Pier Luigi Vigna

L’abbiamo visto in più di un’occasione ma non abbiamo mai avuto il piacere di stringergli la mano e dirgli grazie per tutto quello che faceva in quel periodo così difficile e duro (gli anni di piombo) segnato dal terrorismo e da stragi come quella di Empoli ad opera del fascista Mario Tuti, del treno 904 nel giorno prima di Natale o dei  Georgofoli che ha visto all’opera la mafia.

Parliamo di Pier Luigi Vigna a lungo procuratore della Repubblica a Firenze e poi Procuratore capo dell’Antimafia con risultati importanti. Lo salutiamo ora appena abbiamo saputo della sua morte (79 anni) per colpa di un tumore che lo ha accompagnato negli ultimi anni.

Di Vigna galantuomo ci ha parlato più volte Silvio, allora fidanzato, poi marito, di Elda Vincelli di Larino che, con le sorelle Marilena e Antonietta, il fratello Francesco, viveva a Firenze nel popolare quartiere di S. Frediano.

Era orgoglioso, quale agente della Polizia dello Stato, di essergli a fianco e di proteggerlo insieme con la scorta.

Silvio (Silvestro Picchi), diventato ispettore di polizia, ha scritto un libro “Quasi per caso – la mia vita in polizia e gli anni di piombo”, pubblicato lo scorso anno dalla Sarnus di Firenze, nella collana “Diari e memorie”, con la prefazione del suo grande procuratore della Repubblica e amico, Pier Luigi Vigna di Borgo San Lorenzo nel Mugello, comune confinante con Vicchio la patria di Giotto e Beato Angelico, famosa anche per la “Scuola di Barbiana”, fondata da Don Milani, descritta nel libro Lettera a una professoressa, che ha avuto un grande successo e che vale ancora leggere.

Lasciamo a Silvio il compito di parlare del Procuratore Vigna “..mio grande amico, che a quel tempo iniziava brillantemente la sua carriera come procuratore. Egli – scrive Silvio -ha costantemente dato prova del suo straordinario acume investigativo in importanti e famose indagini, come quelle sul terrorismo e sul mostro di Firenze, senza dimenticare quelle sulla criminalità organizzata, sul traffico internazionale di stupefacenti e sulle stragi mafiose del 1993° partire da quella di Firenze (via dei Georgofili, n.d,r,)…..ha scritto inoltre ottimi manuali di procedura che tuttora usiamo nelle scuole di Polizia”……”Sono orgoglioso –continua Silvio –di essere ancora in amicizia con una persona di così alto profilo. Al di là delle indiscusse qualità di magistrato, egli resta un grande uomo”….”Vigna –afferma Silvio – era uno di noi”….”Sapere di essere guidati – conclude l’autore del bel libro che racconta la sua vita vissuta e il suo amore per il corpo di appartenenza – da un magistrato così capace ci dava sicurezza e serenità”.

La serenità con cui ha saputo affrontare la terribile malattia che ha consumato la vita del bravo magistrato.

Inchiniamo il capo di fronte a un uomo che è riuscito ad essere un esempio e punto di riferimento della legalità in questo Paese che – speriamo d sbagliare - ha perso la memoria.

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