io Presidente di Regione faccio e disfo a mio piacimento, chi non è d’accordo faccia ricorso al TAR, al Consiglio di Stato ecc.”. La sinistra al Governo, con la riforma del Titolo V della Costituzione, è stata l’artefice di questo primo colpo di mannaia alla legalità e al buon governo. Sotto la spinta di un’Italia federalista, si è proseguito successivamente con affidare sempre più poteri ai Sindaci e Presidenti di Provincia e Regioni, tanto da regalargli armi di ricatto strisciante contro tutti gli eletti di qualsiasi maggioranza: …“ti nomino assessore ma ti devi dimettere da consigliere”, per esempio. Ma ce ne sono molti altri di esempi di ricatto. Questo può vuol dire che un assessore pende necessariamente dalla volontà di un Presidente o di un Sindaco, …“se non condividi, ti cambio a vai a casa”. E’ una pratica che vediamo molto seguita anche nella nostra regione! Oppure la pratica dei commissariamenti ad acta e quelli straordinari, che danno pieni poteri e deroghe alle norme legislative per ottenere dei risultati che nessuno, nominato ieri e oggi commissario, a qualsiasi livello, è riuscito mai a raggiungere. E tanti altri esempi di accentramento di poteri e tante dichiarazioni antidemocratiche fatte (come si fa a non ricordare una delle ultime “uscite” del Berlusconi-pensiero: …“farei volentieri a meno dei parlamentari, bastano i capigruppo…”), o le dichiarazioni della Lega di questi giorni. Temi che richiederebbero appositi convegni e giornate di studio, che peraltro auspichiamo.
Dicevamo, l’esigenza di un rinnovamento della prassi politico amministrativa è il punto nodale della questione. Non siamo fra quelli che sparano a zero contri tutti gli uomini politici, facendo d’ogni erba un fascio. Amiamo pensare con un pizzico di ottimismo, ritenendo che ci sia ancora una possibilità di recupero. E’ vero che in politica ci sono molti “politicanti”, ma non mancano uomini che sentono questo servizio in termini ideali. Ma molto spesso proprio essi confessano che è duro sopravvivere in questo mondo “difficile”, in tutti i sensi, e che la sopravvivenza è condizionata dall’accettazione di compromessi.
D’altra parte bisogna avere il coraggio di dire ad alta voce che la crisi della politica è determinata dalla complicità di quanti si adeguano facilmente allo stato di cose, magari se ne lamentano, ma non muovono un dito per modificarlo.
Di qui la necessità di mettere in campo una strategia di rinnovamento che, pur tenendo conto della complessità dei fattori e dei tempi lunghi di attuazione, riparta con le nuove generazioni, preparando esse ad una rinnovata classe politica e dirigente, muovendo le basi dalla moralità e dai principi della democrazia partecipativa.
Abbiamo condiviso e fatti nostri, (e invitiamo tutti i lettori a leggerli, a margine di questo articolo sul sito www.larinoviva.it), due importanti documenti: - Il decalogo della politica - dettato dagli Arcivescovi e Vescovi della Conferenza Episcopale Abruzzese-Molisana del febbraio di questo anno, dove si trovano indicate le strade da percorrere per il “buon Governo” e per il raggiungimento del “Bene Comune” e - La dichiarazione di Valencia - formulata dalla Conferenza dei Ministri Europei responsabili delle autorità locali e regionali, che codifica in dodici punti la “Buona Governance”.
Riteniamo, per concludere questo primo nostro intervento sull’”ARGOMENTO”, che questi punti di riflessione siano propedeutici per avviare un serio ragionamento, di crescita culturale, che possa veramente e concretamente contrastare, oltre che arrestare, ogni infiltrazione della criminalità organizzata nella nostra Regione. Non serve granché accusare di silenzio una mediocre classe politica qual è quella molisana. Bisogna che si cominci a scuotere le coscienze.
Cominciamo a ragionare insieme. Noi, Larino Viva, non vogliamo dormire sull’”ARGOMENTO”. Noi non dormiremo.
Franco Sorrentino, 17 agosto 2009
www.larinoviva.it
Commenti
Posta un commento