LA GIORNATA DELLA TERRA

di Pasquale Di Lena
Era fissata ieri in calendario la sua 49a ricorrenza con manifestazioni in ogni angolo del mondo all’insegna dell’ambiente e della sua salvaguardia. 
Per come sono andati  e vanno avanti i processi contro l’ambiente sotto la spinta di un sistema predatorio, il neoliberismo,  ogni giorno è la giornata della terra. La giornata del pensiero, della riflessione, e, soprattutto, dell’azione che serve a dare un po’ di respiro a questa nostra grande madre, al pianeta che ci ospita e ci dona cibo, paesaggio, biodiversità, vita. 
Ieri, mentre riflettevo su questa giornata così significativa, avevo costantemente presente gli avvenimenti di quest’inizio anno: dal 15 Marzo, con il 1° sciopero mondiale per il clima, alle giornate ultime di Roma con la presenza della sedicenne, Greta Thunberg,  che hanno visto protagonisti soprattutto  i ragazzi e i giovani nati in questo terzo millennio. 
 Per non perdere altro tempo prezioso hanno pensato bene di programmare, per il giorno 24 Maggio p.v., il 2° Sciopero Mondiale per il clima.
Ragazzi e giovani, non considerati dal sistema, che cominciano a preoccupare i suoi principali protagonisti, a partire dai petrolieri che sanno di essere gli autori primi dei mali che oggi soffre il clima e, con il clima malato, il pianeta.
Stanno cercando, sia i petrolieri che gli altri protagonisti di un sistema fallito con la crisi del 2007/8, con i mezzi d’informazione a loro disposizione e i tanti opinionisti da loro pagati, di correre ai ripari sminuendo o banalizzando gli avvenimenti, e, anche, indirizzando una parte del pubblico a farsi un’opinione sbagliata degli avvenimenti che vedono protagonisti questi ragazzi. Hanno paura che il mondo non venga più visto, com’è stato fino  ad ora, con gli occhi dei petrolieri e delle multinazionali, ma con quelli di Greta e dei suoi milioni di compagni d’avventura. 
Per capire il loro sporco gioco basta leggere gli attacchi diretti a questa sedicenne, determinata e per niente impaurita dal sistema, la rappresentante e il punto di riferimento di questi ragazzi. 
Ragazzi, giovani, che hanno mostrato di avere le idee chiare riguardo al loro futuro e  sanno che non c’è molto tempo a disposizione per cambiarlo.
Hanno, questi meravigliosi protagonisti del tempo, ora più che mai, un forte bisogno della fiducia dei padri. 
Hanno bisogno, per poter costruire il proprio futuro, principalmente di speranza. Quel futuro che noi, non più giovani, abbiamo loro negato. 
E' questa mia affermazione una semplice costatazione che non vuole significare una colpa. 
Non aiutarli oggi a vivere i sogni e a coltivare la speranza, allora sì che sarebbe una colpa imperdonabile, visto anche che non solo loro, ma il mondo intero, ha un bisogno urgente di credere nei sogni e avere la speranza di realizzarli.
Prioritario diventa uscire, il prima possibile, da una visione della vita tutta impostata sulla ricerca spasmodica della ricchezza e del denaro, per cominciare a vivere il gusto della sobrietà, della moderazione, della solidarietà, del rispetto, dell’amore, del bisogno e non del respingimento dell’altro. 

Tutto questo per dire che vale la pena lasciare ai giovani la possibilità di costruire il proprio domani, visto che noi, una volta dentro la spessa nebbia del consumismo, non siamo stati capaci di costruire il nostro.

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