MENO TERRITORIO, PIU' INQUINAMENTO

La mia carriera politica è nata, a cavallo degli anni ’70, sull’immondizia di Firenze nel mezzo dei quartieri S. Quirico, Il Ronco e Le torri, in via Baccio da Montelupo, là dove c’era la Sede dell’A.S.N.U. (Azienda Speciale Nettezza Urbana), che, in mancanza di rinnovo del contratto con il comune di San Piero a Sieve, aveva trasformato il suo piazzale in una discarica a cielo aperto. Una montagna di “monnezza” in una zona di nuova espansione edilizia dove arrivavano i fiorentini del centro e di altri quartieri di Firenze, non lontano dall’Isolotto che, in quel periodo, viveva la fama di Don Mazzi.
In pochi giorni la montagna di “monnezza” aveva raggiunto l’altezza delle case, che da poco tempo si andavano riempiendo di famiglie.
La sezione del Pci di San Quirico e Legnaia mi ha invitato a partecipare, come suo rappresentante, a un’assemblea pubblica nella Casa del Popolo de Le torri, dove c’era la sede di una forte cellula della sezione stessa.
Il mio intervento, a nome della sezione, ha suscitato l’attenzione soprattutto delle donne presenti, in modo particolare delle nuove arrivate, fra le quali Gina, una delle tabaccaie che aveva affrontato con il suo petto ancora portentoso i fucili dei tedeschi e, insieme alle altre, li aveva respinti. Le donne non hanno paura quando hanno deciso il da farsi, diversamente dagli uomini, e questo loro coraggio, scoperto in quell’occasione, me lo porto dietro da sempre.
Questo mio ritorno indietro della memoria è dovuto alle notizie appena lette riferite a “Sblocca Italia” che, in verità sarebbe meglio dire, “Distruggi Italia”, visto che il programma, tra furti di territorio, favori alla criminalità organizzata e agli speculatori e nuova cementificazione, prevede anche la costruzione di nuovi inceneritori che, già allora, si sapeva che erano fortemente inquinanti.
La lotta, dopo tre giorni di blocco della raccolta dell’immondizia in tutta la città di Firenze, ha dato lo spunto all’allora giunta Bausi - contro il parere del movimento che era nato e che mi aveva nominato sul campo suo punto di rifermento impegnandomi nella sua guida dopo aver avuto il consenso della sezione - di dare incarico alla progettazione di un inceneritore a Campi Bisenzio lungo l’autostrada A1.
Un incarico che ha portato all’arresto dell’allora assessore Giannelli, accusato di aver preso tangenti dalla ditta costruttrice. Un’accusa destituita da ogni fondamenta tanto che Giannelli diventa uno dei collaboratori fidati dell’allora Ministro all’agricoltura, Marcora, da tutti riconosciuto il più bravo di tutti i Ministri che sono passati, prima e dopo, in via XX Settembre.
Un inceneritore che ha avuto vita breve: chiuso, poco tempo dopo che è stato inaugurato, dalle lotte dei cittadini di Campi e del territorio circostante perché fortemente inquinante. Tutti lo sanno, anche Renzi e i renzini lo sanno, ma il padrone di oggi, quello che ha preso il sopravvento sulla politica, non ammette discussioni nel momento in cui ha dato ordine di eseguire il suo volere.
Il capitalismo speculativo è, come sanno bene i neoliberisti del Pd che lo sostengono e lo promuovono, autoritario, assoluto, incapace di accettare il confronto dialettico che esisteva nel tempo dei grandi scontri.
Sono passati più di quarant’anni da quel mio primo impegno politico alla testa di un movimento spontaneo, che ha vinto con la forza dell’unità e della ragione questa prima sua battaglia importante e poi altre nel corso di quei primi anni ’70. Una battaglia che per me è rimasta una grande lezione di vita oltre che politica, combattuta anche contro il mal di stomaco del mio partito, parlo della federazione fiorentina del Pci.
Oggi, grazie a Renzi e al suo partito personale, il Pd, torna lo spettro dell’inceneritore e dei gas nocivi che emana contro la salute di interi territori, abitati o coltivati.
L’aspetto che mi preoccupa di queste scelte è che le vittime sacrificali di una politica che divora il bene più prezioso, il territorio, saranno le aree fino a ieri ritenute marginali, L’Appennino e il Sud con le Isole, ma quello che più mi disturba è la propaganda di questo governo a guida Renzi, che ha persino sorpassato quella del maestro Berlusconi. Sta rottamando il Paese e afferma che lo sta salvando. Riesce a mettere in risalto ogni iniziativa che annuncia di portare avanti, non importa se l’una in contrasto con l’altra.
In pratica  si ruba territorio con “sblocca Italia” e, in contemporanea annuncia, con o senza il suo Ministro, di rilanciare l’agricoltura puntando sulle sue eccellenze o, come nel caso dell’Expo 2015, di “nutrire il pianeta” con questi prodotti tipici di grande qualità e, poi, sostiene gli inceneritori che, con la loro costruzione, non solo sottraggono territorio che prima produceva cibo,  ma inquinano anche quello che rimane.
Solo demagogia che porta a pensare al gioco delle tre carte, con il giocatore che si avvale di fidati spalleggiatori, indispensabili per invogliare i creduloni a scommettere anche quando sanno di perdere.
Viene da credere che questa è arte!
pasqualedilena@gmail.com

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