Il limite del mondo si chiama Belém
di Fabio Cavallari per Ambientenonsolo - Novembre 9, 2025TALLURI MARCO A Belém non si discute di clima. Si discute di sopravvivenza. L’aria è densa, la luce cade sulle acque del Rio delle Amazzoni come una condanna. Ogni foglia che cade racconta una storia che non sappiamo più ascoltare. Il mondo si è dato appuntamento nel suo ventre per capire se esiste ancora un domani che non sia un algoritmo o una statistica. La chiamano COP30, ma il numero dice più della parola. È la trentesima volta che l’uomo si riunisce per salvarsi da se stesso. È la trentesima volta che promette, calcola, rinvia. È la trentesima volta che chi parla del futuro lo fa con la voce di chi non ha tempo. La Santa Sede è presente, come lo sono i governi, gli scienziati, i Capi di Stato, le organizzazioni. Ma la differenza non è nei ruoli, è nelle parole. Monsignor Diquattro ha chiesto un “segno concreto di speranza”. Non un segnale, non un atto di fede. Un segno. Cioè, qualcosa che lasci traccia. La politica mo...