Suolo italiano al tempo della crisi climatica

Leggere la realtà per evitare le chiacchiere, giudicare gli effetti risalendo alla causa, tornare a sognare e a progettare il domani, rimboccarsi le maniche e lavorare per un domani di pace, giustizia, libertà e ciò è possibile solo se c’è rispetto per la terra, la nostra Madre Terra, la natura che i suoli esprimono ed alimentano. Sta qui l’idea e l’iniziativa di riportare una sintesi del Rapporto 2023 “Suolo italiano al tempo della crisi climatica” di RE SOIL Foundation
SINTESI DEL RAPPORTO 1 Ogni 5 secondi viene eroso suolo pari a un campo di calcio. Il suo degrado ha tempi lunghi per essere recuperati, visto che che ci voglion mille anni per formare 3 cm. di terra fertile. Meno suolo vuol dire meno ambiente, meno biodiversità, meno paesaggio, meno agricoltura, meno cibo. Le previsioni parlano, visto il tasso corrente di erosione, che il 90% dei suoli, ovvero la quasi totalità, sarà a rischio nel 2050. A rischio, in pratica, la sicurezza alimentare. A rischio, in Italia, la totalità della terra fertile. Solo negli ultimi 25 anni (apice del cosumismo neoliberista) è andato perso il 28% dei terreni coltivabili. Bloccare questa perdita e farlo subito è possibile solo se ampia è la consapevolezza della causa, il sistema dominante delle banche e delle multinazionali, il neoliberismo della scelta della quantità al posto della qualità per far fronte al suo consumismo spietato di ogni cosa e degli stessi valori.
Un consumismo di suolo, solo in Europa, costato 400 miliardi di dollari ogni anno solo per la perdita di produzione agricola. A quest’ingente danno economico è da considerare (aggiungere) la riduzione delle funzione di “serbatoio naturale di carbonio”, con rilascio di Co2, e aumento di emissioni di gas serra, che stanno facendo diventare il clima sempre più cattivo. No all’agricoltura industrializzata e agli allevamenti intensivi, ma una gestione sostenibile dei suoli è la sfida, non semplice ma complessa, da mettere in atto subito per ridare respìro alla natura e speranze. Biofertilizzanti, aumento della materia organica del suolo e diversificazione e rotazione delle coltivazioni; innovazioni tecnologiche per un uso più preciso dei fertilizzanti; modelli di economia circolare; agro ecologia; agricoltura biologica; agricoltura di conservazione; agro selvicoltura. Soluzioni possibili per ridurre il degrado e, nel contempo, sviluppare le funzioni produttive ed ecologiche per ritrovare la strada dello sviluppo sostenibile e del progresso che apre al domani, e non chiude com’è quello decantato dal neoliberismo, un sistema che, per sua natura, depreda e distrugge e tutto e solo per il denaro. Soluzioni urgenti, visto che nel 25% dei suoli europei il tasso di Sostanza Organica, indice di fertilità naturale e di biodiversità, è sotto la soglia. Il rischio acidificazione, desertificazione e altri gravi effetti attesi della crisi climatica in atto. Tutto questo mentre incombono quattro crisi sistemiche terribili: dalla pandemica alla bellica, dalla finanziaria e industriale alla climatica ormai irreversibile, che fanno temere per la sopravvivenza e rendono non più rinviabile la transizione disegnata dall’Agenda 2030 dalle Nazioni Unite. Una nuova necessaria cultura di governo del suolo riporta alla causa, quella di un tipo di sviluppo neoliberista, visto che gli effetti sono devastanti sotto ogni aspetto sociale, politico e economico. Servono nuovi modelli di produzione e consumo che aprono a nuovi stili di vita ispirati a principi di equità intra - e inter – generazionale, a una solidarietà, al rispetto della natura.

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