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Per i nostri giovani il ritorno alla terra è una speranza non una realtà

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di Pasquale Di Lena Guardando oltre la propaganda dell'assalto alle campagne ci sono le difficoltà quotidiane di cavarne un reddito. Due dati su tutti: su 100 anziani alla guida delle aziende agricole, sono 14 gli under 40; solo il 5% dei giovani prende in mano l’azienda agricola di famiglia               E’ la fatica di arrivare ad avere un reddito, con tutte le responsabilità che richiede la gestione di un’azienda agricola, quello che allontana i giovani dalle campagne o non li porta (aldilà della facile propaganda di un ritorno alla terra) a scegliere l’agricoltura.   Il boom delle iscrizioni di tanti giovani agli Istituti tecnici e alle Facoltà di agraria e forestali non spiega, se non nei termini di proiezioni nel futuro, il ritorno alla terra dei giovani. Questi giovani possono arrivare a un diploma o a una laurea quando l’agricoltura sarà poca cosa, soprattutto per colpa di una scelta che sta andando avanti, invece di essere cancellata, che è quello del furto con

MOLISE SI, MOLISE NO

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 l ’incoscienza di chi governa sta nelle decisioni prese senza rendersi conto delle conseguenze. L’esempio dell’azzeramento delle Province o del loro ridimensionamento, dà il segno dell’improvvisazione e dei rischi che corre l’assetto istituzionale, in mancanza di una serie analisi e un’altrettanta seria riflessione sugli aggiornamenti da apportare per rilanciare il ruolo fondamentale di ogni istituzione in uno più stretto rapporto tra le stesse. Quella del cuci e scuci è la peggiore operazione che si possa fare, soprattutto quando non si tiene conto del quadro generale. Ce lo dice proprio questa operazione smantellamento province quando, dopo aver messo in moto azioni che hanno impegnato gli amministratori in carica, impaurito i dipendenti e bloccato le iniziative programmate da ognuna delle istituzioni coinvolte, fa capire che si è perso solo tempo e creato tanta   di quella confusione che ha portato ancor più a peggiorare la situazione. Di queste riforme non ha bisogno un Pa

NO, U SOLE N'E' S'TATE

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  No, u sòle n’è s’tate E s’tate a tèrre che z’a serchiate tutt’a a néve c’ù iuorne prime a menate. Ecche pecché “sotto la neve pane” e, ‘nvece, “sotto la pioggia fame” L’accue da néve ne scorre è nu surse che scennie fine e teccuà i radeche chiù è funne entrà dend’i sprefunne che fanne da cestèrne è u munnne pe pù renghianà chiane chiane. È l’accue che devènde sergive,fonte, suleche, cigne, ‘hiume, e dapù mare, nen sule na ‘hième, nu canale. Chiù nève fa e chiù a cercuele, u uelive, u grane ze sèntene secure du demane Epifania 2015 - pasqualedilena@gmail .com No, non è stato il sole No, non è stato il sole//E’ stata la terra/che si è bevuto a sorsi tutta la neve /che il giorno precedente aveva fioccato//Ecco perché “sotto la neve   pane”/e, invece, “sotto la pioggia fame”//L’acqua della neve non scorre/ è un sorso che scende fin a toccare le radici più profonde/entrare dentro caverne/ che fanno da cisterne per l’umanità/ per poi risa
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I uelive gentile de larine   Nghianene da tutt’i parte i uelive gentile de larine e pù èscenniene da u Monte, u Metaròne e Mont’Arcane chi vèrse u cigne, chi ebballe pe uelivele,   chi nu vallòne da terre, tra cercuele, cagge, ulme, ruve e ienes’tre, sparene e marganare. T’ènne voie d’èrrevà nu Befèrne pe sentì i frusce di salénnie, a ddòre da lecuerizie. Iie   mi uarde da matine a sère e sule chi ne capisce cuille ch’u uelive dice po penzà ca u miie è nu vizie   2 gennaio 2015       Gli olivi gentili di Larino Salgono da tutte le parti /gli olivi gentili di Larino e poi scendono /dal Monte, il Monte Arone, e Monte Arcano /chi verso il Cigno, chi giù da Olivoli,   /chi nel vallone della Terra.// Hanno voglia di giungere al Biferno /per ascoltare le foglie dei salici,/ l’odore della liquirizia.// Io me li guardo dalla mattina alla sera /e solo chi non capisce ciò che l’olivo racconta /può pensare che la mia sia una fissazione.

LE CITTA’ DELL’OLIO, UN SOGNO

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Voglio raccontare anche a voi il sogno che ho raccontato lo scorso venerdì agli amici presenti alla manifestazione dei venti anni dell’Associazione Nazionale Città dell’Olio, organizzata magnificamente da Assunta D’Ermes, nella veste di vicesindaco e vice coordinatore delle città dell’olio del Molise, per conto del Comune di Larino.  con me, il presidente Carlo Antonini  e il Sindaco di Larino Alberto Malorni C’erano anche, nella Sala consiliare ai piani alti del Palazzo Ducale, i sindaci e gli amministratori di oggi delle Città dell’Olio, ma anche di ieri, come Nicola D’Ascanio, che è stato il primo a portare l’adesione di Montenro di Bisaccia; Pasquale Pizzuto, socio fondatore con Colletorto; Michele Pangia, allora sindaco di Rotello. C’erano, con Vincenzo Notarangelo sindaco di Larino, il Presidente e il Direttore dell’Associazione nazionale, Enrico Lupi e Antonio Balenzano; il coordinatore delle città dell’olio del Molise, nonché sindaco di Venafro, Antonio Sorbo; il d

LA REGIONE TOSCANA RISPONDE ALL'APPELLO DELL'ENOTECA

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Un milione di euro per salvare l'Enoteca italiana Una notizia, un saluto e un augurio. Così Pasquale Di Lena lancia una concreta speranza per il rilancio della struttura permanente nel campo della promozione e dell’immagine del vino italiano                 Care amiche, cari amici, nel ringraziare ognuno di voi della firma posta alla petizione, lanciata due settimane da me e dai miei presidenti Margheriti e Tattarini, inoltro il comunicato stampa che annuncia una forte iniziativa della Commissione Agricoltura - Regione Toscana per evitare la chiusura dell’Enoteca. L’Appello “ No alla chiusura dell’Enoteca italiana di Siena e l’impegno del consigliere regionale Marco Spinelli e di quanti con lui si sono adoperati per il raggiungimento di questo primo importante risultato, hanno sicuramente dato quel contributo a rilanciare le speranze di rilancio dell’Enoteca Italiana. Un impegno che serviva per squarciare l’indifferenza di fronte all’annunciata chiusura della sempre più

LARINO 17 DICEMBRE 1994, NASCITA CITTA' DELL'OLIO

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con me, il presidente Carlo Antonini  e il Sindaco di Larino Alberto Malorni Larino, 17 Dicembre 1994 ore 10, sala conferenze Palazzo Ducale, prendeva inizio l'incontro dei 33 amministratori, sindaci, presidenti di Province e Camere di Commercio, alla presenza del Sindaco della Città, Alberto Malorni, e dopo il saluto dell'On. Federico Orlando, per la Costituzione dell'Associazione Nazionale delle Città dell'Olio, da me pensata e preparata all'Enoteca Italiana di Siena con la piena condivisione del Presidente Sen. Riccardo Margheriti. Per quelli di Imperia (Liguria), Seneghe (Sardegna), Trevi (Umbria), Trequanda (Toscana), Cartoceto (Marche), Massa Lubrense (Campania), Poggio sannita (Molise), un viaggio lungo per raggiungere Larino, l'antica capitale dei romani e patria di tre varietà di olivi autoctoni, dei 18 coltivati in Molise e dei 500 che compongono il ricco patrimonio di biodiversità olivicola, che danno all'Italia un primato mondiale, ancora