Questa mattina, domenica 21 di un ottobre ancora pieno di sole, ho finito di raccontare, agli amici su facebook, le sensazioni dell’assaggio di ieri sera, il primo, dell'Olio di Flora raccolta 2012, fatto nei modi che più mi piacciono e che non hanno niente del panel test che, so bene, è una cosa seria. L’ho raccontato così: prima l'olfatto e poi il sapore con una mezza fetta di pane di D'Aversa di Cercemaggiore, che mi ha rip ortato lontano nel tempo quando il pane era, del poco sano cibo, l’elemento fondamentale, e, comunque, il più buono. C'è da dire che non è possibile dare un giudizio sui caratteri organolettici di un olio appena uscito dal separatore e, come tale, ancora traumatizzato dalla frangitura delle sue "Gentile di Larino" olive. Si può, però, raccontare, come cerco di fare io con questa nota, la sensazione di un'emozione e cioè di un olio delicato, rotondo che esaltava il pane prima citato. Buono, appagante, benefattore di risto