Post

I vini dop e igp ancora senza Comitato

Immagine
Un grappolo di Malvasia Il mondo vitivinicolo sta attendendo ormai da mesi che si insedi il nuovo C omitato nazionale vini dop e igp per il triennio 2018-2020: il Comitato in carica dal 2015 ha infatti cessato le sue funzioni il 31 dicembre scorso e da allora l’attività si è bloccata. Il Ministero l’anno scorso aveva chiesto e ottenuto dalle istituzioni e dalle organizzazioni del settore le designazioni dei componenti per il nuovo Comitato; poi il ministro Martina s’è dimesso e il Governo Gentiloni ha deciso di rinviare il varo delle nomine alla nuova legislatura.  Il risultato è che ci sono almeno una trentina di denominazioni in stand-by , tra modifiche e richieste di riconoscimenti, che dovranno attendere la prossima campagna prima di vedere la luce.  Alla fine di marzo di quest’anno Alleanza delle Cooperative, Assoenologi, Cia, Confagricoltura, FederDoc, FederVini e Unione Italiana Vini avevano inviato una lettera al presidente del Consiglio per sollecitare il decr

Perché la Nutella si fa con l’olio di palma

Immagine
Riporto quest'articolo per far capire che la Ferrero apre le porte che a lei fanno comodo e dice tutto, ma non la sola cosa che doveva dire, No all'olio di palma, fatto proprio dalle altre industrie che hanno smesso di utilizzarlo per non dare più spazio alla distruzione di foreste, soprattutto  in Malesia, cioè a habitat fondamentali per la sopravvivenza di animali e di specie vegetali che sono la vera ricchezza dell'umanità.  La Ferrero non racconta che è contro la biodiversità anche quando, con contratti convincenti, mette a rischio territori con le sue nocciole che diventano monocultura e sminacce, soprattutto per l'ambiente, il paesaggio, la fertilità dei terreni,  la permanenza degli insetti pronubi, in particolare le api. La Ferrero accetta quello che il nostro amico Orangutan rifiuta e contro cui lotta da disperato. (pdl) https://video.repubblica.it/…/indonesia-distr…/307066/307692 Dopo le polemiche sull’utilizzo dell’olio di palma, Ferrero apre le po

Giorgio Sprocatti al Risto Lido "la Risacca" tra Termoli e Petacciato

Immagine
Ho conosciuto Giorgio a "La Taverna dell'Orco", il ristorante che cucinava solo carne, situato in una delle ultime traverse del corso di Termoli. Mi ci ha portato  Emanuele Bracone,  il giornalista, diventato mio caro amico, che più  di ogni altro ha raccontato le più belle iniziative che hanno fatto conoscere ai molisani e al mondo la Di Vaira.  Ricordo la lezione tenuta a la Taverna dell'Orco da Giorgio su "Il Brodetto alla termolese di Tornola" e la preparazione di questa bontà così cara a un maestro del cibo e della cucina, il Dr. Elio D'Ascenzo, che ha fatto codificare dalla sua Accademia della Cucina Italiana la ricetta di questa deliziosa pietanza che onora Termoli e il suo mare e aggiunge altra luce alla splendida e variegata gastronomia molisana.  Qualche anno fa ho rincontrato Giorgio e l'ho visto lavorare in coppia con Giancarlo Cammisa, lo chef che ho citato qualche giorno fa. Trovarlo a La Risacca, il Risto Lido a metà strada t

Federolio e Coldiretti, contratto di filiera sull'olio da 4 euro al kg

Immagine
Verso uno scontro tra Coldiretti e Cno sull'olio Fonte foto: © Giovanni Cancemi - Fotolia Definito un accordo su 10mila tonnellate lo scorso 28 giugno a Roma. Il Cno insorge: "Non copre i costi di produzione delle aziende olivicole e punta a valorizzare le miscele con oli extracomunitari". E lancia una petizione contraria al patto di Mimmo Pelagalli     Il 28 giugno 2018 a Roma siglato un contratto di filiera per l’ olio di oliva prodotto in Italia su  10mila tonnellate di extravergine ed un prezzo base di riferimento dell’olio all’origine di circa 4 euro al chilogrammo (4,30 all’ingrosso), con l’obiettivo, secondo quanto riporta un comunicato stampa di Coldiretti ,  “Di assicurare la sicurezza e le diffusione dell’olio italiano al 100%, stabilizzando le condizioni economiche della vendita” . L’intesa è stata sottoscritta a Palazzo Rospigliosi da Coldiretti , Unaprol , Federolio e Filiera agric

Giancarlo Cammisa, grande chef e il suo amore per L'Olio di Flora

Immagine
Giancarlo Cammisa  e il suo impegno per i giovani talenti in cucina Giancarlo Cammisa è uno chef di valore che ho avuto la fortuna di conoscere in Molise, in quel posto magico che è La Piana dei Mulini, il ristorante albergo diffuso di Michele Lucarelli in Colle d'Anchise, lungo la statale  Bifernina.  Ho avuto modo di apprezzare Giancarlo, gustando i suoi piatti, e di capire subito le sue doti di  chef bravissimo e grande maestro . E' così che siamo diventati amici.  Severino e Luca Giorni fa mi ha inviato  questo articolo di giornale che racconta dei suoi successi, dopo quelli raccolti nel Molise e in Puglia, in Val Gardena in Alto Adige.  Non si è dimenticato del suo olio preferito, L'Olio di Flora, ed io sono qui a La Casa del Vento di Larino a ringraziarlo con Flora.  Giancarlo Cammisa, il grande maestro che so avvalersi, da qualche tempo, di due collaboratori, Severino e Luca, entrambi di Larino. Due giovani che conosco e so bravi.

Un progetto del Mipaaf per incentivare le colture proteiche

Immagine
Dopo l’iniziativa della Commissione europea annunciata qualche mese fa, anche l’Italia intende definire un programma per favorire la coltivazione di leguminose destinate all’alimentazione umana e alla filiera zootecnica che si muova in sintonia con quello più generale sul quale le istituzioni comunitarie stanno lavorando. Nell’ott ica di sviluppare un programma adeguato, la Commissione ha chiesto al Mipaaf alcuni approfondimenti, in particolare quali si ritiene che saranno i segmenti di mercato, nel settore delle leguminose, con il maggiore potenziale nei prossimi 5-10 anni, quali si valuta che siano i principali ostacoli per la crescita delle colture proteiche e per quali aspetti è necessaria una maggiore ricerca. Naturalmente, ai fini del successo dell’iniziativa, è centrale la questione degli incentivi alle imprese agricole , per sostenerle nello sforzo di incremento della capacità produttiva.

Vino italiano: l’export aiuta a superare l’impasse

Immagine
Nonostante il momento di instabilità e dati altalenanti in diversi mercati, l'export di vino italiano è la vera forza trainante del prodotto Made in Italy. Tintilia Nonostante l'instabilità costante legata ai riflessi di dinamiche geopolitiche, che non aiutano la crescita del commercio, e il quadro complessivo molto difficile che il mondo del vino si trova a dover affrontare, nel primo trimestre 2018 il valore dell’export vinicolo ha segnato ancora un rialzo del +4,5%. Una crescita in calo sul 2017, nonostante si siano superati gli 1,38 miliardi di euro, con una flessione pari al -9% in volume, passando dai circa 4,9 milioni di ettolitri di vini e mosti esportati nel primo trimestre del 2017 ai 4,5 circa milioni di ettolitri nello stesso intervallo di tempo di quest’anno.   DOP e IGP però crescono: i primi segnano una crescita del +12,2% in volume e del +10,4% in valore, mentre i secondi fanno registrare un calo del -12,8% in volume e del -6,5% in valore. Il gr