LASCIATEMI SOGNARE

di Ro Marcenaro
la farfalla di Piacere Molise di Ro Marcenaro
Lasciatemi sognare. Lasciatemi progettare l'Italia degli agricoltori, dei paesaggisti, dei vignaioli e degli olivicoltori, dei produttori di tipicità eno-gastronomiche e artigianali, dei restauratori di monumenti. Lasciatemi sognare l' Italia deindustrializzata, disinquinata, ordinata, ripulita, valorizzata nelle sue peculiarità ambientali e produttive.
Lasciatemi sognare le coste decementificate, le scogliere destrutturate, le spiagge debalnearizzate, le acque disinquinate. Sogno un ritorno al passato? NO! sogno un ritorno al futuro, fatto di armonia e di benessere, di gusto e di eleganza, di profumi e di sapori, di ospitalità e di amicizia. Quando dico queste cose gli amici si dicono d'accordo salvo poi cominciare con i " Sì ma..." e allora occorre fare degli esempi, dare delle piccole dimostrazioni, far vedere che un mondo migliore è possibile.

Anni fa ci abbiamo provato con il grande agronomo, olivicoltore, scrittore e poeta Pasquale Di Lena, a Petacciato sulla costa adriatica lambita da un mare Adriatico caldo e pulito. 500 ettari di terreno agricolo da far diventare un Parco Agricolo, con colture che ridisegnassero il paesaggio, già dolcissimo per conto proprio, vigne, uliveti centenari, orti, pascoli, rustici in pietra bellissimi da destinare al turismo, sentieri, segnaletica, tre piccoli laghi, pecore, bovini, olio, vino, formaggi e quant'altro fosse stato possibile produrre da un territorio agricolo diventato paesaggio, turismo, poesia. Oggi quell'azienda agricola è al top di quella zona e non solo. Di Lena oggi dice: "Noi abbiamo apparecchiato la tavola, altri si sono accomodati a mangiare..." Pazienza.

C' è un territorio però, in provincia di Reggio Emilia, e ce ne sono a bizzeffe in Italia, che è assimilabile come bellezza paesaggistica, emergenze artistiche, qualità agricola, produzioni tipiche, possibilità termali, a quello molisano. E' la valle del Rio Fagiano che da Rondinara conduce attraversando il paesaggio quasi intatto del Querciolese fino a Regnano espandendosi  verso San Pietro da una parte e verso Santa Maria di Castello dall'altra, vantando anche la presenza del Castello di Viano, di quello di Querciola, della termalità di Regnano. E' zona di produzione pregiata per il Parmigiano Reggiano. Gli ampi fianchi delle colline possono ospitare frutteti, oliveti, vigne, pascoli per ovini e capre. Il fondo valle potrebbe ospitare tre invasi di  piccole dimensioni trattenendo le acque del rio Fagiano che durante gli inverni scendono copiose dagli impluvi., che potrebbero ospitare attività balneari e di pesca sportiva.
Oltre al Parmigiano Reggiano - la latteria di Tabiano è già operativa con una produzione di altissima qualità - potrebbero diventare nel giro di pochi anni produzioni tipiche della valle l' olio extravergine di oliva, la frutta (mele, pere, pesche, prugne, albicocche, marasche, noci, nocciole, frutti di bosco,) distillati e infusi ( progettare un nocino tipico), funghi ( chiodini, morchelle, champignon, pleuroti ), tartufi neri che rappresentano una peculiarità del comune di Viano fino a farlo eleggerlo Città del Tartufo non ultimo fra le altre 45 città del Tartufo italiane! Una cooperativa creata appositamente potrebbe incaricarsi della confezione e della commercializzazione dei prodotti sia freschi che elaborati.
Altre produzioni tipiche potrebbero riguardare il settore caseario, con saporiti formaggi ovini e caprini freschi e stagionati, e la commercializzazione del prodotto tradizionale delle barzigole, una specialità che affonda le sue radici in epoca longobarda e bizantina  quando si usava conservare le carni degli ovini anche sotto forma di prosciutti, i purtroppo dimenticati "violini" tipici di Valestra ma molto in uso anche nel Querciolese e nella valle del Tresinaro. A margine la produzione di salumi e di insaccati di maiale da tipicizzare nelle forme e nelle dimensioni insieme alla produzione di un pane e di una focaccia tipici: non dimentichiamo che Carpineti e Valestra , con  i loro celebri pani, sono a un tiro di schioppo e non vi è motivo per non creare con le farine dei numerosi campi di grano della Val Fagiano un pane da rendere altrettanto tipico. 
Questa visione di uno sfruttamento omogeneo di un territorio agricolo costituirebbe un primo esempio di quello che definisco PARCO AGRICOLO, connnotato dal marchio QUERCIOLA da estendere a tutti i prodotti dell'area in questione. Tre centri vendita potrebbero essere organizzati a Fagiano, a Regnano e a Viano.  Dovunque sul territorio una segnaletica che indirizzi alle emergenze culturali e ai luoghi di consumo dei prodotti tipici che potrebbero essere individuati presso gli agricoltori, presso i produttori e, nella stagione da aprile a ottobre, in capanni tipici gestiti da giovani come si usa nelle zone di produzione del prosciutto di San Daniele. 

Una rete ciclabile dovrebbe essere realizzata per favorire il cicloturismo già molto attivo nella zona. Interdetto dovunque l' uso delle auto salvo quelle dei residenti e delle auto di servizio.

Potrebbe essere organizzato invece un servizio di trasporto pubblico su calesse.

Alberi ornamentale ( cipressi, querce, olmi, carpini ) dovrebbero sottolineare i percorsi ciclabili ben segnalati e ricchi di informazioni tabellari.

Alla fine uno potrebbe dire: ma perché non ne parli con il ministro, con l' assessore, con qualcuno che conta? Appunto: è quel " che conta " che mi trattiene. L' esperienza mi insegna che se questa categoria di persone non vede il tornaconto finanziario non muove un dito e ti tratta come uno che gli fa perdere tempo. Il problema è proprio in quel "finanziario". Questa è una intuizione che si può sviluppare solo se si sostituisce al termine " finanza " la parola " economia ".
La differenza è che " finanziario" soddisfa gli appetiti di piccole e voraci oligarchie, mentre " economico" riguarda uno sterminio di persone. Io vedo profitti leciti per l' agricoltore che vede valorizzati sotto i suoi stessi occhi i suoi prodotti che non vanno a finire nel tritacarne del consumo per il consumo, ma li vede trasformati, valorizzati, richiesti per quel che sono.
Cioè prodotti tipici! Per i  vari trasformatori di materie prime: i caseari, i panificatori, i macellai, i pasticcieri, i fruttivendoli, gli ortolani, i pastori, i ristoratori, le guide turistiche, gli addetti alla manutenzione della viabilità, i costruttori di infrastrutture... Per gli addetti culturali per l'organizzazione di mostre e spettacoli, per gli autori di pubblicazioni più o meno didattiche. Tutti coinvolti in un sistema " Querciola " per dare qualità, bellezza e cultura! Insomma un risorgere di economie che la frustrazione del " finanziario " ha mortificato e disatteso.

i disegni sono di Ro Marcenaro

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