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Xylella ed Expo, storie diverse ma un unico comun denominatore

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Nutrire il pianeta, un messaggio bello che, con la presenza delle multinazionali, si contraddice. La Xylella che da fastidiosa è diventata cattiva, sarà ancor più cattiva, anzi criminale, se si dà continuità a un modello di sviluppo di cui sembra non se ne possa a fare a meno Non pochi dei miei vecchi e cari amici, che da anni mi seguono lungo il percorso del vino, dell’olio, della gastronomia e dell’agroalimentare in generale, mi hanno chiesto se vado all’Expo 2015, che apre domani a Milano e cosa penso della Xylella o, meglio, quale sarà il futuro dell’olivicoltura del Salento.   Per quanto riguarda l’Expo non credo di andarci. Per non creare equivoci dico subito per più di una ragione, non certo quella che a dominare la sua immagine sono le multinazionali, cioè i grandi affari che stanno affossando l’agricoltura contadina, i nostri territori più fertili e più vocati al cibo di qualità, e, cosa ancora più grave, mettendo a rischio la sopravvivenza stessa del pianeta. Riteng

la soglia linguistica da non varcare

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Riportando questo articolo del Corriere della Sera ripreso da "Il Foglio volante" di Amerigo Iannacone che ringrazio, ho deciso che darò, con una ristampa, nuova vita a quel mio fortunato libro di poesie in dialetto larinese (molisano) "U penziere", uscito nel 1989 per gli Editori del Grifo di Montepulciano (SI). Fortunato, non solo perché ha esaurito in poco tempo le 2.000 copie stampate (mi è stato detto che sono tante per un libro di poesie e, per di più, nel dialetto di una Regione che - lo dicono in molti - non esiste, ma anche perché ha avuto l'onore di essere presentato a Larino nell'atrio del Palazzo Ducale; poi a Firenze, nel prestigioso Salone del gonfalone in Palazzo Panciatichi sede del Consiglio regionale della Toscana, in via Cavour; a Vancouver, Toronto, Montreal in Canada; New York, negli Stati Uniti, Lucera, in Puglia, che ha un dialetto molto simile a quello di Larino ; a Campobasso, capoluogo della Regione ed altri luoghi ancora. &quo

Il grande successo del vino italiano in America

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A cavallo degli ani ‘70/’80 ci aveva pensato il Lambrusco delle Cantine Riunite a diffondere il gusto del vino negli Stati Uniti. Una straordinaria opera di penetrazione in un mercato abituato a soft drink e superalcolici, non al vino, con il Lambrusco, pioniere del vino italiano, che arriva alla massa dei consumatori e non più solo a una élite abituata a consumare soprattutto vini francesi e, insieme, quelli californiani. Una straordinaria opera che doveva essere ripetuta sui nuovi mercati, in particolare quelli noti come BRIC (Brasile, Russia, India e Cina), che, con una popolazione superiore ai 2, 8 miliardi, rappresentano il 40% di quella mondiale, perché avrebbe facilitato il percorso delle nostre esportazioni di vino in questi Paesi. Il 1985 è l’anno della svolta, con i grandi produttori italiani che, spinti dall’allora direttore dell’Ice di New York, Livio Caputo, danno vita all’Italian Wine % Food Institute e promuovono il 1° “Gala Italia”. Un avvenimento che si rip

I FUOCHE DA MADONNE

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Fra poco andrò a vivere questa tradizione (millenni?) a casa del mio amico Primiano con i suoi numerosi ospiti, molti dei quali vengono da lontano. La memoria non farà fatica a riportare a galla l'eccitazione di noi bambini nei giorni precedenti l'ultimo sabato d'Aprile. La Festa di San Giuseppe, con il primo gelato, e i primi calzoni corti avevano anticipato di due giorni la primavera e noi bambini la vivevamo come l'inizio delle feste che ci portavano alle due sfilate del Palio di S. Primiano con la sosta all'Anfiteatro, il luogo in cui 1700 anni prima era stato dato in pasto con i suoi due fratelli Casto e Fimiano, fra i primi martini della cristianità. I fuoche da Madonne erano quelli che arrivavamo per primi, soprattutto a riscaldare i cuori e a ritrovarsi insieme per rafforzare l'unione, vivere la comunità. Allora, ai tempi di me bambino e poi ragazzo, i fuochi accendevano il dialogo e i primi amori, l'allegria e la condivisione di un pezzo
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         Quando c’è olio c’è salute   La Casa del vento     Informa (5)   Ci sono giunti anche i risultati della 12a Rassegna degli Oli Monovarietali 2015, che ha visto L'Olio di Flora superare la sufficienza con il punteggio di 6.5 che, però, non basta per entrare nel catalogo pubblicato dall'Assam e diffuso da Il Sole24Ore con la rivista Olivo ed Olio. Peccato! Se Martin per un punto perse la cappa, L'Olio di Flora ha perso l'occasione di entrare nel catalogo  2015 oli monovarietali per solo mezzo punto! Siamo soddisfatti ma non felici, come lo scorso anno quando il traguardo è stato raggiunto come si può vedere dalla scheda riportata. E' da sottolineare la presenza costante in questa Rassegna della varietà "Gentile di Larino", una delle tre che danno immagine alla capitale dei frentani, culla nel 1994 dell'Associazione Nazionale Città dell'Olio

IL MOLISE DI EDILIO PETROCELLI

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UNA SERIE D'INCONTRI DAVVERO INTERESSANTI PER PARLARE DEL MOLISE DI EDILIO PETROCELLI E DEL CONTRIBUTO DA LUI DATO IN OLTRE 50ANNI D'IMPEGNO POLITICO, SOCIALE E CULTURALE PER IL SUO MOLISE. Ho avuto la fortuna di conoscere Edilio quand'era dirigente del Pci del Molise e d'incontrarlo quando ha rappresentato il Molise al Parlamento italiano. Non frequenti i nostri incontri quando, 1995, sono rientrato nel Molise dalla Toscana, ma tante telefonate, in particolare quando, 2006, mi ha chiesto di scrivere de  "la vite ed il vino nel Molise" quale contributo a una sua pubblicazione sul paesaggio molisano che non ha visto l'uscita. La cultura al servizio della politica e la grande passione lo hanno portato a dare un contributo importante alla voglia di essere del Molise.  

La Casa del vento

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  Quando c’è olio c’è salute                             Per il terzo anno consecutivo L’Olio di Flora , biologico “ Gentile di Larino ”, può avvalersi della “distinzione” del Premio “Orciolo d’oro”.   Anche quest’anno, e per il terzo consecutivo, L’Olio di Flora, biologico ottenuto da olive “ Gentile di Larino ”, può avvalersi della distinzione “Orciolo D’Oro” 2015, il Concorso Nazionale Oli, promosso dall’EnoHobby club dei Colli Malatestiani   di Gradara, giunto alla 24a edizione. Un altro importante riconoscimento per l’azienda La Casa del Vento di Larino che ha, così, ben rappresentato, nel concorso marchigiano, uno tra i più longevi   e quotati, il Molise e la sua lunga storia nel campo dell’olivicoltura, la principale coltivazione arborea della Regione più ricca in quanto a ruralità e biodiversità. Ed ora, sperando in altri importanti risultati, L’olio di Flora si prepara a vivere, dopo quella all’ Oleonata di Simona Cognoli, sempre in compagnia con Olio Benedetto