Vino, l'export cresce fra luci ed ombre

I dati a Wine2wine: positiva la performance in valore, che raggiunge quota 6,2 miliardi, ma a preoccupare sono le tendenze in alcuni mercati importanti. Il ministro Centinaio: "L'Italia si presenta all'estero con troppi interlocutori"



Vino: i dati dell'Osservatorio di Vinitaly – Nomisma Wine Monitor sono stati presentati nella giornata di apertura del Wine2Wine di Verona
Fonte foto: © anaumenko - Fotolia

L’export vitivinicolo sfiora 6,2 miliardi di valore nel 2018 (+3,8% rispetto al 2017), ma con noti negative, come il calo dei volumi (-9%) e la perdita di quote di mercato su sbocchi storici come Germania e Svizzera. Fatica anche in paesi come Usa, Regno Unito e Canada, ovvero i mercati sempre più importanti.

Secondo i dati dello studio dell’Osservatorio di Vinitaly – Nomisma Wine Monitor, nel confronto diretto con i principali competitor, l’Italia realizza trend inferiori rispetto alla leader Francia, che ha registrato un valore da export di 9,54 miliardi di euro (+4,8%) e della Spagna, sopra il livello dei 3 miliardi di euro (+5,2%). In calo invece i produttori del nuovo mondo, con l’Australia sostanzialmente stabile (+0,1%) e il forte calo di Cile (-5,4%) e Nuova Zelanda (-4,4%).

I dati sono stati presentati nella giornata di apertura del Wine2Wine di Verona, il forum sul vino invernale ormai appuntamento invernale tradizionale che precede il Vinitaly, in programma il prossimo aprile 2019.

Oggi il problema nel fare business all’estero è che l’Italia si presenta con troppi interlocutori che dicono cose e hanno esigenze diverse" ha sottolineato il ministro dell’agricoltura Gian Marco CentinaioServono nuove regole di ingaggio valide per tutti con gli strumenti di comunicazione e promozione univoci. Domani parlerò con i colleghi ministri dello Sviluppo economico e degli Esteri per istituire un tavolo che costruisca una promozione unica sul Wine&Food italiano”. 
Ci apprestiamo a registrare il nono anno consecutivo di un nuovo record nell’export di vino – ha spiegato il presidente di Veronafiere Maurizio Danesecon una crescita stimata per il 2018 più che doppia rispetto all’export globale del prodotto Italia. Ma dall’analisi dei dati del nostro Osservatorio sono di più i motivi per rimboccarsi le maniche che per gioire. Fatichiamo non poco su mercati chiave, cresciamo poco in Asia e perdiamo in Germania e Svizzera”. 
Fra le note positive della crescita dell’export c’è l’ennesima performance positiva degli spumanti, che hanno mantenuto un segno positivo in mercati come Usa, Regno Unito, Svezia, Russia e Canada.
Chiudiamo un export 2018 a luci e ombre – ha commentato il direttore generale di Veronafiere Giovanni Mantovaniin un anno in cui il vino italiano ha ricevuto straordinari posizionamenti nelle guide di settore a livello internazionale. E’ evidente che stiamo assistendo a un cambiamento della polarità nel mercato del vino, per questo serve un’armonizzazione delle politiche di promozione: oggi serve una salto di qualità. Il nuovo piano industriale prevede un ulteriore sviluppo di Vinitaly sui mercati esteri”. 

L’Italia cresce soprattutto grazie agli spumanti – ha ricordato nel suo intervento Denis Pantini, project leader di Wine Monitor – si tratta di un trend che va avanti ormai da alcuni anni e che nel 2018 si è maggiormente accentuato in alcuni Paesi come Usa e Germania dove nel primo caso sono i vini fermi francesi, in particolare i rosé, a togliere spazio di mercato ai nostri prodotti. In Germania sono i domestic wine a crescere maggiormente”.

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Commenti

  1. E' che la Francia cresce perché non solo ha mantenuto il suo strumento , la Sopexa, ma l'ha anche rafforzato. L'Italia ha chiuso l'unico strumento che aveva, l'Ente Mostra vini - Enoteca Italiana di Siena, invece di rafforzarlo ed estenderlo all'intero comparto dell'agroalimentare.

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