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Quel che resta di un bosco dopo le ultime piogge

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Prendiamo spunto da questa foto di un bosco del Friuli ai confini con l'Austria, inviataci dai sigg. Sieglinde e Hans Kreiner, nostri amici della Carinzia, per dire, con il titolo "Quel che resta di un bosco", che la questione clima è una grande questione, la questione. Una questione creata soprattutto dai comportamenti e scelte sbagliate di noi esseri umani e che solo noi, rivoluzionando i nostri comportamenti, possiamo cambiare prima che diventi un fatto irreversibile.  Con capi di Stato come Trump, che sta risuscitando le miniere di carbone in America; come Salvini in Italia che se la prende con gli ambientalisti per non toccare la suscettibilità dei paperoni che promuovono l'inquinamento del clima, o, dell'ultimo arrivato, il neonazista Bolsonaro, nuovo governatore del Brasile che vuole accelerare la svendita dell'Amazzonia, il clima ha solo il tempo di peggiorare e rendere più alto e drammatico, la conta dei disastri e del numero dei morti.  Que

Un decreto mette in crisi il grano duro bio siciliano

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  da GrenPlanet - Inserito il 2 novembre, 2018 - 11:39 Monta la polemica dei coltivatori di grano duro bio siciliano, un settore in forte espansione negli ultimi anni, per un decreto firmato dal ministro delle Politiche agricole Gian Marco Centinaio. Al centro della diatriba un testo che aggiorna l’obbligo di rotazione delle culture a tre anni, già imposto da un decreto del governo Berlusconi nel 2009, e sostituisce le parole ‘cicli colturali’ a ‘colture principali'. Un dettaglio, ma solo in apparenza: perché con la precedente dicitura i coltivatori di grano bio siciliani riuscivano ad aggirare la tempistica, eseguendo due cicli di sulla (una leguminacea) in un anno, e perdendone così solo uno alla produzione del grano. Adesso, come sostengono Ettore Pottino, presidente di Confagricoltura Sicilia, e Giuseppe Li Rosi, dell’associazione culturale di agricoltori e di allevator

I Tre Bicchieri a un solo vino del Molise, la Tintilia Doc “Molise” 2016 della Di Majo Norante

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da  pasqualedilenainforma c.s.   “Solo una l’etichetta premiata per il Molise – recita, quasi con un segno di rammarico, nella sua presentazione, La Guida ”Vini d’Italia ” 2019 – ma di certo una delle migliori a livello nazionale”. Un giudizio che onora, non solo la storica azienda vitivinicola di Campomarino, fondata da Luigi Di Majo, Don Luigi, e, oggi, nelle mani del figlio Alessio, ma il grande vino molisano e fa dire che il Molise c’è tra i grandi territori che originano la qualità e la diversità espresse dalla vitivinicoltura italiana, oggi tra le più note al mondo. Due parole su “Vini d’Italia”, la guida del Gambero rosso, nata 32 anni fa, con l’edizione 2019 che ha visto 60 assaggiatori, sommeliers   impegnati a recensire 22mila vini di tutte le regioni italiane, prodotti da 2530 cantine. I “Tre Bicchieri” sono il riconoscimento di un’eccellenza, vini prodotti con un’attenzione particolare all’ambiente ed all’agricoltura biologica. Un applauso alla Di Ma

Brasile, vince il neofascista Bolsonaro.

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Greenpeace: «Scenario tragico e senza precedenti» Somiglia più a Duterte che a Trump. A rischio l’Amazzonia, gli indios e i trattati internazionali firmati dal Brasile [29 ottobre 2018] di Umberto Mazzantini E’ scioccante dirlo, ma il Brasile, il più grande ed economicamente importante Paese del Sud America, ha un presidente nazifascista: l’ultradestro Jair Bolsonaro ha vinto il secondo turno delle elezioni presidenziali con il 55,20% dei voti e Fernando Haddad, del Partido dos Trabalhadores si è fermato al 44,80%, la sua rincorsa è stata frenata dall’astensionismo dalle schede bianche di chi, pur avendo paura di Bolsonaro, ha avuto più schifo della corruzione e dello spostamento al centro  del PT. Mentre una parte dell’elettorato di Bolsonaro, pur non condividendone le idee, ha voluto dare una lezione proprio al PT. La cosa assurda in tutto questo è che tutti i sondagg

Il sale è un prodotto strategico per l’Italia

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di Giampietro Comolli  Innumerevoli saline marine e miniere di terra di altissima qualità. Un patrimonio da non disperdere. E’ importante un impegno e una attenzione del ministero politiche agricole alimentari forestali e turistiche.  Dopo il vino, le bollicine, l’olio, l’aceto anche il sale è una commodities da salvaguardare, da elevare a prodotto di qualità e tipico e soprattutto da tenere ben stretto come patrimonio nazionale che unisce mare-terra-località-imprese-uomini. E’ un bene inalienabile che necessita di una norma specifica a vantaggio del consumatore, ma anche dei prodotti tipici italiani. Le saline e le miniere sono un bene demaniale dello Stato, per questo è opportuno e corretto che il sistema governativo difenda il sale, come la pesca, come i prodotti Dop, Igp.  Pochissimi sono i sali italiani oggi che rientrano in un riconoscimento ufficiale, come Igp a Trapani e come presidio Slow Food a Cervia, tutte le saline marine o di terra sono colleg

La storia si ripete

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Leggo sulla Newsletter " Firenze riparte da sinistra " del gruppo della sinistra all'opposizione  nel Consiglio comunale di Firenze, l'articolo sotto riportato, che parlando di inceneritore, mi ha riportato indietro di quasi 50 anni e, in particolare, alla lotta che ha visto protagonisti, insieme con gli abitanti del quartiere de Le Torri, anche quelli di S. Quirico, Legnaia, il Ronco, con la Casa del Popolo de Le Torri, punto di riferimento. La segreteria della sezione del Pci, di cui facevo parte, mi ha incaricato di essere presente e intervenire come suo rappresentante in un'affolatissima assemblea. Sono intervenuto e il giorno dopo, in via Baccio da Montelupo, mi sono ritrovato, su indicazione dell'Assemblea - in particolare delle donne, presenti in massa - ad essere il punto di riferimento di una grande manifestazione davanti ai cancelli dell'ASNU, che ha portato avanti la decisione di non far uscire i camion addetti alla raccolta della nettezza n