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Visualizzazione dei post da aprile, 2020

70° anniversario della morte di Francesco Jovine l’Omèro della nostra terra magica e concreta

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70° anniversario della morte di Francesco Jovine l’Omèro della nostra terra magica e concreta Guardialfiera, 9 ottobre 1902 – Roma, 30 aprile 1950 Contributi di Vincenzo Di Sabato, Libero Bigiaretti, Antonio Mucciaccio, Antonio Crecchia, Sebastiano Martelli e Jean -Pierre Pisetta                 A noi – suoi colleghi - la morte di Francesco Jovine avvenuta domenica 30 aprile alle ore 7,45, ci è parsa ingiuriosa, inesplicabile. Proprio il cuore generoso e disordinato dell’amico, si è schiantato!          Uno spirito che ha donato e richiesto amore a tutti: alla sua Dina, ai fratelli, al suo paese, alla letteratura.          Abbiamo approfittato tutti del suo gran cuore che, per quarantasette anni, ha scandito il ritmo ampio e caloroso di un’esistenza piena di giuste passioni, di bontà e di lavoro spumeggiante.          Lo scrittore di Guardialfiera ha conosciuto e rispettato i poverissimi contadini del paese, i cafoni senza pane, gli artigiani sventurati; l’

"Ammalato al Nord e guarito al Sud"

E' il titolo di un articolo di Chiara Baldi, uscito oggi su il Mattino di Padova. Parla del malato di Bergamo, Mario Merola, un 66enne noto architetto della città lombarda, che è stato portato al Cardarelli di Campobasso e riportato a Bergamo guarito. "Stavo morendo e mi hanno guarito   sono bravissimi...Ero nudo e crudo e loro mi hanno vestito…" Di questi due mesi tra la vita  e la morte - scrive la Baldi - Merola non ricorda nulla,,,ha combattuto la sua battaglia contro il Covid19 a 800 chilometri da casa sua:  a portarlo nel Molise un elicottero della Protezione civile. "Sono bravissimi" ripete l'architetto e continua per dire "appena mi sarà data la possibilità voglio tornare a salutarli e ringraziarli, anche, per visitare il Molise una regione che non conosco, ma so molto bella". Questa notizia, che tocca la mia sensibilità e  l'orgoglio che ho per la mia terra, racconta una storia a lieto fine, che premia il gruppo di medici e in

25 Aprile, per non dimenticare

Venticinque aprile Carissimi tutti, per la prima volta dopo decenni, il 25 aprile di quest’anno, non saremmo riuniti sulla tomba di Giaime Pintor per ricordare le sue lotte per la libertà, e per ridare luce e vigore alle “nostre” lotte per la libertà. Non ci saranno i bambini, che hanno sempre allietato il nostro 25 aprile dando l’immagine gioiosa di un messaggio che si trasmette di generazione in generazione. Quanto abbiamo lottato per dare a quei bambini un asilo nido e una scuola materna. E come ci accorgiamo, in questi giorni, quanto ciò improvvisamente ci manchi. E in questi giorni tocchiamo con mano quanto siano state valide quelle lotte In questa data che per noi è tanto significativa, ci interroghiamo in che cosa ed in che modo ci sia un filo di collegamento tra ciò che era il mondo di ieri e ciò che – a seguito dell’imprevista sciagura che ci tiene isolati - diventerà il mondo di domani. Ebbene, è l’ideale della giustizia che accomuna la fase di ieri e la fase d

Carissimo Arjay,

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prima che mi dimentico è importante dire grazie al tuo maestro che ha scelto il mio Molise. A questa mia terra – l’altra è la Toscana, ora anche tua, che mi ha adottato e fatto incontrare persone speciali, alcuni diventati mie maestri, come tuo nonno Bruno – ho dedicato la gran parte dei miei articoli e alcune pubblicazioni, una in particolare, “Molise, il piacere della scoperta”.   Un libro che mi piacerebbe regalarti il giorno che verrai a trovarmi con Raffly e i tuoi cari e, così, conoscere   la(1963) e, se non ci fosse la Val d’Aosta con le sue montagne, la più piccola. la mia Casa del Vento C’erano, fino a qualche tempo fa, molti in Italia, che non sapevano della sua esistenza, tant’è che circolava la voce   “il Molise non esiste”, soprattutto perché fino al 1963 era un’appendice dell’Abruzzo, la regione conosciuta,   fino ad allora, come “Abruzzo e Molise”. Una terra antica e ciò è testimoniato da un accampamento di 700mila anni, che racconta del primo uomo eretto ,

LA POLITICA E’ IL SOLO STRUMENTO CHE ABBIAMO PER COSTRUIRE IL FUTURO

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Per ora io sento solo il rumore cupo ed assodante del tsunami Covid-19 e penso a quando si abbatterà sulla spiaggia della normalità e quello che lascerà quando azzererà le sue forze distruttive davvero micidiali. Chi avrà la sfortuna/fortuna di essere spettatore avrà modo di vedere le macerie che lascerà e dovrà, per forza, rimboccarsi le maniche e vedere, con quali forze, ricominciare. Personalmente penso, avendo capito e, soprattutto, avendo un minimo di consapevolezza di cos’è Covid-19, che la politica, e solo la politica, ha la possibilità di affrontare e risolvere le questioni, soprattutto enorme come il momento che viviamo, visto che chi l’ha presa in mano e ridotta a strumento utile per il raggiungimento dei   suoi obiettivi, il potere e il denaro – parlo delle banche e delle multinazionali, la finanza – ha fallito ed è in piena confusione mentale, non morale, per il semplice fatto che ogni sua azione non contempla questo fondamentale valore. Agli inizi di questo mese ho