L'orizzonte post elettorale
di
Umberto Berardo
Vittoria
alle elezioni politiche per la Lega e trionfo per il Movimento Cinque Stelle.
disegno di Ro Marcenaro |
Il
centro destra regge alla prova dei seggi, mentre Il Partito Democratico frana
malamente e la sinistra si polverizza.
In
generale la destra conquista il Nord, mentre il M5S dilaga nel Mezzogiorno e
pochi restano i collegi dove il PD tiene.
Con
il distacco della politica dalla vita reale della popolazione siamo per molti ai
giorni del "redde rationem" sugli errori commessi e sulle omissioni
rispetto ad un lavoro relativo alle necessità immediate dei cittadini dai quali
spesso ci si è colpevolmente allontanati nell'impegno politico come anche dall'esigenza
di prospettare un quadro di riferimento chiaro rispetto al tipo di società che
si ha in animo di costruire.
Sono
i giorni delle analisi politiche sul voto che per la verità si sviluppano con
contraddizioni e superficialità.
Qualcuno
accusa il colpo e si dimette da incarichi di partito, mentre altri rimangono
imperterriti al proprio posto o annunciano per così dire "dimissioni
congelate" forse con lo scopo di avvelenare i pozzi del confronto
all'interno del partito e quelli del dialogo politico più generale mirante ad
un governo del Paese sul quale occorre in ogni caso tentare di esprimere
ipotesi che comunque non possono comprimersi in maniera catastrofica su
elezioni a breve termine con l'attuale legge elettorale che sul piano
democratico ha mostrato tutti i suoi aspetti inopportuni e dannosi dalla
negazione del potere reale di scelta dei cittadini fino a quello del possibile
ripescaggio di molti candidati, bocciati sonoramente in alcuni collegi e poi
eletti grazie a strani meccanismi predisposti nel Rosatellum.
È
indubbio allora a nostro avviso che l'Italia abbia bisogno di un governo
quantomeno per dare al Paese una legge elettorale che si ispiri finalmente ai
criteri di una democrazia reale e che garantisca contestualmente rappresentanza
ai cittadini e stabile governabilità.
Al
riguardo crediamo che la cosiddetta società civile non possa ancora subire per
l'ennesima volta le proposte indecenti avutesi negli ultimi anni, ma che debba
giocare un ruolo decisivo nell'elaborazione delle regole del voto attraverso
strumenti di democrazia diretta che occorre immaginare in fretta e mettere in
atto.
L'orizzonte
post elettorale appare ora alquanto nervoso, ma anche colmo d'indecisioni,
ostacoli e rebus di ogni sorta.
Intanto
ci piacerebbe che tutti prendessero consapevolezza che la campagna elettorale è
finita e che si abbassassero i toni di polemiche talora inutili che non
accennano a spegnersi.
Gli
scenari possibili che abbiamo avanti vanno da un governo monocolore del M5S,
che vada a ricercarsi i voti in Parlamento su singoli provvedimenti condivisi
da altri, ad un esecutivo di alleanza tra M5S e PD e LEU, tra M5S e Lega o
ancora tra Centro-destra e PD.
Tranne
la prima, nessuna delle altre ipotesi sembra percorribile al momento
soprattutto se si guarda quanto sta accadendo all'interno delle forze politiche
ed in particolar modo nel PD che già sembra destinato ad ulteriori spaccature.
Non
sarebbe utopica in merito una consultazione tra gli aderenti di partiti e
movimenti.
Abbiamo
già scritto in un fondo dei giorni scorsi che nella foga della campagna
elettorale molti hanno cercato di vendere frottole mascherate da promesse.
Ora
pensiamo che soprattutto chi immagina di volersi spendere per dare un governo
al paese debba tornare ad un sano realismo e produrre, in possibili convergenze
di mediazioni nel confronto, proposte di soluzione ai problemi dei cittadini che
non siano improvvisate, empiriche o avventate, ma percorribili e compatibili
con i mezzi disponibili nella legge di stabilità e quindi nelle risorse
finanziarie.
C'è
dunque in immediato la necessità di elaborare una legge elettorale, di far
ripartire seriamente un Paese che ancora arranca sul piano economico e di
approvare alcuni provvedimenti che, se non riescono in immediato a creare
equità nella distribuzione del lavoro e della ricchezza disponibili, almeno
riducano le diseguaglianze scandalose ed una povertà che interessa quasi cinque
milioni di italiani.
Per
riacquistare credibilità ci auguriamo che la politica sia lontana dai poteri
forti che già si stanno riposizionando e vada incontro ai bisogni reali della
popolazione, la maggior parte della
quale, checché se ne dica, sta attraversando ancora il tunnel nero di una crisi
economica che non accenna a scomparire.
Questo
speriamo che il presidente Mattarella chieda alle forze politiche nelle
consultazioni per la formazione di un nuovo governo nelle quali ci auguriamo
che, al di sopra degli interessi di parte, si facciano prevalere quelli del
bene comune.
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