Cari amici, oggi è bora (vòreie) e si respira un’aria nuova, frizzantina, come tutto quello che viene dal nord. Una ventata salutare per l’autunno che deve spogliarsi delle sue foglie morte. Atto fondamentale per fare dell’inverno la fase di preparazione delle nuove gemme, da affidare poi alla primavera che si preoccuperà di farle sbocciare e all’estate, che ha il compito di raccogliere i frutti che l’uomo contadino avrà cura di trasformare in cibo. Pane, soprattutto, e orto in abbondanza. Il tempo del raccolto che si prolungherà con le olive per fare dell’olio il compimento, o se volete, il condimento che lega i profumi ed i sapori e li esalta, per accompagnarsi, così, al vino. Aria nuova, amici, tonica per la nostra mente assopita da falsi vènti che hanno avuto il solo merito di seccare i nostri fiori più belli, i valori, e di intaccare la nostra identità, il territorio, che è il solo vero bene che ci appartiene, la nostra risorsa rigeneratrice, quella che ci porta a sognare e ...