Pesticidi nella frutta e nella verdura. A rischio prodotti esteri e fuori stagione

da Italiaatavola 16 Marzo 2015 n° 363

La frutta e la verdura del mercato conterrebbe più pesticidi rispetto a quella della Gdo, lo sostiene un servizio de “Le Iene”, che ha mostrato i risultati di analisi effettuate su alcuni campioni dell'ortomercato. All’interno di frutta e verdura vengono riscontrati anche sostanze bandite dalla Comunità europea

Fare la spesa nel posto e nel modo corretto non è così semplice come si pensa, anche in Italia, patria del buon cibo e della Dieta mediterranea. Ai numerosi casi di sequestri per contraffazione alimentare - che Italia a Tavola è solita denunciare con prontezza - si aggiunge la sfortunata possibilità di acquistare degli alimenti dannosi per la nostra salute, perché contengono pesticidi oltre i limiti imposti dalla legge.

La più recente indagine sul campo è stata effettuata da Nadia Toffa, del programma tv “Le Iene”, che si è recata all'ortomercato di Milano (per vedere il servizio completo de Le Iene clicca qui). Nel servizio si è evidenziata la differenza tra un prodotto di stagione ed uno non di stagione: i prodotti di stagione maturano all’aria aperta ricevendo la luce diretta del sole e mantenendo sostanze nutritive e antiossidanti; i prodotti coltivati in serra, invece, per crescere hanno bisogno di pesticidi. Ma se ormai tutti sanno che la stagione delle arance è l’inverno e quella dei pomodori è l’estate, per altri prodotti si fa molta confusione. Gli asparagi, ad esempio, sono presenti in Italia da marzo a giugno; le melanzane da maggio a settembre; il sedano da settembre ad aprile; i peperoni da giugno ad ottobre; le cime di rapa da novembre a marzo; il mandarino da novembre a febbraio; le fragole da giugno a settembre; le albicocche da giugno a luglio e così via.

La Toffa ha acquistato avocado, banane, uva, pompelmo, fagiolini, ananas, per sottoporli a delle accurate analisi di laboratorio. Risultato? Nella metà della merce analizzata è stata riscontrata la presenza di pesticidi fuori norma, oltretutto il pericolo riguarda, in modo particolare, quei prodotti provenienti dall’estero.

Ovviamente i dati riportati nel servizio de “Le Iene” non hanno validità statistica, come tiene a precisare la stessa Nadia Toffa, ma destano comunque un certo allarmismo. Gli esperti intervistati hanno infatti specificato che in molti casi, all’interno di frutta e verdura, vengono riscontrati anche antiparassitari, banditi dalla Comunità europea. Il dott. Carmine Ventre del Centro Analisi Biochimiche Sas spiega che in Italia attraverso l’ortofrutta entrano pesticidi che da noi sono vietati, mentre nei Paesi d’origine sono tranquillamente utilizzabili. E il rischio è che essi possano provocare danni all’organismo (nel peggiore dei casi il cancro). Quello che si innesca è un circolo vizioso: nel momento in cui la Comunità europea ha vietato l’utilizzo di determinati pesticidi, le industrie produttrici hanno iniziato a venderli all’estero, nei Paesi nei quali il loro utilizzo in agricoltura è consentito; importando poi i prodotti ortofrutticoli in Italia, le stesse sostanze vietate riescono ad arrivare lo stesso sulle nostre tavole.

Ma i rischi per la salute - evidenzia il servizio de “Le Iene” - non ci sono solo se si consumano prodotti provenienti dall’estero, ma anche quelli fuori stagione. La coltivazione in serra implica l’utilizzo tanto di pesticidi quanto di ormoni, che accelerano la crescita dei prodotti. Le conseguenze per il nostro organismo, evidenzia la nutrizionista Renata Alleva, possono essere scompensi nel nostro equilibrio ormonale, con il rischio di ammalarsi con più facilità di tumore. Non solo, ma gli stessi specialisti hanno affermato che alcune primizie coltivate in serra oltre ai pesticidi possono contenere anche meno antiossidanti e vitamine rispetto a prodotti di stagione.

A questo punto per capire come queste “irregolarità” possano essere sfuggite alle regolari ispezioni, è stato chiesto agli operatori del mercato e, a ritroso, dell’Ortomercato di Milano (da cui proviene la merce) e a un responsabile dell’Aeroporto di Malpensa, dove è sbarcata la merce in questione, quali tipi di accertamenti vengono effettuati. L’esito è sconfortante: i controlli sono carenti e rari, nel dettaglio le tonnellate di frutta e verdura che sbarcano ogni giorno solo a Milano, vengono “controllate”, da un team di sole 6 persone. I controlli fatti dalle Asl si limiterebbero invece a monitorare una settantina di pesticidi a fronte dei 500 cercati da “Le Iene”.

Al termine del servizio tv Nadia Toffa e Carmine Ventre consigliano di comprare prodotti italiani, rigorosamente di stagione, a km zero, e se possibile nella Grande distribuzione. Sembrerebbe infatti che proprio in una catena della Gdo vengano compiute delle analisi periodiche su una serie di prodotti ortofrutticoli (di stagione), con esito negativo: tutto in regola.

Efsa: Nessun rischio per la salute
Ma se i dati del servizio de “Le Iene” non possono avere valenza statistica, numeri certi provengono invece da una relazione del 2013 effettuata dall'Autorità europea per la sicurezza alimentare (Efsa), che scongiurano gli allarmismi suscitati dai programmi tv; i risultati generali delle analisi, diffusi dall’Ansa, inducono infatti a concludere che la presenza dei residui di pesticidi riscontrata nei prodotti alimentari sotto osservazione non pone probabili rischi sulla salute.

Dopo aver analizzato 81mila campioni di alimenti provenienti da 27 Stati membri dell'Ue, Islanda e Norvegia, L’Efsa ha riscontrato che il 97% contiene livelli di residui di pesticidi che rientrano nei limiti di legge, con poco meno del 55% dei campioni privo di tracce rilevabili di tali sostanze chimiche. Tra i campioni di cibo analizzati dall'Efsa nell'ambito del programma di monitoraggio di coordinamento europeo, 8.270 provenivano da Paesi terzi, in seguito ai controlli più stringenti avviati sugli alimenti importati in Unione europea dopo le disposizioni del Regolamento comunitario 669/2009. 11.582 invece i campioni riguardanti l'area comunitaria, presi da dodici prodotti alimentari e mirando la ricerca di 209 distinti pesticidi.

In genere una maggiore prevalenza di residui eccedenti i livelli massimi consentiti si è riscontata nei prodotti importati da Paesi extra Ue (5,7% per i prodotti importati contro l'1,4% dei prodotti Ue). Tra i campioni di cibo controllati, sono stati rilevati casi di limiti fuorilegge di pesticidi soprattutto nelle fragole (2,5% dei campioni), lattuga (2,3%), avena (1,3%), pesche (1,1%9 e mele (1,0%). Sui 1.597 campioni di alimenti per infanzia esaminati nel 92,7% dei casi non sono stati riscontrati residui, mentre nel restante 7,3% si sono rinvenuti residui contenuti comunque nei limiti di legge.

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