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IL CONFRONTO

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Due rappresentazioni: quella del neoliberismo che ci rende ciechi e ci trascina per meglio farci sprofondare nel vuoto della storia, della cultura, dei valori e, così, uniformarci riducendoci a numero; quella di una donna ben nutrita, che ha cura della sua bellezza, madre che stringe al petto l proprio figlio per allattare il cucciolo di un cinghiale. A confronto due mondi, l'uomo che si lascia trascinare, senza fare alcuna resistenza, e cade nel baratro, e, la donna, l'essere che l'uomo cosiddetto "civile" considera "primitivo", che vive in armonia con la natura e nutre il domani dei suoi esseri. Chi può parlare di benessere, civiltà, domani, felicità: l'uomo accecato da chi accumula denaro uccidendo e distruggendo (vi ricordate di quel bush che, pensando di esportare la civiltà in Iraq, cioè là dove la civiltà è partita, è riuscito a distruggere pezzi di quella civiltà e a far contare milioni di morti la gran parte civili, donne e bambini!) i

Il concetto problematico della morte

di Umberto Berardo Non c'è niente di più umano, a nostro avviso, che dedicare il giorno della commemorazione dei defunti al ricordo di quanti hanno lasciato fisicamente la vita ed al senso che essa può avere. Sappiamo che molti, considerandolo nella sua negatività come eliminazione degli elementi biologici, cerebrali, psicologici e sociali che costituiscono la vita come l'insieme delle relazioni umane, tendono a rimuovere l'evento della morte. C'è chi, come ad esempio J. P. Sartre, lo considera un "puro fatto" e ne ha una concezione legata al termine dell'esistenza ed al suo concludersi nel nulla, mentre altri, legati ad un'escatologia religiosa cristiana,   lo vedono come una separazione dell'anima dal corpo per l'inizio di una nuova vita in un mondo ultraterreno o, come nell'Induismo, in una reincarnazione o ancora, come nel Buddhismo, nella "rinascita" ovvero il persistere in eterno della vita di ogni essere viv

Renato Testa con il cappello della Guida “I Ristoranti d’Italia 2017”  de L’Espresso

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Onore e tanti applausi alla Risorta Locanda del Castello di Civita di Bojano e al suo animatore in cucina e in sala, il bravissimo Renato Testa, che, in quel luogo stupendo che domina la valle ombrosa dal quale parte il fiume tutto molisano, il Biferno, scioccamente abbandonato dalle istituzioni, riesce a far parlare del Molise sulla più titolata Guida, quella dell'Espresso, "i Ristoranti d'Italia 2017". Un eroe, in mezzo a 502 insigniti di cappello (5 per i supercampioni e a scalare fino a 1 per quelli bravi come Renato) che, non si capisce perché, sono per la quasi totalità (118 su 502) sparsi nelle Regioni del Centro Nord di questo nostro stupendo Paese. Se penso che il Molise ha un solo rappresentante con un solo cappello e la Puglia tredici, devo pensare che il mio metro di giudizio di un piatto o di un locale è sbagliato o - ed è possibile - quelli che selezionano al sud sono più esigenti o, anche, che sono molto pochi i ristoranti del Centro Sud selezionati

La politica degli annunci

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di Umberto Berardo Crediamo sia lapalissiano riconoscere che la rete stradale di una regione e la sua efficienza in termini di percorribilità rappresentino elementi fondamentali per la qualità della vita di una popolazione. Le strade sono utili per raggiungere, soprattutto dai borghi delle aree interne, servizi fondamentali quali quelli sanitari, scolastici, burocratici, economici, culturali, ricreativi, ma anche per i movimenti di natura commerciale e turistica. Nel Molise i collegamenti interni e con le altre regioni sono difficilissimi, se non addirittura ardui, a causa di un tracciato delle strade tortuoso, determinato prevalentemente dall'orografia e migliorato in parte negli scorsi anni solo sulle direttrici principali che riguardano principalmente le S.S. Bifernina, Trignina e quella che mette in collegamento Campobasso con San Vittore, mentre le comunicazioni con la Campania, con l'Abruzzo interno e con la Puglia rimangono davvero lente o addirittura pre

Agricoltura italiana: Fine o inizio di un sogno?

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 di Giorgio Scarlato il settore agricolo nazionale, contadini compresi, visto nell'ottica produttiva è più morto che vivo. Pensare, lottare nel poter cambiare qualcosa, in ultima analisi è servito a poco, forse neanche a sognare. Quello che è avvenuto negli ultimi 15 anni nel nostro Paese nei confronti del mondo agricolo è impressionante, sa dell'inverosimile. Ministri, forse l'ultimo, quello vero, è stato Giovanni Marcora (l'uomo del fare), e rappresentanze sindacali non hanno rappresentato che solo chiacchiere. Forse a quello che dicono non credono manco loro. Un mondo agricolo per sempre diviso (voluto) in balia del... chi può  arraffa e "usato, depredato e svenduto," sempre come merce di scambio per altri fini dalla politica; da tempo immemore a vantaggio della speculazione finanziaria.   Una puntualizzazione. Le importazioni nel 2015, sempre maggiori, hanno riguardato il 56% di latte, il 45% di grano duro, il 73% di grano tene

OBLIVION Ovvero la parafrasi della emigrazione

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di Franco Cianci Organetto anni '20 di Nicola Mammarella tre volte emigrato a New York La struggente bellezza della musica di un vecchio organetto a bottoni, bando neon, di cui, disperando nel successo, vorrei tanto riprodurre il suono, come sperava   anche Saramago dal suo rifugio di Lanzarote (Canarie), costruito dai prodigiosi, come sempre, artigiani germanici per le ardite cattedrali gotiche della Germania, esportato dagli emigranti nelle Americhe e in particolare in Argentina, attecchì potentemente in quelle società e divenne subito il simbolo e l’elemento rapsodico di tutte le emigrazioni europee transatlantiche. Questo strumento, dai suoni effettivamente umani, il più delle volte strazianti, trovò un cantore formidabile in Astor Piazzolla; un genio della musica contemporanea tra i più grandi in Europa, anch’egli di origini italiane (di Barletta il padre, toscana la madre), che approdò nei sobborghi di Buenos Aires. Astor nasceva nel 1921, esattamente negli a

Dove va la legislazione sul sistema prostitutivo

di Umberto Berardo Della prostituzione come fenomeno sociale ci siamo già occupati diffusamente nel romanzo "Il senso dei giorni" pubblicato nel 2007 e in una ricerca dal titolo "Misurarsi con il tema della prostituzione" sulla rivista Il Ponte nel maggio del 2008. Ancora oggi nella maggior parte dei Paesi del mondo essa è illegale, in altri è completamente legale, mentre altrove è permessa, ma se ne sanzionano lo sfruttamento ed il favoreggiamento. Sugli aspetti di carattere umano continuiamo a dissentire sull'idea della prostituzione come un diritto, convinti invece che l'accettazione del fenomeno sia legata, come abbiamo scritto già con chiarezza, ad un'idea molto negativa del sesso e ad una logica crudele e talora perversa di stampo maschilista e neoliberista che trasforma un essere umano in uno strumento per il piacere sessuale di chi paga. Noi pensiamo che l'esercizio della prostituzione non abbia alcun legame con la libertà