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IL MOLISE DEL GUSTO ALL'OLEONAUTA DI ROMA

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Non servono grandi spazi per fare grandi cose, ma idee, persone capaci   e una dose giusta di passione di chi di un evento ne diventa il protagonista. L’Oleonauta, a poco più di un chilometro in linea d’aria dal Lungomare Toscanelli di Ostia, è, più che un negozio di olio e confetture varie, una teca attrezzata che accoglie bottiglie, barattoli, pubblicazioni e mette tutto a disposizione di una clientela di intenditori   e di esperti, oltre che di un normale consumatore. Simona Cognòli è l’anima di questo delizioso ambiente, dove senti scorrere, liscio come l’olio, il tempo, che ha visto sabato scorso animarsi, dalle 19 alle 23, di esperti di enogastronomia, blogger e giornalisti, richiamati dal Molise e dalle sue eccellenze: dal tartufo all’olio; dalla birra artigianale al vino; dal caciocavallo ancora fresco a quello stagionato, essenziale per una delle tante bontà di Agnone, la “zuppa a la Santé”; dalla soppressata e mitica ventricina (il salume che si scava e non si taglia) al

Franco Battiato - Era de maggio (1999)

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OSPEDALE, CHE FARE?

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Al consiglio comunale che c’è stato l’altra sera al Palazzo ducale di Larino c’ero anch’io ad ascoltare il refrain dei politici e amministratori locali, che hanno dato l'impressione di non rendersi conto della situazione pesante e, ormai, giunta alla fine di un percorso che limiterà e renderà difficile la cura della salute dei molisani, se non sono di Campobasso e d’intorno, o, anche, di Pozzilli, cioè tra Venafro e Isernia. E’ infantile, politicamente, pensare, com’è successo l’altra sera, di risolverla accusando il Presidente della Regione, di Laura Frattura, della sua assenza (anche per me ingiustificata visto il consenso ricevuto a Larino), oltretutto   non prendendo atto che erano assenti anche gli altri rappresentanti della politica e delle istituzioni, anche quelli che da Larino sono stati premiati con i voti ed ora “governano”     questa regione. Fare questo vuol dire non prendere in considerazione il vero grande assente, il popolo di Larino. Un’assenza che è piename

Roberto Murolo - Reginella

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IL MONSIGNORE

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Per brindare alla primavera, ai produttori che da domani saranno al Vinitaly  ed all'amico Benedetto che sarà mio ospite questa sera, ho aperto una bottiglia delle poche rimaste di questo vino, annata 2003, da me dedicato a S.E. Monsignor Tommaso Valentinetti che, se non fosse stato per la coincidenza con la morte di Papa Paolo II, l'avrebbe presentato con me a Verona, al Vinitaly del 2005. Un vino che ha avuto subito un grande successo e il consenso delle più importanti guide dei vini italiani. Fatto con uve "Montepulciano" della Fattoria di Vaira, che ho avuto il piacere di dirigere. Uno dei quattro vini di prestigio dell'azienda di Petacciato, due bianchi "Donna Francesca" e "Bianco di Flora" e  un altro rosso "Cavalier Francesco", con un "Solo bianco" e "Solo rosso" a rappresentare il vino della quotidianità capace di arredare ogni giorno la tavola e di soddisfare il gusto e la salute del consumatore. Tu

Benvenuta Primavera

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il benvenuto alla primavera appena entrata. Un giorno, il 21 Marzo, a me particolarmente caro perché mi riporta al giorno della primavera del 1987 a Siena nel Palazzo Patrizi in via di Città dove nasceva l'Associazione Nazionale delle Città del Vino. Un'idea del mio caro amico Elio Archimede di Asti che io, insieme con il Sen. Margheriti, ho promosso grazie all'Enoteca italiana. Fra poco saranno passati 30anni da quel lieto evento che ha arricchito di idee e di iniziative il mondo del vino. Un mondo che da domani fino al 25i si ritroverà a Verona a vivere la 48a edizione del Vinitaly, con un mercato del vino italiano in crescita sulla spinta soprattutto degli spumanti e una perdita costante, però, di superficie vitata. Anche il mondo del vino è l'Italia delle contraddizioni e non da oggi. Un brindisi con tutti voi a questa bella giornata con un vino del 2003, "Il Monsignore", appena scaraffato, che ho voluto e presentato al Vinitaly del 2005. 

Il 2° Concorso “Bonolio Salus Festival” premia due oli molisani: Di Vito Giovanni dI Campomarino e L’olio di Flora di Larino

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Pasqualedilenainforma Il Concorso, organizzato dalle Associazioni   GastroliArt e Duc in Altrum con la regia del Dr. Vincenzo Nisio, ha   come scenario il Matese campano con il suo piccolo centro, Gioia Sannitica , contornato da ben sette borghi all’ombra di due montagne di oltr 1300 metri, Monte Monaco di Gioia e Monte Eubano . Nella categoria Fruttato leggero, primo e secondo classificato sono risultati l’olio extravergine di oliva del Frantoio oleario Di Vito Giovann i di Campomarino e L’Olio di Flora de La casa del Vento di Larino. Due oli che, non da oggi e insieme con altri importanti oli delle 18 varietà che rappresentano la biodiversità olivicola molisana, sono messaggeri dell’olivicoltura regionale che, in questi ultimi giorni, ha fatto sentire più di un’eco all’esperto ed al consumatore esigente di olio di qualità. Un nuovo riconoscimento per due oli già vincitori, nel mese di dicembre a Larino, dei premi del Concorso Goccia d’Oro. Per L’Olio di Flora che