Anche una vendemmia che mostra di mantenere le promesse fatte qualche mese fa, con una quantità di poco superiore a quella dello scorso anno (46,3 milioni di ettolitri) e un’ottima qualità, peserà negativamente sul reddito dei produttori per colpa di un mercato delle uve fermo, che, nel momento in cui si accenna ai prezzi, registra una diminuzione record, comunque non remunerativi dei costi di produzione che, quest’anno, hanno visto una ulteriore lievitazione per colpa dei trattamenti per debellare gli attacchi di peronospora. Bisogna pensare che la stessa sorte sarà riservata alla prossima raccolta delle olive che parte nella prima decade di ottobre, con buone prospettive di quantità e di qualità. Per non parlare dei cereali, con il grano che vede calare il prezzo e il mais perdere quote di produzione, e poi dell’ortofrutta, in particolare le mele. Un disastro a livello nazionale che colpisce il settore, oggi più che mai primario e centrale, per ridare spazio di crescita alla economia...