n.70 - VIAGRA
Oggi si è scoperto che Umberto Bossi, il capo dei leghisti – sfascisti, ce l’ha duro e, con lui ce l’hanno duro tutti i padani perché usano la pillola blu, volgarmente detta Viagra, ben tre volte in più dei meridionali. Tre volte in più, badate, è solo una media, ma significativa, come ha detto, “Capa”, che sta per Caparini uno dei tanti leghisti pensiero solo perché con la cravatta verde e il fazzoletto verde nel taschino, per dire che quelli del Nord hanno bisogno di stimoli e di supporti per fare la cosa più naturale al mondo, l’amore. Al nord non conoscono il peperoncino, il sedano, il sole, il dialogo, in parole povere “u ggire”, che ti portano a pensare e desiderare e poi a fare. Pensano solo a lavorare, e, lo fanno non tanto per vedere come arrivare a fine mese, ma a come accumulare qualche spicciolo per comprare il Viagra, dalle soluzioni miracolose per chi ha scarsità di fantasia e non sa cos’è l’emozione che solo l’amore ti può dare.È questa la notizia che più ci ha colpito questa domenica che anticipa la primavera, insieme all’altra, riportata dai giornali, di un Franceschini, il capo per caso e per fortuna (visto i guai creati da Veltroni) del Pd, che mette in serio imbarazzo il Berlusconi pensiero e il Berlusconi comunicazione, nel momento in cui fa ironia e prende iniziative che sono di facile interpretazione, anche per quelli che sono soliti arrivare con ritardo, a volte esagerato, alla comprensione di un fatto o di un discorso. Non tanto, vedete, per limiti intellettivi, ma per la massa di pregiudizi che li rende affaticati, pesanti ed a volte anche insopportabili. In pratica all’idea che Berlusconi si è fatta che prenderà il 51% dei consensi alle prossime elezioni, Franceschini ha risposto dicendo che di colpo è diventato non solo umile, ma anche modesto, visto che i sondaggi veri parlano di un pieno quasi totale per lui dei voti degli italiani, ad oggi vicino al 92%, altro che 51%!.. Ad oggi, badate bene, perché fino a giugno, soprattutto se si vanno a spendere i 450/500 milioni di euro per fare votare anche il lunedì, questa percentuale può aumentare, lasciando fuori solo qualcuno che è ancora al servizio del KGB.Da qui l’idea del catto-comunista, ancora Franceschini, di inviare una cartolina a Berlusconi per dire di non farlo, anche perché non si possono lasciare gli italiani con un pieno di Berlusconi e le macchine della polizia con il serbatoio vuoto e con la scusa che, una volta ci vogliono i militari, un’altra volta la polizia di quartiere e poi, ancora dopo, le ronde per mantenere in piedi una idea di fascismo, altrimenti rischia di passare nel dimenticatoio. Franceschini ha convinto anche noi al punto di prendere l’iniziativa di soffiare, a partire da oggi pomeriggio, per diffondere la notizia, visto che i suoi militanti di questa città si devono ancora riprendere dal risveglio improvviso e dalla fatica di portare le bandiere ieri da Larino al Piano San Leonardo.
A proposito del Piano San Leonardo, ieri, dove c’era, per fortuna tanta gente di Larino e non solo, il comitato ancora una volta ha escluso Larino Viva, a dimostrazione che spesso chi predica bene rischia di razzolare male, soprattutto quando all’interno c’è qualche “Antonio Pipì”, che, nella indifferenza generale, ha la faccia tosta di gridare che Larino Viva attacca ogni giorno, via internet, il comitato per screditarlo. Non è così, attacca solo gli Antonio Pipì e quelli che cavalcano la tigre, avendo sottolineato il valore ed il significato del comitato e, ancora ieri, avendo apprezzato l’intervento del giovane che rappresentava l’associazione anima del comitato e dello spirito nuovo di Larino, quando ha detto, con grande capacità di sintesi, indicando il palco che Larino non aveva bisogno della vecchia politica, che ha portato alla triste situazione attuale.Noi, ve lo possiamo giurare, a queste parole abbiamo visto applaudire con forza quelli di Larino Viva. Con forza, ve lo possiamo assicurare.
Ed ora, per chiudere, prima di ascoltare il silenzio che il pranzo della domenica lascia nella piazza, ritorniamo per un attimo a San Pardo e San Primiano, a Parduccio, un tempo, poi Pardino ed a Nanuccio che, nel migliore dei casi, è tornato Primiano, per dire che, un tempo non lontano, le stesse famiglie si dividevano questi due nomi fino a creare due tifoserie in continua tensione. O, anche, rinnovando i due nomi ai soli figli maschi (ci hanno assicurato che mai una donna ha preso il nome di uno o dell’altro, come mai un uomo il nome di Casto o di Firmiano santi anche loro perché martiri), un modo di mettere pace. Noi conosciamo il nonno di un nostro amico, ma non è stato il solo, che ha rinnovato il nome Pardo, spesso legato all’altro nome di santo venerato, Antonio, per il suo primogenito e poi al secondo nato ha dato i nome Nanuccio (Primiano) per non scontentare nessuno.Il nostro amico è il poeta dialettale di cui vi parlavamo ieri che, secondo noi, ha dimostrato di avere un debole per San Primiano, forse perché esso rappresenta quelli che sono capaci di dare la propria vita per un ideale, e, non approfittano della situazione per vivere una notorietà e un rispetto per l’eccesso di un trasporto verso il forestiero che, non si capisce perché, è sempre preferito al paesano.Se è così anche noi diciamo, prima “W San Primiano” e subito dopo “W San Pardo”, entrambi patrimonio di una tensione e di una emozione, simboli di un’appartenenza e di una passione che permette di dire con orgoglio, “e di Larino il popolo…”. W il popolo di Larino che ha la forza di questi due riferimenti per tornare a indicare ad altri la giusta strada e mostrare la propria identità, fatta di storia, cultura, arte, memoria, ambiente, tradizioni. In pratica di territorio.
U faùneie
A proposito del Piano San Leonardo, ieri, dove c’era, per fortuna tanta gente di Larino e non solo, il comitato ancora una volta ha escluso Larino Viva, a dimostrazione che spesso chi predica bene rischia di razzolare male, soprattutto quando all’interno c’è qualche “Antonio Pipì”, che, nella indifferenza generale, ha la faccia tosta di gridare che Larino Viva attacca ogni giorno, via internet, il comitato per screditarlo. Non è così, attacca solo gli Antonio Pipì e quelli che cavalcano la tigre, avendo sottolineato il valore ed il significato del comitato e, ancora ieri, avendo apprezzato l’intervento del giovane che rappresentava l’associazione anima del comitato e dello spirito nuovo di Larino, quando ha detto, con grande capacità di sintesi, indicando il palco che Larino non aveva bisogno della vecchia politica, che ha portato alla triste situazione attuale.Noi, ve lo possiamo giurare, a queste parole abbiamo visto applaudire con forza quelli di Larino Viva. Con forza, ve lo possiamo assicurare.
Ed ora, per chiudere, prima di ascoltare il silenzio che il pranzo della domenica lascia nella piazza, ritorniamo per un attimo a San Pardo e San Primiano, a Parduccio, un tempo, poi Pardino ed a Nanuccio che, nel migliore dei casi, è tornato Primiano, per dire che, un tempo non lontano, le stesse famiglie si dividevano questi due nomi fino a creare due tifoserie in continua tensione. O, anche, rinnovando i due nomi ai soli figli maschi (ci hanno assicurato che mai una donna ha preso il nome di uno o dell’altro, come mai un uomo il nome di Casto o di Firmiano santi anche loro perché martiri), un modo di mettere pace. Noi conosciamo il nonno di un nostro amico, ma non è stato il solo, che ha rinnovato il nome Pardo, spesso legato all’altro nome di santo venerato, Antonio, per il suo primogenito e poi al secondo nato ha dato i nome Nanuccio (Primiano) per non scontentare nessuno.Il nostro amico è il poeta dialettale di cui vi parlavamo ieri che, secondo noi, ha dimostrato di avere un debole per San Primiano, forse perché esso rappresenta quelli che sono capaci di dare la propria vita per un ideale, e, non approfittano della situazione per vivere una notorietà e un rispetto per l’eccesso di un trasporto verso il forestiero che, non si capisce perché, è sempre preferito al paesano.Se è così anche noi diciamo, prima “W San Primiano” e subito dopo “W San Pardo”, entrambi patrimonio di una tensione e di una emozione, simboli di un’appartenenza e di una passione che permette di dire con orgoglio, “e di Larino il popolo…”. W il popolo di Larino che ha la forza di questi due riferimenti per tornare a indicare ad altri la giusta strada e mostrare la propria identità, fatta di storia, cultura, arte, memoria, ambiente, tradizioni. In pratica di territorio.
U faùneie
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