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L'ignoranza fa più danni dei lieviti e dei solfiti.

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da Linkedin Data di pubblicazione Data di pubblicazione 11 gennaio 2018 Umberto Trombelli Segui Segui Umberto Trombelli Consiglia 59 Commento 10 18 Scrivi un articolo Prendo spunto da alcune riflessioni e commenti postati negli ultimi giorni sui Social per approfondire alcune tematiche a cui tengo particolarmente e a cui non posso più voltare le spalle. Nei giorni scorsi stata pubblicata un'intervista ad un produtto

Wwoofing - la terra ci unisce

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Molto interessante l’iniziativa che ha occupato l’intera mattinata la sala consigliare del Comune di Termoli. Si è parlato di Wwoofing, cioè della possibilità di condividere la campagna e la sua   ruralità con la promozione di una comunità globale sostenibile mediante il vissuto di esperienze educative e culturali basato sulla fiducia   e la presenza in aziende agricole biologiche e piccole comunità. Tutto attraverso   lo scambio ospitalità, lavoro per un’esperienza almeno di una settimana.   Wwoof   è un movimento a carattere internazionale che comprende anche l’associazione italiana, al quale è possibile aderire mediante una semplice iscrizione, che, alle aziende, richiede la sostenibilità, non solo come scelta agronomica, ma come scelta di vita, e, al singolo o ai gruppi, la voglia di viaggiare e vivere esperienze di lavoro e, appunto, di vita.  Una grande opportunità per una Regione come il Molise, con il suo carattere di città campagna e, anche, con l’avvio del Biodistretto

Birra: cresce il consumo in Italia

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I l Golosario | 24-12-2018 I trend di mercato analizzati dal report firmato da Beverfood.com Nel 2016 in Italia sono stati consumati 18873 milioni di ettolitri di birra. È il dato più alto della storia, in aumento dello 0,8% rispetto all'anno precedente, ma ben 30% in più rispetto a 20 anni fa (1996). Questo significa che il consumo annuo procapite si attesta a 31,1 litri. Sono i dati che emergono dal report annuale di Beverfood.com.  Gli impianti presenti sul territorio nazionale sono 15 a livello industriale e circa 800 tra microbirrifici e brew pub artigianali. Il volume complessivo della produzione nazionale si è fermato a 14,5 milioni di ettolitri (contro 14 milioni ettolitri dell'anno precedente). Di questi, 2,6 milioni (18%) sono destinati all'esportazione, mentre le nostre importazioni arrivano a 6,9 milioni di ettolitri (il 37% dei consumi). Gli addetti, tra diretti, indiretti e indotto, è pari a 137.000 unità.

L'attuale classificazione degli oli di oliva inganna il consumatore

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Olio di oliva è la denominazione giusta per l’intero mondo legato all’olivicoltura e all’olio, quella che può ridare a questo principe di tutti i grassi la sua dignità, e, con essa, la possibilità di tornare a vivere un rapporto diretto con il consumatore   1   0 Google + 0   0 Perché l’olio di girasole è olio ricavato dai semi di girasole e l’olio di palma è quello ricavato dai frutti delle palme? E perché l’olio di oliva non è quello ricavato dalla spremitura delle olive, ma solamente un olio composto di oli di oliva raffinato e oli di oliva vergini? Perché l’olio di girasole è olio di girasole e l’olio di palma è olio di palma, così come gli altri oli estratti da un seme o un frutto, diversamente da quello di oliva che, in base al Reg. CEE 1513/01, è così classificato ? 1. Oli di oliva vergini – quelli ottenuti del frutto dell’olivo soltanto mediante processi me