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Visualizzazione dei post da maggio, 2020

La Porta Santa di Guardialfiera

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sarà aperta dal 1° al 2 giugno con misure di contenimento da Covid-19.    di V incenzo Di Sabato            Su questo nostro presente ancora martoriato dal ventre impuro del Coronavirus, la liturgia del 1° giugno a Guardialfiera, schiuderà una breccia di luce. La irradierà anche sulla nostra ostinata voglia di felicità. E, con il per-dono perfetto, tornerà perfino la carezza del sole.           “Verranno da oriente e da occidente, da settentrione da mezzogiorno” (presume Luca al cap. 13 del suo Vangelo) per attraversare la “Porta stretta”.           Quella Porta che quest’anno sembra ancor più stretta qui, a causa delle “ristrettezze” decretate dalla raggiera intensa di norme riguardo alla pandemia ancora in atto.           “Signore, aprici!”. Sarà il grido degli assetati di luce, dei candidati di oggi alla salvezza. E lui – quel padrone di casa, il tiranno della parabola – “ Allontanatevi da me, io non so da dove venite, non vi conosco!”. “Ma come, abbi

Uscire dagli attuali problemi della scuola

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di Umberto Berardo   Sappiamo che la pandemia da Covid 19 ha lasciato a casa secondo l’Unesco un miliardo   e mezzo di studenti. In Italia il loro numero è stato di 10.800.000 per i quali, come in altri Paesi europei, è stata attivata una didattica da remoto che non ha raggiunto tutti allo stesso modo perché, nonostante i settanta milioni di euro messi a disposizione dal governo, ne sono rimasti esclusi, per mancanza di dispositivi tecnici   o di collegamenti alla rete, circa un milione e mezzo di aventi diritto. È indubbio così che sono state amplificate le disuguaglianze di partenza tra i più poveri e nelle aree geografiche non ancora raggiunte da un’adeguata copertura della banda ultra larga. Anche l’organizzazione delle lezioni on line è stata lenta e problematica per motivazioni di ordine tecnico e didattico che erano del tutto prevedibili anche da parte di quanti vi si sono impegnati con abnegazione. Le criticità maggiori sono insorte in particolar modo nella po

SAN PARDO

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Larino, 25.26.27 maggio 2020, San Pardo si accontenterà dei ricordi del passato nel pensar che il futuro sia incredibilmente più splendente. – L’amore di un Giovane mi rende felice….. di Maurizio VARRIANO Nell’imbattermi in “ Viaggio nel Molise “ mi sovvien l’eterno e, domanda mi pongo : Si può essere innamorati di una tradizione così da piangerne la sua momentanea “ dipartita ?” . Mi rispondo.   Il Molise senza le sue tradizioni non sarebbe tale. Sarebbe una regione amorfa , senza tempo e senza la sua gente. Larino è una dei simboli di una tradizione “ pura “, “ semplice “, “ viva “, mai doma. La gente vive per tornar bambini nel mondo dei ricordi di una vita senza schemi, senza invidie, gelosie ma, piena di colori, rumori, assonanze, rivalità ed amicizia fusa in amore. Nessun si perde per strada. Essa, lunga ma decisamente percorribile, non lascia indietro nessuno. Vive del presente , decisamente guardando sempre al passato, quello dei tempi migliori. Racconti tramandati

invito ai sindaci

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Questo nostro amato Molise rischia di perdere il solo tesoro che ha, il territorio.  Uniti per non dare spazio a chi vuole comprare con un culo di bottiglia il nostro tesoro.  Da qui l’invito, postato su fb, rivolto ai 136 sindaci dei comuni molisani. Una tabella all'entrata dei comuni molisani "Questo territorio è sacro, non si tocca, perché ci dona cibo, aria, acqua, bellezza". Una tabella che richiede comportamenti coerenti e atti adeguati.

CRISI E OPPORTUNITÀ

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In anteprima l'articolo che uscirà sul prossimo numero de La Fonte, il mensile pubblicato a Larino che vale la pena avere in abbonamento e leggere. Pasquale Di Lena Siamo rimasti tutti sorpresi dall’arrivo del Coronavirus e siamo ancora tutti colpiti, chi più chi meno, dalle conseguenze di questa lunga quarantena. Storditi, disorientati, naviganti che hanno perso la rotta dopo la tempesta e, come tali, incapaci di interpretare la nuova e, soprattutto, di capire quale, dove e quando avverrà l’approdo. Confesso che, personalmente non ancora riesco – ci sto provando sin dall’inizio di questa triste storia che ci tocca di vivere - a mettere insieme un’idea chiara, capire da dove ripartire, cosa ci riserverà il domani, quale sarà il futuro dell’umanità. È, forse, l’idea di un mondo vasto che mi confonde e rende ancora nebulosa, poco chiara, la visione della crisi e delle opportunità che bisogna cogliere per risalire dal precipizio dentro il quale siamo stati sprofondati.

Coronavirus e borghi molisani

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di Umberto Berardo Campolieto La pandemia nella quale siamo ancora immersi ha avuto aspetti davvero problematici soprattutto per le famiglie che hanno vissuto la tragedia del decesso di propri cari, ma anche per il lungo isolamento di tutti nelle proprie case che ha determinato in tanti difficoltà psicologiche, sanitarie, culturali, educative e naturalmente economiche. Questa epidemia ha avuto effetti rovinosi su tutto il tessuto umano e sociale della realtà molisana, ma ha provocato danni enormi nei piccoli borghi della regione dove, ad eccezione delle attività legate al settore della distribuzione dei prodotti per l’alimentazione, le altre sono rimaste chiuse per più di due mesi gettando nella disperazione molte famiglie che sono appena sopravvissute solo grazie all’aiuto dei bonus del “Cura Italia” e al sostegno della Protezione Civile, delle Caritas Diocesane e delle altre organizzazioni solidali. Le difficoltà per molti ancora persistenti nelle comunicazioni telemati

Il commento di Emilio D'Ambrosio al comunicato n° 7 dell'Associazione ex consiglieri

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Oggi, nell’attuale temperie del coronavirus, COVID-19, “Le opportunità sono fortune” richiama in modo non rinviabile la forza di una prospettiva politica partecipata. E’ indilazionabile il pensiero lungo di una imponente trasformazione progettuale, capace di mobilitare risorse preziose, umane e politiche. E’ la capacità di disegnare il paesaggio oscurando, populismi e sovranismi che fanno ricorso al sentimento della paura per alimentare scenari reazionari, privi di agganci con storia e le tradizioni di un nobile paese. Ecco allora per frammenti, l’esigenza della VISIONE, forme, colori, vissuti e umanità in divenire capaci di suscitare riconoscimento, lo specchiarsi in un processo di empatia che va oltre le miserie di un vuoto di miserabili comportamenti e piccoli pensieri. Si delinea così, in un’articolazione d’insieme il percorso: SANITA’ pubblica , con valorizzazione del territorio, delle strutture esistenti e loro riqualificazione sociale per affrontare in modo e

LE OPPORTUNITA' SONO FORTUNE CHE PASSANO SE NON RIESCI A COGLIERLE

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Comunicato n° 7 Preoccupati della  gravità della situazione della pandemia nel Molise e della crescita dei contagi che rischiano di lasciare il Molise nella fase 1, con la conseguenza di un prolungamento dei tempi  e relativo isolamento,  continuiamo a porre la nostra attenzione all’evolversi della proposta del Commissario ad acta della sanità molisana, Giustini, perché essa è, per tutti noi, una straordinaria opportunità, non sol per il rilancio della sanità a carattere pubblico del Molise, ma, anche, per il domani del Molise. È d’obbligo ricordare l’invito che il 22 Marzo  abbiamo rivolto al Presidente della Regione, Dr. Toma, a prendere in considerazione e con la dovuta urgenza la necessità di  riaprire gli ospedali “Vietri” di Larino e “SS. Rosario” di Venafro per renderli centri Covid 19.  Una necessità per il Molise e, anche una risposta di solidarietà a quanti in altre regioni del Paese venivano colpiti duramente dal virus e avevano bisogno  di strutture adeguate.

MIOPIA

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Nicola Picchione Come è noto, la parola indica vedere male, sfocato, da lontano. E’ anche noto che non c’è solo la miopia degli occhi, correggibile con le lenti. E’ più diffusa e grave quella mentale. Non riusciamo a vedere oltre qualche decennio; ci fermiamo al futuro nostro e dei nostri figli. Non oltre. Il 2050 ci sembra molto lontano, non ci interessa se saremo (saranno) miliardi in più. Crescete e moltiplicatevi. Sospetto che più una comunità è arretrata economicamente e culturalmente più ha il chiodo della sessualità esaltando il maschio più che l’uomo. Forse perché si deve equilibrare l’alta mortalità infantile. Più sesso più figli. In passato l’orgoglio dell’italiano era ritenersi campione mondiale del sesso, desiderato da svedesi e altre; lucido di brillantina e dal petto villoso vantava più le sue parti inferiori che quelle superiori, orgoglioso delle sue battute di caccia sulle spiagge o sui marciapiedi. Leggo che tra non molto saremo

Francesco, un papa coraggioso

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di Umberto Berardo Jorge Mario Bergoglio, dopo le dimissioni di Benedetto XVI, diventa papa della Chiesa cattolica il 13 marzo 2013 assumendo il nome di Francesco. Decide subito di risiedere a Santa Marta invece che nell’appartamento papale del palazzo apostolico. Le direzioni del suo pontificato in questi sette anni sono state molteplici. Ha pubblicato diversi documenti su temi fondamentali di natura teologica, etica, ambientale, sociale, umana ed ecumenica. Ha istituito diverse commissioni per la difesa dei fanciulli dalla pedofilia e per le riforme della Curia, dello IOR, del Codice Penale Vaticano, delle istituzioni economiche ed ecclesiastiche, della pena di morte nel Catechismo. Su talune sue encicliche ed esortazioni apostoliche, come la “ Laudato si’ ” o “Amoris laetitia” ma soprattutto sulla sua decisa volontà di riforma della Chiesa, su comportamenti ordinari e su diverse dichiarazioni sono nate controversie di natura teologica ed istituzionale in par