Obiettivo terrorizzare i giovani sul vino: si apre la strada ai dealcolati
TEATRO NATURALE - EditoriaLI

Pasquale Di LenaHo letto che si riuniranno gli stati generali del vino per valutare la gravità della situazione che vive, dalla notte dei tempi, questa bevanda-alimento. La sensazione che ho, quale cultore del vino e modesto conoscitore di un mondo complesso e variegato qual è il mondo che lo coltiva, produce, trasforma, conserva, promuove e vende, è che il tema all’ordine dell giorno da discutere riguarderà la situazione del mercato, il business, e non la causa che porta alla criminalizzazione del vino, con le istituzioni, a tutt’i livelli, co-protagoniste. L’idea, in atto, di terrorizzare i consumatori, soprattutto le nuove generazioni che conoscono bene cemento e asfalto, poco la campagna; sempre più McDonald’s e simili, per niente la trattoria (da trac-tur, termine punico a significare tratturo) o l’osteria, là dove il vino era, nel bene e nel male, il protagonista.
Tutto nel tempo in cui a dominare il mercato sono le multinazionali con le loro pubblicità, che ha un duplice effetto: 1. quello di onorare il dio denaro del consumismo, che ha messo in crisi e sta riducendo a poca cosa, con gli assalti da ogni parte, la nostra cara e amata madre terra, e, da tempo, lavora per sostenere e far crescere il consumismo; 2. quello di portare il consumatore a scegliere i loro prodotti, che, sempre più, non hanno niente a che vedere e a che fare con la terra, ma con laboratori diretti da intelligenze artificiali. Non a caso si parla sempre più di carne coltivata e di alimenti artificiali. Anche Bill Gates, che ha investito nel grasso del futuro, il “burro d’aria”, fatto a partire dall’anidride carbonica e acqua, senza ingredienti animali. Ciò che vuol dire, nella mente dei nuovi padroni della nostra amata terra, senza il coinvolgimento della natura, cioè l’essenza della vita di cui noi umani, da sempre, siamo parte e con un ruolo da protagonisti. Ruolo messo in crisi dal dio denaro e dalla sua tanto declamata intelligenza artificiale, che, andando avanti di questo passo, rischia di prendere il posto di quella naturale, nel momento in cui non è più al suo servizio, ma sua padrona assoluta.
Tornando al vino e all’attacco in atto, la mia riflessione è che obbligare i produttori a scrivere in etichetta “veleno”, al pari delle sigarette, è solo una delle guerre dichiarate a questo prodotto, grazie al potente dio denaro che guida il sistema dominante, il neoliberismo. L’approvazione, con il il nome vino, delle bevande “dealcolate” da parte del governo, è un’iniziativa mirata a stravolgere l’immmagine del vino e dei percorsi storico- culturali, paesaggistico – ambientali. In particolare quelli legati alle tradizioni. A partire dalla tavola e del suo sapersi sposare con il cibo, in particolare ccon quello di una comune origine, il territorio.
Il vino è un patrimonio culturale dell’umanità, dei figli di Dioniso e di Bacco in particolare, che lo hanno diffuso nel Mesiterraneo. Lasciarlo nelle mani dei soli diretti interessati al mercato, siano essi italiani, francesi, spagnoli o greci, vuol dire perderlo e, con esso, perdere la memoria dei mille e mille territori che l’hanno visto protagonista, testimone, quasi sempre al pari dell’olivo. La pianta che, con il olio extravergine, rischia, con altre azioni e motivazioni dei padroni del sistema neoliberista, di essere anch’esso cancellato. Non è un caso che negli ultimi decenni è il territorio, soprattutto quello coltivato, che va diminuendo in ettari di superficie. Milioni di ettari di suolo spariti e una percentuale alta di quello rimasto, coltivato solo per produrre quantità, è a rischio per la perdita di fertilità.
Riflessioni che, avendo presente la situazione di un mondo confuso da vari eventi, non troveranno spazio nella discussione degli “stati generali del vino”. E’ certo, così, che non si parlerà di neoliberismo delle banche e delle multinazionali, cioè della causa degli effetti che, soprattutto nel mediterraneo ,colpiscono al cuore il vino e i suoi compagni di percorso. C’è da credere che si parlerà - come sopra si accennava - solo di denaro e non del dio denaro, che, da tempo, sta costruendo, con l’intelligenza artificiale una radicale alternativa alle abitudini di vivere dei popoli, a partire dal mangiare. Sapendo bene che l’ostacolo più grande è il Mediterraneo con il suo stile di vita, la Dieta. Un incontro che rispecchierà il momento, quello che vede sempre dominante e ricorrente la voglia di cancellare valori fondamentali di convivenza con gli altri esseri umani e, ancor di più, con il resto del mondo naturale. C’è da dire, per onor del vero, che non sono i soli, però, a non sapere che la sfida in atto (il vino è solo la prima delle vittime) è un mondo senza più l’agricoltura, e ciò fa dire che spetta a noi tutti raccogliere e respingere l’attacco , in atto, al vino, prima che sia troppo tardi.
Sempre.piu lontani dalla natura e dall'essere umano
RispondiEliminaLa tua analisi è profondamente vera, lucida, esaustiva, condivisibile tutta.
RispondiEliminaMa, ahimè, quanti sono disposti semplicemente ad ascoltare? Immagino che nessuno di quelli che prosperano con le regole attuali del sistema sia disposto a rinunciarvi e tornare indietro e abbracciare i vecchi valori. Si è diventati miopi, si vede solo quello che porta vantaggi immediati, non esiste più la lungimiranza e soprattutto non importa più a nessuno cosa accadrà alla madre terra dopo di noi. Abbiamo dimenticato che noi siamo solo degli amministratori pro tempore della natura e cattivi amministratori: il nostro obiettivo dovrebbero essere quello di lasciare ai posteri questo pianeta migliore di come l' abbiamo ereditato , invece siamo interessati soltanto al suo massimo sfruttamento e distruzione:
"Après moi, le déluge"...
Nel momento in cui bisogna consumare tutto e subito il Il sistema non dà il tempo di pensare al domani, visto che è tutto~ preso nella distruzione dell'oggi, a partire dal territorio. Andando avanti di questo passo l'obiettivo è l'azzeramento dell'agricoltura e, con essa, il cibo per tutto sia frutto dell'intelligenza artificiale.
RispondiEliminaIl Sig Gates, Jobs e compagnia cantante sono partiti dal personal computer e fatto più danni di 100 guerre mondiali. Il globalismo e la UE finto green coi suoi semafori e nutriscores, con il vino che nuoce alla salute ( e il parmesan ...e l'olio di oliva) dovevano fare emergere i paesi poveri ? Qualcuno ha creduto a questa favola triste. I ricchi sempre più ricchi e i poveri più sfruttati che mai. Ma nessuno sa alzare la testa
RispondiEliminaCaro Pasquale, che il vino non sia un veleno con un equilibrato consumo lo sanno tutti: il problema è però che il consumo degli alcolici, compreso il vino, è diventato un abuso nei ragazzi anche minorenni, che il venerdì notte, il sabato e talvolta pure la domenica rientrano a casa ubriachi. Forse tu non hai registrato questo fenomeno, ma qui, che pure è una piccola città di provincia, nelle zone della cosiddetta movida fino alle 3/4 di notte gli abitanti non riescono a riposare per il chiasso e a volte le risse. Nelle grandi città è ancora peggio. I centri inibitori nei ragazzi saltano molto facilmente quando il consumo di birra, vino, liquori è senza limiti. I minorenni in molte occasioni sono entrati in coma etilico con successivo ricovero in ospedale e relativo coinvolgimento della polizia. Bere per i giovani significa sfidare il mondo che a loro offre poco o niente, perciò enfatizzare l’uso del vino non giova, soprattutto pensando che i grandi produttori stanno sul mercato con la logica del puro profitto non più limpida di quella delle multinazionali. Sono d’accordo con te che queste ultime stanno devastando i nostri tempi imponendoci scelte di vita che alterano il rapporto uomo/natura fino al punto di non ritorno, ma è la politica che deve ripensare a drizzare il timone di una barca che sta affondando e trascinando verso l’autodistruzione società impastate di ignoranza e presunzione. Spero che quanto prima potremo riparlarne a voce. Ti abbraccio.
RispondiEliminaCiao Nella, come dire che la notte i ragazzi approfittano per tracannare vino ed è per questo che le istituzioni nazionali e comunitarie lo nvogliono etichettare “velenoso”. Il vino è solo il vino che, personalmente, li vedo presi da altre bevande e droghe varie per piu idi una ragione. L’attacco al vino e, ripeto, solo al vino e’ la premessa di un attacco alla tavola, la nostra tavola e il cibo della nostra terra, anzi dei nostri mille e mille territori nel segno della biodiversità. L’altro giorno anche l’Australia ha dato l’ok alla carne coltivata in laboratorio. Le bevande delle multinazionali lo sono da sempre. Non mi piacciono gli ubriachi, i drogati, soprattutto quando mostrano di essere pazzi criminali a cui piace fare la guerra. Amo il vino e la sua capacità di accompagnare il cibo e di animare il convivio e di rendere credibile la ritualità. Tu cerca di stare bene perché la tavola, quella dell’associazione ha bisogno di te.
EliminaAssurdo come manipolano e distraggono le masse ignoranti da verità che non si possono smentire. Il vino, i cui filari sono la storia dei territori, viene demonizzato ma non si tutela l'uso di pesticidi né l'alterazione che si commette sfacciatamente anche con olii spazzatura.
RispondiEliminaQuanti sono gli agricoltori moderni che hanno venduto la coscienza al dio denaro? Il male forse sta alla radice...in chi ha rinnegato sé stesso e la storia della sua terra preferendo guadagni facili alla fatica ed alle difficoltà che indubbiamente anche il clima modificato produce.
Ma sempre l'essere umano è la causa...
Non essere più nella condizioni di sudare si perde il gusto dela vita, visto che neanche i pomodori, la carne, il pane, ha più sapore.
EliminaIl male è nell'animo umano di pochi che corrodono il bene ma se volessimo davvero migliorare sceglieremmo una spesa alimentare più mirata per evitare sprechi e schifezze.
RispondiEliminaTutto va veloce e tutto fa brodo, la salsa quanti ancora la fanno... pensare è diventato un verbo troppo impegnativo