SALVARE L'OLIVICOLTURA ITALIANA E LA SUA RICCA BIODIVERSITA'

Riporto la mia email di risposta all'invito  che mi ha inviato il rappresentante di l'Agrimolla Iberia cioè, come lui ci tiene a sottolineare, "lazienda vivaistica storica, leader nel campo dell'olivicoltura superintensiva", di partecipare a una manifestazione di presentazione dei "grandi" risultati ottenuti con solo due varietà classiche della Spagna "Arbequina" e "Arbosana" che, con l'olivicoltura intensiva, sono destinate a colonizzare l'olivicoltura mondiale, a partire da quella italiana.
Alla faccia del nostro straordinario patrimonio di biodiversità che ci vede leader assoluti nel mondo con oltre 500 varietà autoctone, pari al doppio del patrimonio mondiale.
Faccio appello a quanti hanno a cuore questo patrimonio soprattutto nostro, ma anche di altri paesi del Mediterraneo (la Spagna compresa), a contrastare un disegno dei padroni dell'olio, fra i quali anche i titolari dell'Agrimolla Iberia, che è quello di azzerare le differenze, le diversità, cioè i valori, come il dialetto, la lingua, le tradizioni che, come si sa, sono le espressioni più autentiche di un territorio insiema all'ambiente ed ai paesaggi. Le diversità di cui si nutre l'uomo per non sentirsi trasformare in un oggetto di puro consumismo guidato da altri.
Senza la divessità non c'è libertà.
Rivolgo questo appello agli olivicoltori italianai e alle loro associazioni, consorzi, cooperative, Unioni; alle organizzazioni professionali - in primo luogo la CIA ed l'Associazione Nazionale delle Città dell'Olio, che hanno condiviso con me il progetto "Olivoteca d'Italia", l'oliveto della biodiversità, con le città dell'olio impegnate nella difesa del paesaggio olivicolo - alle Università, al mondo dell'enogastronomia; agli organi di informazione; agli uomini di cultura ed alle istituzioni i vari livelli, perchè tutt'insieme si adoperino a non far passare questo tentativo di colonizzazione dei nostri territori olivetati.  
Serve attivare subito tutte le azioni di informazione e controinformazione.
Serve altresì realizzare progetti atti a dare spazio alla biodiversità, alla ricchezza organolettica degli oli prodotti, alla salvaguardia dei gusti e delle tradizioni con le mille cucine espresse e segnate dall'olio.
Si tratta di bloccare subito questo disegno che non aiuta la nostra olivicoltura ma a limitarla fortemente dando ai territori identità uniformi sotto ogni aspetto.
Ed ecco la mia email di immediata risposta al rappresentante della ditta spagnola che, volentieri, pongo alla vostra attenzione.
 
Egregio Dr. Rutigliano,
grazie per l’invito ma non ci sarò.
E’ l’inizio della colonizzazione della nostra olivicoltura da parte della Spagna con il rischio dell’abbandono dei nostri oliveti marginali che sono tanta parte della olivicoltura italiana e di quel straordinario patrimonio di biodiversità olivicola che è, questo sì, il nostro vero futuro.
I miei saluti
Pasquale Di Lena
Sent: Friday, November 16, 2012 7:36 AM
To: Undisclosed recipients:
Subject: Incontro olivicoltura superintensiva
L'Agromillora Iberia, azienda vivaistica storica, leader nel campo dell'olivicoltura superintensiva è lieta di invitarla alla manifestazione, OLIO IN CAMPO, dalla raccolta delle olive alla spremitura in frantoio, presso BORGO INCORONATA (FG), che si terrà domani 17 novembre 2012, a partire dalle ore 9, presso l'azienda CERICOLA EMILIA.
Al termine della raccolta presso il frantoio aziendale sarà possibile degustare gli ottimi oli prodotti dalle olive prodotte di ARBEQUINA e ARBOSANA.
DISTINTI SALUTI.
GIUSEPPE RUTIGLIANO
Dott. Agr. Giuseppe Rutigliano
grutigliano@agromillora.com
cell: 3493688165

Commenti

  1. Bravo Pasquale!
    complimenti per la presa di posizione e spero che il tuo allarme trovi orecchie attente fra i politici nazionali e al Ministero.
    Per quanto mi rigurada faccio girare la tua lettera a quangte più perosne posiibile.
    Un caro saluto
    Domenico D'Amico - Rho

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  2. Complimenti Pasquale la tua risposta ti fa onore e dà speranza ai tanti attori del mondo dell'olivicoltura, ai tanti olivicoltori e frantoiani che credono nella qualità e biodiversità olivicola che identifica i nostri territori, le nostre tradizioni e la nostra cultura.
    Siamo come Davide contro Golia, ma se reagiamo tutti insieme contro lo strapotere di chi in nome del dio denaro si crede padrone di imporci gusti che non sono nostri possiamo farcela.
    Altrimenti questo è solo l'inizio della fine.
    Divulgherò senz'altro la tua lettera.
    Un cordiale saluto Giorgio Tamaro

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  3. Grazie Pasquale, mi farò portavoce del problema presso i piccoli produttori che, come me, fanno fatica a portare avanti la produzione dell'olio da quelle olive, magari secolari, che hanno piantato i nostri nonni.
    Un caro saluto
    Antonio De Blasio

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  4. vi sono grato amici per quello che avete scritto e per l'iniziativa di divulgare il post

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