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GRAZIE GIANCARLO, GRAZIE IL PONTE

Il fatto che Giancarlo ci ha salutato con un ciao, rende meno preoccupane la notizia che, con il numero in questi giorni in edicola, lascia la direzione de il Ponte. Sapendo quello che egli ha fatto in questi undici anni di direzione di un mensile che ha un numero di abbonati impressionante per il Molise e che, partito da Larino, è diventato il periodico di una Regione che, pur avendo un numero alto di quotidiani e di periodici, registra un numero basso di lettori. Ma il valore de Il Ponte non sta in questo suo successo, anche se esso ha dell’incredibile, ma nella capacità di arrivare là dove c’era un lettore che l’aspettava. Aspettava per leggere la realtà, soprattutto quella che non si vuol vedere; sapere la verità dei fatti ed essere messo al corrente di questioni difficili da affrontare e soprattutto da spiegare, raccontare e renderle comprensibili a tutti. Pensiamo alle questioni ambientali con servizi tutti documentati e con collaborazioni di altissimo livello. Ecco l’altro fo

DOMANI

Leggendo qua e la' n. 94 - Arriva agosto e si scoprono le autostrade, nonostante la terza corsia e, per alcune, la quarta e per una sola, quella di Mestre, anche il passante. Quella che non conta è la Salerno – Reggio Calabria, un pozzo di San Patrizio senza fine. Chissà quanto avranno da ridire in questo ritorno alle origini tutti quei meridionali (terroni), ormai passati alla lega, per dimostrare che non sono terroni ma leghisti emancipati, lumbard evoluti; veneti sobri o piemontesi aperti al sorriso del sole e alla malinconia della luna. Le autostrade di fine luglio-agosto sono il segno più evidente di una programmazione fatta a casaccio, che tiene conto solo del trasporto su gomma e non di quello su rotaie e sull’acqua, per non parlare di quello nell’aria. Ma con la nuova Alitalia regalataci da Berlusconi a suon di quattrini, che poi sono i nostri risparmi, non è il caso di parlare di questo spazio enorme che la nostra amica, Bora, un altro vènto che l’Adriatico conosce, pulis

ANCHE ASINI E PECORE NEL LORO PICCOLO S' INCAZZANO

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di Zacc e Bélina LA RU486 Zacc- bisogna rimuovere le cause che portano all’aborto Bélina- il consumismo dei valori, la mancanza di indignazione Zacc – troppo complicato Bélina – lo so a cosa pensi. Basta stare lontano dai coglioni NON E’ Zacc – dopo tutte le schifezze che ha fatto perché il Vaticano non l’ha scomunicato? Bélina- non è una pillola abortiva FRATELLI D’ITALIA Zacc - da Vicenza “No ai presidi di origine meridionale” Bélina – per loro sono stranieri senza permesso di soggiorno. DESOLANTE Zacc – “desolante”, come dice l’avvenire Bèlina – per questo ha deciso di fare una capatina a San Giovanni Rotondo LA TRAMA Zacc – Franceschini “non si può dire ad uno dei fondatori del Pd (Rutelli) se non sei d’accordo accomodati fuori” Bélina – ma che la smetta di tramare, si! PROMESSA DA BERLUSCONI Zacc – Berlusconi promette soldi al sud Bélina – la stessa promessa fatte alle escort (volgarmente zoccole) LA VOCE DEL PADRONE Zacc - “La questione del sud è in via di risoluzione” parola di

Dop, Igp e Stg: garanzie per il consumatore

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Dietro ogni prodotto a marchio DOP o IGP, c’è l’identità del territorio. La qualità è nell’origine, e l’origine è il territorio con il suo patrimonio di storia e di cultura, ambienti e paesaggi, tradizioni, produzioni e biodiversità.Il territorio è, anche, l’uomo, l’altro grande protagonista della qualità, che lo interpreta e lo rappresenta, colui che riesce a legare il prodotto al piacere del gusto e della bellezza, alle emozioni che un paesaggio, un vino, un piatto riescono a dare, nel momento in cui sono espressioni di “originalità”. Ecco perché nella storia la denominazione o indicazione geografica di un prodotto della terra o, anche, dell’artigianato, diventa, soprattutto se riferita alla qualità, motivo di una scelta. La denominazione è il modo più semplice per chiedere o offrire, memorizzare o riconoscere un prodotto da un altro e attribuire ad esso il giusto significato e, così facendo, marcare le caratteristiche del prodotto stesso.Un fatto che trova, in momenti lontani e dive

Vietri", non è Iorio il solo responsabile

da primapaginamolise Chiudevo, due giorni fa, una mia nota di riflessione sulla sanità, con la nomina di Iorio commissario, sottolineando l'errore suo e delle sue maggioranze di indebolire l'ospedale di Larino, per rendere questa nostra struttura vittima sacrificale di un piano semplicemente folle, che, invece, di risolvere i problemi li aggrava, come, del resto, si è avuto modo di verificare in questi anni e, soprattutto, negli ultimi mesi. Un'azione avviata subito dopo il ribaltone che ha visto Iorio al governo della regione Molise al posto di Veneziale, all'indomani dell'approvazione del Piano Sanitario Regionale, detto di Astore. Un piano che io ho approvato, convinto allora, e ancor più ora, della bontà delle sue finalità, perché diceva quello che, in quest'anno e mezzo, ho avuto modo di ribadire ripetutamente, insieme a Larino viva, con la sottoscrizione del documento ripreso, nei suoi punti di fondo, dal Presidente Iorio e da molti altri, compreso qualcun

IL RIPOSO DEL GUERRIERO

RAGLI E BELATI di Zacc&Bélina Zacc – ha detto che anche questa volta andrà in un centro benessere Bélina- del Nord o del Sud?

CHI PENSA A RADICARE E CHI E' COSTRETTO A SCAPPARE

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Noi vènti, ultimamente, soprattutto in Molise, siamo di grande attualità per la sola ragione che diamo energia, quella pulita. Di questo siamo felici e pienamente soddisfatti per essere utili a qualcosa. Per la verità il nostro lavoro più duro è quello che facciamo senza alcun riconoscimento da parte di chi ora ci adora e ci desidera, quello della impollinazione, che ci rende indispensabili alla vita ed alla sua continuità. Per questa fatica enorme, che ci appartiene, nessuno ci considera, anzi i più provano fastidio. È sempre così: è il niente che appassiona, mai la sostanza; il vuoto delle parole, mai il loro vero significato; la demagogia, mai la verità; la contraddizione, mai la coerenza. Detto questo, passiamo a commentare quest’ultimo scontro sulla possibilità di sfruttamento della nostra natura di produttore di energia per evidenziare alcune contraddizioni. Intanto, che siamo diventati preda dei soliti padroni, che, rendendoci schiavi, hanno capito che possono fare grandi affari