DALLE API CI ARRIVA UN NUOVO MESSAGGIO
Le api, come sempre, ci insegnano a vivere ed a godere la dolcezza della vita.
Un tempo mi sono occupato di apicoltura, creando associazioni e, anche, una Unione nazionale di apicoltori, e, così, del mondo di questi straordinari insetti, perfetto sotto l’aspetto della vita sociale, fonte di ogni successo di quella grande famiglia che abita e vive l’alveare.
Ogni ape ha precisi compiti da svolgere, a partire dall’ape regina che dà, con le sue uova la continuità della famiglia, fino all’ape bottinatrice che, con i suoi voli in continuazione, consegna all’ape operaia quanto è necessario per la vita delle api. E, così, grazie a quella innata indole di generosità e solidarietà, anche quel poco o tanto che serve per la sopravvivenza nostra e della natura, se è vero quello che ha detto Einstein “un mondo senza api non è possibile. Dopo cinque anni finirebbe e subentrerebbe la morte della vita”. Non è un bisticcio di parole il nostro ma il senso vero di ciò che accadrebbe.
Dobbiamo imparare dalle api a organizzare meglio la nostra vita e il ruolo che ad ognuno di noi spetta svolgere per far vivere la vita in piena armonia al posto della sopraffazione, lo sfruttamento, l’appropriazione indebita, l’egoismo, l’invidia, la mancanza di comunicazione e di dialogo.
Che sia l’ape regina o l’ape operaia che ha la gestione dell’alveare e si avvale dell’aiuto dell’ape guardiana, quella che vigila davanti alla porta dell’alveare perché nessun estraneo possa entrare; l’ape magazziniera, che si adopera a mettere da parte e conservare quanto servirà nel momento del bisogno o la spazzina, che si preoccupa di tenere igienicamente perfetto l’alveare per evitare infezioni, malattie ed altri inconvenienti che, non importa se leggeri o pesanti, sono sempre fastidi o, addirittura, problemi gravi da affrontare. E, ancora, l’ape ventilatrice che, insieme ad altre, si preoccupa, nei periodi più caldi, di far circolare aria fresca e di mantenere l’alveare ad una temperatura accettabile, ma, anche, di asciugare dell’umidità il miele per non farlo sciogliere e uscire dai favi; l’ape bottinatrice, cioè dell’ape che fa centinaia e centinaia di voli al giorno per prelevare nettare, acqua, polline. C’è da dire che, nel momento in cui fa questo, aiuta la pianta a produrre i suoi frutti attraverso la impollinazione e, con i frutti, a dare i semi che servono per la generazione di nuove piante, l’assimilazione dell’anidride carbonica e, grazie alla fotosintesi, la generazione di ossigeno che è alla base della nostra respirazione.
Niente di complicato, tutto semplice, com’è nella natura della natura. Quella natura che l’uomo, con la perdita di socialità, la crescita dell’avidità e della stupidità che ne è la diretta conseguenza, sta maltrattando e riducendo a poca cosa, senza che neanche ce ne accorgiamo. Siamo complici e, quasi mai – come invece si tende a voler far credere - inconsapevoli nella incapacità di reagire ai soprusi ed alle sopraffazioni di gente senza scrupoli che, oggi più che mai, ha un solo obiettivo nella vita, quello di accumulare denaro non sapendo che la bara è priva di tasche e il cimitero non prevede né banche né casseforti.
Ecco che dal mondo delle api ci arriva un nuovo messaggio ricco, come i precedenti, di significato e di insegnamenti: prima di partire alla ricerca dei fiori le api bottinatrici fanno uno studio che serve a programmare i voli trovando la via più diretta alveare-fiore- alveare.
Uno studio prioritario per risparmiare energie e non perdere tempo inutilmente.
Una bella metafora del nostro tempo che discute di risorse energetiche pensando solo al consumo e mai al risparmio quale fonte certa energetica che ti dai da solo, senza il bisogno di una pala eolica, un pannello solare, una cementificazione per le biomasse o, peggio ancora, per il nucleare.
Seguire le api nei loro voli vuol dire incontrare i sogni e programmare il domani nel rispetto del ruolo di ognuno, tenendo viva la partecipazione ed il dialogo, il bisogno della scoperta e della conoscenza, la possibilità di prendere da un fiore ma anche la voglia di dare, perché la vita è nella solidarietà e non nel consumo fine a se stesso che porta allo spreco; nella ricchezza della biodiversità che ci permette di sentirci appagati di ambienti e di paesaggi, di profumi e di colori, di sapori particolari, come quelli che trovi in un bicchiere di vino o in una goccia d’olio, nell’amore.
pasqualedilena@gmail.com
Commenti
Posta un commento