FACCE DA VIGNAIOLI?
di Sebastiano Di Maria
Devo essere
sincero, quando ho visto le immagini che troverete nel seguito del post, sono
sobbalzato dalla sedia lanciando un urlo liberatorio, stile curva calcistica. Vi
chiederete cosa possa scuotere in questa maniera un tranquillo blogger di
provincia – ammesso che rimanga (la provincia naturalmente), vista la spending
review – alle prese con la routine quotidiana, se non un gol del campione della
propria squadra del cuore o, che ne so, la lettura dei numeri del “lotto alle
otto” o davanti a una bottiglia di vino straordinaria. Tranquilli, nulla di
tutto questo, purtroppo direi, ma qualcosa su cui stavo lavorando da qualche
tempo, che stavo mettendo su con fatica, vista la difficoltà di recuperare il
materiale in rete o su riviste specializzate, e che gelosamente ho custodito
fino ad oggi nella mia pen drive. In un attimo, grazie al quotidiano “Tre
Bicchieri” di Gambero Rosso, tutto questo ben di Dio disponibile a portata di
click, una vera manna dal cielo. Di cosa si tratta? Sono “facce da tre
bicchieri”, come le definisce l’autorevole rivista, cioè i super premiati della
guida vini 2013 del Gambero Rosso, il non plus ultra dell’enologia nazionale,
che con i loro bei visi, dopo i loro vini, allieteranno gli appassionati
degustatori. Proprio quello che cercavo per confezionare un bel post
provocatorio, anzi, neanche tanto, vista la situazione. In effetti, l’articolo
che volevo confezionare aveva l’obiettivo di porre l’attenzione su un aspetto
della vitivinicoltura italiana, sempre più in mano ad imprenditori, personaggi
dello spettacolo, professionisti dell’alta finanza che occupano le copertine
patinate dei principali rotocalchi di settore e non, e sempre meno con lo schivo
vignaiolo al centro, quello con le mani sporche, con la faccia segnata dalla
fatica e dal tempo, il vero valore aggiunto della nostra vitivinicoltura
autoctona. Stavolta non mi dilungo in commenti o considerazioni personali, che
lascio a voi, anche perché le immagini parlano da sole, magari lasciandovi
solo il gusto di un totovignaiolo. Ma vi prego, non "scommetete", altrimenti
rischio di essere deferito perché "non potevo non esserne a conoscenza".
Grazie Pasquale. Speriamo di vedere la faccia di qualche altro conterraneo il prossimo anno.
RispondiEliminame lo auguro vivamente Sebastiano. Per il Molise che ha bisogno di immagine. Fin quando non si rendono conto che ciò che più conta oggi è stare insieme in uno strumento che li rappresenta tutti, con tutti che rappresentano il territorio. Insieme, però, per progettare e programmare strategie di marketing che sono alla base dei grandi successi. Essere dentro uno strumento libero da condizionamenti esterni che sono stati e continuano ad essere la rovina dell'agricoltura molisana.
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