Fagiolo di Acquaviva d'Isernia e l'Olio di Flora


Acquaviva d'Isernia
Ci sono piccoli solchi ombreggiati da piante di fagiolo lungo la salita che da Isernia porta al Macerone, un luogo mitico per i Binda, i Guerra, i Bartali e i Coppi di allora, che vogliono diventare campi.

Piccoli campi che producono queste perle di una terra, il Molise, che ha solo voglia di volare proprio ora che menti senza gusto la vogliano cancellare.

Perle saporite che, nelle mani di Silga e di Daniela, hanno mostrato di saper raccontare le bellezze e le bontà di un territorio e dei suoi paesaggi, il calore di mani ospitali.

Larino
Ci sono colline, quelle dolci che scendono verso l'Adriatico delle Tremiti e del Gargano, ombreggiate da giovani e antichi olivi "gentili" che raccontano, con altre varietà Salegna e San Pardo, anche queste della culla dell'olio, Larino, l'incontro con Annibale e i famosi condottieri romani, la storia dei tre tratturi non lontani.

Oh, certo, non sono i soli in questi luoghi baciati dal sole rosso del mattino e da quello ancora più rosso della sera, da grandi lune piene e venti che alimentano la biodiversità!

Rotello, Colletorto, Montenero di Bisaccia per arrivare risalendo il Trigno fino all'Olivetta nera di Poggio Sannita, la Paesana nera di Monteroduni e la Liciniana, ora Aurina, di Venafro, che l'antica Roma preferiva e si vantava per la qualità così legata al territorio.




Acquaviva d'Isernia, con la sua splendida perla, e Larino, con il suo Olio di Flora, insieme in un cestino a significare un incontro, una cerimonia nuziale, il matrimonio più bello al quale uno può partecipare con la possibilità non solo di baciare ma anche di gustare, degustare e raccontare gli sposi.

Tante perle legate insieme da un filo d'oro.

Commenti

Post popolari in questo blog

Nel 2017 il mondo ha perso un’area di foreste grande quanto l’Italia. L’indagine di Global forest watch

Un pericoloso salto all'indietro dell'agricoltura

La tavola di San Giuseppe