Un’alternativa all’alternanza

di Pasquale Di Lena -- uscito su Primo Piano Molise 13.07.2022
Un alternativa all’alternanza per ridare voce alla politica e ricomporre i ruoli del governo e dell’opposizione, fondamentali per la vita democratica di un paese, di una regione, come di qualsiasi altra entità territoriale e istituzionale. È pur vero che lo scettro del comando è, oggi, tutto nella mente e nelle mani del dio denaro. Un dio che si sente onnipotente, e, privo com’è di ogni valore, è non solo spietato, violento, ma anche furbo, capace, visto che ha coinvolto tutti con la sua scelta del consumismo, di sicuro la più coerente con il suo modo di pensare e di vedere la realtà. Una grande opportunità per accumulare, senza limiti, altro denaro, per una totale mancanza di rispetto nei confronti della natura, dei suoi ritmi e dei suoi protagonisti. Un dio, quello del denaro, che, non solo non ha valori, ma neanche il senso del finito, del limite. Una riflessione necessaria che vale per il globo, i suoi continenti e i suoi paesi, l’Italia e le sue Regioni, ancor più per il Molise e il suo territorio. Piccolo, ma ricco di risorse e di valori, che, se bene utilizzati, possono dare alle ali della farfalla, colorate di arcobaleno, la forza che serve per volare oltre le nuvole, più in alto e più a lungo possibile. E, a mio parere, ciò è possibile solo se una classe politica e dirigente torna a considerare il denaro un mezzo e non un fine; sa cos’è il territorio e riesce a riconoscere i suoi valori e le sue risorse quali sono la storia e la cultura, l’ambiente e il paesaggio, le tradizioni, le attività. In primo luogo l’agricoltura, che è stata, è, e resterà, domani ancor più di ieri e di oggi, il settore primario dell’economia. Il perno fondamentale della ruota di uno sviluppo che non va oltre le possibilità offerte dal territorio, ma di pari passo, sapendo che molti dei valori e delle risorse sono, tutte o in parte, ancora da esprimere. Se, invece, riconosciute e bene utilizzate sono una fonte di opportunità per i turismi possibili: dalla storia, ricca di millenni, alla cultura; dalla pesca alla cucina del pescato; dai prodotti dell’agricoltura a quelli del bosco, del pascolo e della transumanza; dai tartufi ai funghi e agli orapi; dalle feste e dalle ricorrenze alla ospitalità; dalla bellezza dei paesaggi alla qualità dell’ambiente, con l’aria che si può ancora respirare, e l’acqua, spesso minerale, che è un piacere bere. E, non ultima, dalla convivialità che la tavola, con il cibo e un buon bicchiere di vino, esprime con il sorriso e il benvenuto di quelli che la preparano. Non avere presenti queste possibilità o, anche, non valutarle per le tante potenzialità che possono esprimere, vuol dire depredare e distruggere il solo tesoro che uno ha, il territorio. Il bene comune, che, soprattutto quando è svenduto, è fonte di ricchezza solo per affaristi incalliti. Un bene, purtroppo, sempre meno comune, ma di pochi, e, spesso, con la propensione a delinquere. Non importa se con la voglia di un’autostrada o l’idea di un aeroporto; una fabbrica inutile, spesso inquinante; strutture che imbrattano la bellezza e rubano suolo fertile. Sta qui il non senso di un governo regionale, che, con il gioco perfido dell’alternanza, ha incantato una metà degli elettori molisani, con l’altra metà che si è fatta da parte, dichiarando di essere stufa del modo di fare politica e di chi la rappresenta. Sta qui il bisogno di un’alternativa, intesa come un modo nuovo di fare politica che riporta al centro l’arte del governo di un Paese, di una Regione o di un Comune. La politica, quella vera con la P maiuscola, la sola in grado di affrontare e risolvere le situazioni, anche le più difficili. Oggi tutta nelle mani di un sistema che ha un solo obiettivo, il denaro. C’è urgente bisogno di un modo novo di fare politica, a partire dalla impostazione di una campagna elettorale, con la scelta dei programmi finalizzati a utilizzare e spendere le risorse e i valori del territorio, e non a depredarle, distruggerle o svenderle. A partire dalla scelta delle persone che vogliono riappropriarsi della politica e governare. Se questo non accade, comunque impegnarsi per essere parte di un’opposizione protagonista. Non silenziosa o subalterna, in attesa di diventare, per il gioco dell’alternanza, maggioranza. Non basta, in pratica, sentirsi più bravi di quelli che, in questi ultimi due decenni, hanno alimentato il gioco dell’alternanza, c’è bisogno di essere diversi, alternativi, se si vuole salvare il Molise, il suo territorio. Il grande tesoro, sempre più prezioso se non viene depredato e distrutto con iniziative che tolgono alla farfalla Molise la possibilità di volare e, questa volta, per sempre. L’alternativa è la sola che può dare al vento - ora soffia tutto da una parte - una nuova direzione e renderlo segno di una svolta che guarda al solo bene che uno ha, il territorio; al clima, che rischia di aggravare il suo stato di malessere e a togliere le speranze residue nel futuro; alla biodiversità, da rilanciare, che è voglia di vivere e di godere la vita. Pasquale Di Lena 10.07.2022

Commenti

  1. Due parole chiave: danaro come mezzo; nuovo modo di fare politica. Non basta dire di considerare il danaro come mezzo. Anche chi da esso riceve potere lo considera un mezzo. Anche le multinazionali lo considerano un mezzo per espandersi sempre di più. Allora bisogna precisare il mezzo: interviene la seconda parola chiave: un nuovo modo di fare politica però considerando la politica come strumento al servizio della comunità guardando al presente e anche al futuro. Per farlo bisogna avere ben chiaro anche il passato cioè quell'insieme che chiamiamo cultura. Sono pessimista perché il politico è miope pensa di conservare il suo potere e per farlo semina promesse fondate sui desideri della gente che considera (forse è) puerile essendosi preoccupato (il politico) di mantenerla non informata, ignorante. Il politico usa i metodi della pubblicità che è volutamente "stupida", di una ingenuità apparente. E' un circolo vizioso dal quale si esce poco. La storia ci insegna che per ribellarsi occorre arrivare al limite estremo di sopportazione, a danni gravi che in passato riguardava la popolazione ma oggi riguardano anche la Natura e per ripararli occorrono tempi lunghi. La gente purtroppo è in maggioranza infantile, come i tifosi di calcio. I battibecchi dei politici sono affari interni a loro. Cercano di mettere pezze non vogliono cambiare il tessuto che continua a lacerarsi. La gente ha voglia di vivere e godere ma oggi senza troppo pensare a domani. Come ha detto qualcuno: stiamo precipitando dal decimo piano per ora siamo al quinto e ci sembra che tutto vada bene.

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    1. Per il sistema e chi lo governa il denaro è il solo fine e non un mezzo. A dimostrarlo è l'accanimento con la natura, la terra, che, in Italia a Maggio e nle mondo tra qualche giorno, ha già dato tutto quello che poteva dare. Un sistema che pensa solo a depredare e distruggere per il "vil" denaro. Per il resto mi trovi pienamente d'accordo. Ai miei tempi, il mio partito aveva tre scuole di politica aperte: frattoccchie, Albinia in Emilia Romagna e Cascina in Toscana

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