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i Consorzi di Bonifica, che farne?

di Giorgio Scarlato La Regione Molise, da decenni, continua a rinviare la discussione circa le innumerevoli criticità dell'ormai, "sistema", ahimè, dei consorzi di bonifica del Basso Molise, da svariati anni fallimentare ( molti li chiamano "carrozzoni"). Inerzia voluta? Disinteressamento? Dallo  scorso gennaio  sono commissariati. Il presupposto? La situazione debitoria che, a detta di qualcuno, è preoccupante.  Il principale motivo? Il costo dell'energia elettrica per "pompare" l'acqua in quei lotti irrigui dove l'acqua viene sollevata per renderla fruibile al produttore di colture , siano esse orticole, vitivinicole, frutticole, o altro.   In quest'ultimi  tempi, c arta stampata, Tv regionali e, viste le ormai vicine prossime elezioni  regionali, anche da personaggi politici, se ne stanno interessando circa le lamentele di molti cittadini di diversi Comuni facenti parte dei comprensori di bonifica. T

Riflessioni sparse, in attesa della pioggia che non arriva

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Per non rischiare di cadere e rimanere nel pantano della politica liquida del momento, fa bene sapere che c’è chi è uscito allo scoperto e si è rivolto direttamente ai movimenti per vedere, insieme, cosa dire e cosa fare. E’ già tardi, ma il tempo perso si può recuperare se si fa tutto con la lucidità e la determinazione, sapendo gli obiettivi che si vogliono e si possono raggiungere. Questa volta, con la politica nelle mani dell’economia e con i partiti funzionali al sistema, è la società civile da far scendere in campo, raccogliendo nelle sue mani   tutti i temi che l’hanno vista, in modo sparpagliato, protagonista.   L’impegno prioritario è unire tutto quello che il sistema ha reso frammenti per vedere come trasformarli in tanti tasselli di un mosaico che provoca interesse, incontri, confronti,   discussioni sui tanti temi – le bandiere delle associazioni, forum, comitati o movimenti - che devono diventare programma, progetti, voglia di partecipare ed essere protagonisti di un

Toppe inconcludenti quelle cucite dal governo Frattura

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di Umberto Berardo   Sta per concludersi il mandato amministrativo della giunta regionale presieduta da Paolo Di Laura Frattura ed ancora in questi giorni abbiamo ascoltato affermazioni di importanti risultati ottenuti dal suo governo di cui non si avrebbe contezza solo per una carenza di comunicazione. Notiamo anche un fastidio enorme della maggioranza del Consiglio Regionale verso quanti al contrario pensano che il Molise stia franando da anni su tutti i versanti senza che le classi dirigenti siano stati mai capaci di individuarne i problemi, di leggerne gli aspetti critici e di cercare soluzioni adeguate. Il governo Frattura da qualcuno è stato di recente definito artefice di un nuovo modello amministrativo; in realtà, essendo il frutto di logiche trasformistiche e di realizzazioni di interessi della borghesia locale, c'è chi lo ha immaginato per pure ambizioni di gestione del potere, lo ha fatto digerire dai più come un esecutivo di centro-sinistra mentre nel tempo

 Il Vino facile

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"Il vino facile" è il titolo di una pubblicazione firmata da Celeste e Rudy Rinaldi - promotori e animatori di Aspi Marche sud, Abruzzo, Molise e Puglia -che uscirà prossimamente. Inn anteprima la mia presentazione. Da oltre seimila anni il vino accompagna la donna e l’uomo lungo un cammino, non sempre facile, di conquiste, soprattutto di civiltà, e lo fa partendo da quel triangolo magico della Mezzaluna fertile, la culla della civiltà, l’area che va dall’Alto Egitto al Golfo Persico e comprende quattro grandi fiumi (Nilo, Giordano, Tigri e Eufrate). Il triangolo che, quattromila anni prima, aveva visto la nascita dell’agricoltura, l’arte di coltivare la terra e ottenere cibo. Sta qui la coltivazione della vite e la sua diffusione prevalente in tutti i paesi che abbracciano il Mediterraneo, l’area (ancora oggi) per eccellenza della vite, ma, anche,del suo compagno più fidato, l’olivo. Due prodotti, il vino e l’olio, che rappresentano il minimo comune denominato

Sempre più cinghiali

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Sempre più indifferenza di chi dovrebbe intervenire e non lo fa perché non conosce la realtà. Anche in questo modo le aziende agricole muoiono. Il mondo agricolo non ce la fa più ad avere di fronte solo mulini al  vento. di Giorgio Scarlato I cinghiali presenti a valle della diga del Liscione, sul fiume Biferno, sono in numero insostenibile; per i coltivatori della zona sono un grande problema, sia per le coltivazioni agricole che per il  transito sulle locali strade, provinciale "Santa Giusta" compresa. Spesso si verificano incidenti.  Si ripete, un grave problema di rilievo sia per le colture che per l'incolumità pubblica. foto P. Gianquitto Ungulati, branchi di decine e decine di elementi, che arrecano danni alle coltivazioni di ceci, fave, colture irrigue , ormai ridotte al lumicino anche per tale situazione, quali insalate, granoni, finocchi, etc. E questo sta succedendo da oltre un decennio. Fauna selvatica ormai fuori controllo e padrona incont

Il Cibo, frutto della Terra e del Lavoro dell’Uomo

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Possiamo trovare nella cristianità i molti valori del mondo rurale, un po' anche per ritrovare noi stessi e farci sarti, non per mettere delle pezze ma per creare un nuovo vestito che ha i colori dell’arcobaleno. Le riflessioni di Pasquale Di Lena Ho fatto mio il titolo di una nota pastorale del 2005, opuscolo n° 48 delle edizioni “Paoline”, “Frutto della Terra e del Lavoro dell’uomo” per parlare del Cibo, la sola energia vitale che ci appartiene. C’è anche un sottotitolo che merita attenzione “Mondo rurale che cambia e Chiesa in Italia”. Ogni parola di questo titolo e dello stesso sottotitolo apre a riflessioni di grande attualità: “Frutto”, quale risultato di una scelta, un processo produttivo, una cura, una voglia, un piacere e, non ultimo, un benessere; “Terra”, nel suo significato di Terra fertile, supporto di colture, Terra Madre, Territorio che ci ospita e ci appartiene, paesaggio-ambiente, globo; “Lavoro”, quale impegno, professione, realizzazione, partecipazion

una riflessione sul successo del vino italiano nel mondo

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la strada tracciata negli anni '80 continua a dare i suoi frutti e sono solo agli inizi di un successo che metterà in luce alcuni gravi errori; la mancanza di una programmazione che sta riducendo sempre più la superficie viticola italiana; l'abbandono del vino di tutti i giorni con una massa di bevande che hanno preso il suo posto a tavola dando il segno di una perdita grave, la cultura che il vino esprime da oltre seimila anni; la perdita di uno strumento importante per la comunicazione della qualità del vino, l'Ente Mostra Vini, e della sua struttura, L'Enoteca Italiana di Siena, che, mii dicono, chiuderanno il 6 di ottobre dopo 84 anni di attività al servizio dei vitivinicoltori italiani. Un crimine della politica ai vari livelli, ma anche del mondo del vino, ancora una volta distratto dai successi, molti dei quali dovuti al contributo che l'Ente e la sua Enoteca hanno dato a cavallo, appunto, degli anni '80/90. (pasquale di lena)  Vino: la qualità del