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Biogas in arrivo, altro problema per l'agricoltura molisana

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di Giorgio Scarlato Non è l’agricoltura che guarda al biogas, ma quanti sperano di ricavare lauti profitti da questa fonte di energia che produce il “digestato”, per ora, considerato un rifiuto e, come tale, va trattato. Giorgio Scarlato, il coltivatore di Palata, dopo il suo intervento “L’agricoltura muore per mancanza di scelte politiche non di risorse”, che ha ricevuto particolare attenzione, torna, con le sue puntuali riflessioni, a mettere in evidenza un problema che riguarda l’agricoltura italiana non solo molisana. Giorni addietro ho letto l’intervista fatta dal giornale telematico regionale “Termolionline” all’agronomo dott. Donato Occhionero : “ L’agricoltura guarda al biogas, in arrivo due impianti a Campomarino”. Il settore del biogas, da sempre, ha acceso aspri dibattiti tra favorevoli e contrari ad una tecnica di produzione di gas ed energia che, se non opportunamente regolamentata, può rivoltarsi contro i suoi stessi principi di sostenibilità ambientale. Come ogn

prime da néve e dope

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Prime da néve e dòpe Fin’è mo’ ce s’teve èncòre u sòle pù de colpe tutt’u ciele z’è fatte grigie come u chelòre da cenere senza carvòne.   I fòie di uelive e de tutte chill’ate i chiante, s’tonghe (g)uardanne da èrréte i vrite, de colpe, sènza viente, ze sò bloccate remanènne ferme com’émbambàlite Ne vòle manche nu ciélle N’èbbaie manche nu cane Nze sènte manche na vòce eé manche nu remòre S’ta cueiéte pure u selenzie che soletamènte i parole émmante pure se sule de tante in tante. Uh, mo’ èrrive a néve e com’èma fa! Niénte, t’ida s’ta férme e zitte pure tu ida spettà ca scenniéne liente liente in mode ca ogne s’tuppele z’èppoie ngòppe e cuill’ate che prime a calate Tutte, mo' che è ghiancheiate, te vé da penzà eé nu ‘hie’hhiafuoche che sfotte i carevòne sotte u callare che volle, i lure,   a palétte chiéne de cenisce, na mènnele, na nòce, duie fave, duie cice escecàte, na pizze de grandineie che n’eie chiù

da Agricultura.it

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Non c’è futuro senza la centralità dell’agricoltura News in daiCAMPI del [07/02/2015] Il saluto che l’altro giorno Papa Francesco ha rivolto ai rappresentanti della Coldiretti, in udienza per i 70anni di vita di quest’organizzazione che ha segnato la politica agricola di questo nostro Paese, è un documento da diffondere, non solo in tutte le parrocchie ma anche nelle scuole italiane di ogni ordine e grado, per la forza della verità che il messaggio esprime. Un documento che dovrebbero far proprio, insieme con la Coldiretti, tutte le altre organizzazioni rappresentanti del mondo contadino, sia dei produttori singoli sia associati, e renderlo occasione d’incontro e di approfondimento per alzare barriere contro i venti di crisi che continuano a soffiare sulle campagne e, così, rimboccarsi le maniche per tracciare nuovi percorsi che portano a segnare i traguardi che si vogliono raggiungere domani. Un documento che mette in grande evidenza il vu

IO STO CON LA GRECIA

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Certo che sto anch'io con questa fonte della nostra civiltà contro la Troika, i parlamenti, i governi e i governatori suoi servi. Contro chi vuole distruggere l'Europa nel momento in cui non sanno che la sua forza è nella solidarietà e reciprocità. Senza questi valori che senso ha?. Questi signori della Troika e quelli che rappresentano hanno, come ripete Papa Francesco, un solo dio, il denaro e, per me, i peli sullo stomaco, chiusi come sono nei loro templi a raccontarsi la vita che non vivono, visto che la negano agli altri. Solo il giorno in cui il popolo imparerà a conoscere e riconoscere i loro volti si sveglierà per ridare voce alla democrazia e porre fine alla dittatura del denaro IO STO CON LA GRECIA CONTRO LA TROIKA CHE VUOLE DISTRUGGERE L'EUROPA COME FOSSE UN SUO GIOCATTOLO

Non c’è futuro senza la centralità dell’agricoltura.

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Il saluto che l’altro giorno Papa Francesco ha rivolto ai rappresentanti della Coldiretti, in udienza per i 70anni di vita di quest’organizzazione che ha segnato la politica agricola di questo nostro Paese, è un documento da diffondere, non solo in tutte le parrocchie ma anche nelle scuole italiane di ogni ordine e grado, per la forza della verità che il messaggio esprime. Un documento che dovrebbero far proprio, insieme con la Coldiretti, tutte le altre organizzazioni rappresentanti del mondo contadino, sia dei produttori singoli sia associati, e renderlo occasione d’incontro e di approfondimento per alzare barriere contro i venti di crisi che continuano a soffiare sulle campagne e, così, rimboccarsi le maniche per tracciare nuovi percorsi che portano a segnare i traguardi che si vogliono raggiungere domani. Un documento che mette in grande evidenza il vuoto culturale e politico, che dura da oltre cinquant’anni in questo nostro Paese, più che in altri, abbagliato, ancora ogg

Papa Francesco: "non c’è umanità senza coltivazione della terra"

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  Le riflessioni agricole del Papa in occasione dell'incontro con Coldiretti: "la sfida è: come realizzare un’agricoltura a basso impatto ambientale? Come fare in modo che il nostro coltivare la terra sia al tempo stesso anche un custodirla? Solo così, infatti, le future generazioni potranno continuare ad abitarla e a coltivarla."                 Cari fratelli e sorelle, buongiorno. Vi do il benvenuto in occasione del settantesimo anniversario di fondazione della Confederazione Nazionale dei Coltivatori Diretti. Ringrazio il vostro Presidente per le cortesi parole che mi ha rivolto a nome di tutti. Estendo il mio saluto al Consigliere ecclesiastico nazionale e a quelli regionali qui presenti, segno della speciale attenzione che la Chiesa riserva alla vostra attività. Il nome “coltivatori diretti” fa riferimento al “coltivare”, che è un’attività tipicamente umana e fondamentale. Nel lavoro degli agricoltori c’è, infatti, l’accoglienza del prezioso dono della terr

Il confronto non è più sulla quantità ma sulla qualità di un’olivicoltura globalizzata

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di Pasquale Di Lena Bisogna guardare lontano se si vuole, con i nostri oli, essere i protagonisti di oggi e di domani del mercato. I nuovi concorrenti sono gli olivicoltori del mondo. Non partire da questa novità vuol dire far perdere opportunità agli oli italiani                 Di fronte a una realtà piena di problemi come quella olivicola, con molti, o la gran parte di essi, causati dal silenzio di un mondo complesso e contraddittorio come quello dell’olio oltre che dal sonno delle istituzioni, c’è chi pensa di darti lezioni con la semplificazione. Per esempio quello di far credere, volendo dare una svolta all’olivicoltura italiana, che il vino e l’olio, attualmente, sono due prodotti che camminano l’uno a fianco all’altro e come tali da considerare. Non è così, visto che sono due realtà che, avendo fatto percorsi diversi, non sono per ora paragonabili o, meglio, affiancabili. Con l’ editoriale che ha aperto l’ultimo numero di Teatro Naturale dell’altra settimana, Albert