IL VECCHIO CHE AVANZA
Sto pensando
alla proposta di legge che ho appena letto di Michele Pietraroia riguardando il
riordino delle provincie la macroregione adriatica. In particolare, alla
continuità di una programmazione che ha portato a registrare solo disastri in
questo nostro Molise, che è Molise se forte del suo territorio e dei suoi 136
comuni, ormai ridotti al lumicino proprio con la politica di accentrare tutto
su Campobasso, Isernia e Termoli. In pratica la proposta si può ben definire “il
vecchio che avanza” e nel suo procedere distrugge ogni cosa che trova lungo la
sua strada, in particolare il territorio con le sue risorse e i suoi valori.
Che mortificazione, per me, dover continuare a sognare la sinistra che
non c’è e capire che la storia, anche la più recente, non porta a fare una
riflessione neanche a Pietraroia che pur ci tiene a dimostrare che riflette su
tutto ed è solo lui a farlo!
Non resta che aspettare il risveglio della memoria.
Questo è stato il commento, rilasciato a caldo su Facebook, che
sottoscrivo di nuovo e con maggiore convinzione, per dire che è’ vero – me ne
sono convinto da tempo– non resta che aspettare il risveglio della memoria e
sperare nelle nuove generazioni, in particolare ai nati ieri o da qualche anno,
cioè ai giovani di domani.
In fondo non c’è da meravigliarsi, la gran parte di quelli che, come
Pietraroia sono oggi legislatori, ha partecipato, nella scorsa legislatura, all’approvazione
di una legge regionale, che finanzia le giovani coppie che restano nei piccoli
comuni, facendo capire, sin da allora, che non erano state prese in
considerazione (sicuramente perché sconosciute) le ragioni vere dello
spopolamento di oltre 130 piccoli centri molisani. Non avevano pensato
all’impossibilità di rianimarli, nel momento in cui non sono in grado di
offrire i servizi basilari perché una giovane coppia abbia la possibilità di
rimanere.
Non sono bastati neanche i cinquant’anni trascorsi a dimostrare il
fallimento di una scelta programmatica a quel lento inesorabile spopolamento
dei piccoli centri e alla conseguente concentrazione, sempre più crescente, di
anziani. Nel passato ho avuto modo e occasioni per denunciare la miopia di una
classe politica che non ha capito niente del Molise, se non il fatto di essere
una fonte privilegiata di distribuzione di risorse pubbliche.
Una classe politica, e,
insieme, una classe dirigente che non hanno ancora percepito la natura del
Molise, ma non solo, non hanno mai preso
in considerazione la sua anima che, se compresa e curata, diventa l’essenza del
suo sviluppo, del suo domani. Anche il Molise, come Provvidenti o Agnone,
Pietrabbondante o Montecilfone, e così tutti gli altri 132 paesi, ha un'anima e,
spesso, anche più di una sulle quali poter giocare, progettare, programmare, vivere,
sognare.
Anime che lo tengono ancora in vita e che, solo alimentandole, il
Molise può diventare qualcosa di straordinariamente unico, importante, al
centro del mondo. Penso all’anima dell’emigrazione che ha creato il grande
Molise, quello che ha influenzato e, con le nuove generazioni ancor più
influenza, paesi e vaste aree del globo.
Anche qui è un vero peccato che venga consumato inutilmente il tempo
per colpa di chi tiene abbandonato il campo fino a quando non c’è da giocare la
partita dell’anno.
Non serve farsi portatore de “il vecchio che avanza” anche per non
rischiare il confezionamento di un’etichetta che non è bella per chi si sente,
non dico” rivoluzionario” che non va più di moda, ma certamente un innovatore.
Pasquale Di Lena
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