La Giornata Mondiale della Biodiversità
I fondamenti normativi sui quali si basa, nella legislazione italiana, la tutela della Biodiversità animale risalgono a cavallo della fine degli anni ’80-inizio ’90, con i decreti del Mipaaf n. 752 del 1986 e 201 del 1991, che occupandosi di salvaguardia economica e biogenetica delle razze a limitata diffusione anticiparono i temi della Convenzione sulla Diversità Biologica (nota come “Convenzione di Rio de Janeiro”) del 1992.
L’attività di tenuta dei Libri Genealogici e soprattutto dei Registri Anagrafici di razze e popolazioni animali a limitata diffusione affidata dal ministero delle Politiche agricole all’A.I.A. ed alle sue Associate costituisce la base del ruolo del Sistema Allevatori a tutela della Biodiversità animale. Un’attività attualmente rafforzata con in bandi Mipaaf indetti in attuazione del Programma di Sviluppo Rurale Nazionale, il “Psrn” Biodiversità, che vedono il Sistema Allevatori in prima fila. Solo per fornire un numero indicativo, sono quasi 240 – a livello nazionale, più altre centinaia a livello territoriale – le razze riconosciute dal Mipaaf tra bovine, bufaline, ovine, caprine, equine, asinine, suine, cunicole e avicole: non tutte, per consistenza di capi, sono da considerarsi a rischio di estinzione, ma è indubbio che senza il lavoro costante degli allevatori e l’assistenza delle Associazioni questo patrimonio non potrebbe avere le adeguate tutele.
Le azioni di conservazione messe in atto dal sistema allevatoriale italiano sono possibili sia attraverso la tenuta dei Libri Genealogici e dei Registri Anagrafici, sia con la gestione della imponente banca dati informatizzata prodotta ed aggiornata costantemente con i risultati dell’attività di Controllo Funzionale sulla produttività animale. Inoltre, giova ricordare la consolidata collaborazione con la banca del germoplasma animale detenuta presso il National Focal Point della Fao situato presso il ConSDABI di Circello (Benevento).
L’Associazione Italiana Allevatori, inoltre, gestisce con Registro Anagrafico anche avicoli (polli, faraone, anatre, oche, tacchini, colombi) e 43 razze cunicole di R.A. tenuto dall’Anci (Associazione Nazionale Coniglicoltori Italiani). Un importante lavoro viene fatto anche su razze autoctone suine.
Come si vede, l’elenco è lunghissimo e può dar solo un’idea della varietà di razze e dei territori che queste rappresentano: se poi si aggiungono anche altri “campioni” della nostra zootecnia – si pensi alla Bufala Mediterranea Italiana, alle razze bovine Reggiana, Grigio Alpina, Valdostana, Rendena, che per consistenza di capi non possono essere considerate a rischio di estinzione, ma che forniscono prodotti tipici inimitabili – si capisce a quali preziose risorse ci si trova davanti. “Siamo particolarmente orgogliosi – dichiara il presidente A.I.A. Roberto Nocentini – di ricoprire un ruolo importante per la tutela della biodiversità animale. Un patrimonio genetico inestimabile, che contribuiamo ogni giorno a valorizzare con il nostro lavoro, una ricchezza che abbiamo il dovere di preservare per le future generazioni”.
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