Un'olivoteca per l'Italia

Ho trovato sulla rassegna stampa di Agronotizie quest'articolo, datato 2009, di Francesca Bilancieri che parla di un mio progetto "Olivoteca d'Italia", che, se realizzato nel Molise o in ogni altra Regione, serve all'olivicoltura italiana e ai territori che più la esprimono, tanto più oggi che si è trovato l'accordo per un Piano Olivicolo nazionale. Il progetto da me pensato è stato ragionato con  il compianto presidente della CIA, Giuseppe Politi, e con il Presidente dell'Associazione Nazionale delle Città dell'Olio, Enrico Lupi. E' Politi che ha scelto il nome "Olivoteca d'Italia". Non ho perso la speranza di vederlo realizzato - con il Mipaaf, una Regione olivicola, l'Associazione delle Città dell'Olio, la Cia e altre associazioni - in un luogo magico di questo nostro stupendo Paese. L'Olivoteca d'Italia, il luogo d'incontro con il più ricco patrimonio al mondo di biodiversità. (pdl)

All'insegna della biodiversità, raccoglierà 400 varietà autoctone provenienti da tutto il territorio nazionale

Si chiamerà 'Olivoteca d'Italia' l'azienda che raccoglierà le 400 varietà autoctone di olivo diffuse su tutto il territorio nazionale: un vero e proprio "scrigno delle meraviglie", che raccoglie, custodisce, organizza e presenta l'olivo, con tutte le sue diversità di aspetto, di linguaggio e di caratteri, senza dimenticare il frutto delle sue olive, l'olio.
Presentata ufficialmente a Trieste con il rappresentante dell'Associazione delle Città dell'Olio e il presidente della CIA, Giuseppe Politi, l'iniziativa ha come obiettivo principale quello di raccogliere in un luogo, ancora da decidere, il patrimonio della biodivesità olivicola, che dà al nostro Paese uno dei tanti primati nel campo dell'agroalimentare. 
Si tratta, nelle intenzioni del suo creatore Pasquale Di Lena, fondatore e presidente onorario dell'Associazione delle Città dell'Olio, di un progetto ricco di sfaccettature e finalità differenti.
Un sito dove far vivere un oliveto particolare rivolto a più soggetti: dalle scolaresche e maestre della scuole dell'obbligo allo studente e ricercatore universitario, dall'amante del paesaggio al turista, fino al consumatore e amante dell'olio. Un "campo-catalogo" per raccogliere e salvaguardare la biodiversità, in cui ogni ogni varietà racconta la propria storia e quella del territorio di provenienza, senza tralasciare i caratteri dell'olio spremuto dalle olive che produce. Una fattoria didattica che mette a disposizione un libro aperto che parla di olivo e di olio, di ambienti paricolari, con frantoio e laboratori per far capire il percorso dell'olio, dalla pianta alla tavola del ristorante o della casa del consumatore. Un panel test dove è possibile degustare l'olio italiano per eccellenza quale sommatoria di tutte le varietà di olive e, anche, 400 oli monovarietali. Infine, un luogo animato di mille altre iniziative per far vivere una realtà che ci appartiene e che non sempre conosciamo.
L'olivoteca si pone, quindi, come uno strumento che vuole, attraverso le sue iniziative, promuovere e valorizzare il ricco patrimonio della biodiversità, sapendo che è l'unico modo per conservarlo e tutelarlo. Uno strumento non solo di fondamentale importanza ma anche profondamente innovativo, per il suo carattere interattivo che permette di averlo sotto gli occhi e "toccarlo con mano" in ogni sua parte.
E' importante sottolineare che il patrimonio di 400 varietà rappresentate nell'Olivoteca è quasi il doppio di tutte quelle possedute dal resto dei Paesi del mondo, in un quadro di 224 milioni di alberi di olivo che coprono tutte le Regioni (la sola esclusa è la Valle d'Aosta), soprattutto quelle segnate dall'Appennino e le isole, sui 12 miliardi di alberi censiti in Italia.
Questo patrimonio considerevole, che produce già 350 tipologie di olio, offre anche un altro primato: il numero di dop e igp (38 sulle 92 ad oggi riconosciute dall'Ue), fondamentale per misurarsi su un mercato che sempre più competitivo, dove diversità e qualità possono senza dubbio risultare le carte vincenti.

Commenti

  1. forse il Ministro Martina darebbe il suo consenso,mi pare un ministro attento e sensibile.L'Italia ,dicono,ha la più grande varietà di ulivi,tu hai postato un magnifico ulivo saraceno,ma sono bellissimi gli esili ulivi di Toscana,della Liguria, ........

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    1. Penso anch'io che a Martina piacerà l'idea. C'è bisogno della disponibilità di una Regione, un Comune e della messa a disposizione di un'azienda da trasformare in Olivoteca d'Italia, il parco agricolo degli ulivi autoctoni delle regioni italiane.

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  2. Il comune di Colle d'Anchise sicuramente non è idoneo (650 mt. s.m.). Il Molise sicuramente SI, a Martina (il ministro)non costerebbe nulla ed io semplice contadino sarei felice poter solo parlare di una così interessante "teca" dove rimarrà racchiusa, si fa per dire una millenaria ricchezza di beni essenziali e di cultura. Ma poi l'informazione e formazione che ne deriverebbe, per i coltivatori e soprattutto per i consumatori. Io credo potrebbe essere l'unico antitodo a qualsiasi timore di "xilella" piuttosto che "importazioni selvagge". A te Pasquale il più vivo augurio di buona riuscita.
    Carmine Lucarelli

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