La rapida espansione urbana minaccia la biodiversità e i pozzi di carbonio della Terra

Entro il 2030, ogni giorno verrà trasformata una superficie pari a 20.000 campi da football americano.  
Cina ed India guidano la crescita. In Africa l'urbanizzazione più rapida
 
[ 19 settembre 2012 ] da greenreport



Proceedings of the National Academy of Sciences (Pnas) pubblica un preoccupante studio, "Global Forecasts of Urban Expansion to 2030 and Direct Impacts on Biodiversity and Carbon Pools" nel quale un team di ricercatori statunitensi delle università di Yale, Texas e Boston sottolineano che l'urbanizzazione minaccia la biodiversità e la produttività degli ecosistemi attraverso la perdita di habitat, la diminuzione della biomassae il calo della capacità di stoccaggio del carbonio. «Tuttavia, nonostante le proiezioni che le popolazioni urbane del mondo aumenteranno di quasi 5 miliardi nel 2030, poco si sa sulle futura collocazione, sulle grandezze, e sui tassi dell'espansione urbana».

I ricercatori hanno esaminato i modelli storici di crescita della popolazione e dell'espansione urbana, hanno utilizzato le previsioni dell' Intergovernmental Panel on Climate Change e ei dati sul prodotto interno lordo e le proiezioni Onu sulla crescita della popolazione urbana. Lo studio sviluppa previsioni probabilistiche sulla copertura globale e cambiamento dei suoli da espansione urbana e prevede il loro impatto diretto sugli hot spot della biodiversità e sul carbonio nella biomassa tropicale.

 Il risultato è sconfortante: «Se le tendenza attuale nella densità di popolazione continuano e tutte le aree con alte probabilità di espansione urbana subiranno tale modifica, entro il 2030, la copertura del suolo urbano aumenterà di 1,2 milioni km 2, triplicando quasi la superficie globale di territorio urbano che esisteva circa nel 2000. Questo aumento si tradurrebbe in una considerevole perdita di habitat negli hot spot chiave della biodiversità, dato che i più alti tassi di crescita urbana si verificheranno in regioni che nel 2000 erano relativamente indisturbate dallo viluppo urbano: l'Eastern Afromontane, le foreste della Guinea dell'Africa Occidentale, il Western Ghats (India) e gli hot spot dello Sri Lanka».
Esiste una piccola finestra di opportunità per impedire che questo accada, pianificando lo sviluppo delle città a livello mondiale prima che il boom della costruzione e delle infrastrutture trasformi in cemento ancora molta altra natura: di qui al 2030, una superficie pari a 20.000 campi da football americano verrà trasformata ogni giorno. L'università di Yale spiega che «La crescita delle aree urbane coinciderà con la costruzione di strade ed edifici, infrastrutture idriche e igienico-sanitarie, e dei sistemi energetici e di trasporto che trasformeranno e ricopriranno la terra di le città a livello mondiale». Stime recenti indicano che, entro il 2030, saranno spesi per tutto il mondo per le infrastrutture tra i 25.000 e 30.000 miliardi dollari, con 100 miliardi all'anno nella sola Cina.
Karen Seto, leader del gruppo di autori dello studio, che insegna ambiente urbano alla Yale school of forestry & environmental studies, spiega che «Data la lunga vita e la sostanziale l'irreversibilità degli investimenti nelle infrastrutture, che saranno fondamentali per le attuali politiche riguardanti l'urbanizzazione, è importane prendere in considerazione il loro impatto durevole. Abbiamo una grande opportunità per dare forma a come le città si sviluppano ed al loro impatto ambientale».
Quasi la metà dell'aumento dell'espansione dei centri urbani dovrebbe avvenire in Asia, con la Cina e l'India che assorbiranno il 55% dell'intera crescita urbana asiatica. In Cina, l'espansione urbana creerà un corridoio urbano costiero unico, lungo 1.100 miglia, da Hangzhou a Shenyang. In India, l'espansione urbana si concentrerà intorno alle capitali di 7 dei suoi Stati, con basse probabilità di crescita previste per la regione dell'Himalaya.
Ma il continente dove l'occupazione di suolo da parte delle città sarà più veloce è l'Africa: l'urbanizzazione nel 2030 aumenterà del 590% sui livelli del 2000 e occuperà 16.000 miglia quadrate. L'espansione urbana africana si concentrerà in cinque regioni: il fiume Nilo in Egitto, la costa occidentale del Golfo di Guinea, sulle rive settentrionali del Lago Vittoria in Kenya e Uganda, fino al Rwanda ed al Burundi, nella regione di Kano, nel nord Nigeria. e ad Addis Abeba, la capitale dell'Etiopia. La Seto sottolinea che «L'espansione urbana è concentrata solo in poche aree dove ci sono grandi città e l'industria. Ma anche la riva nord del Lago Vittoria, fino al Rwanda, è un hotspot importante dell' espansione urbana».
In Nord America, dove il 78% della popolazione vive già in aree urbane, la copertura del suolo urbano raddoppierà quasi di 96.000 miglia quadrate entro il 2030. Lo studio prevede inoltre che solo 48 dei 221 Paesi e Territori del mondo avranno quantità trascurabili di espansione urbana.
L'espansione urbana avrà comunque impatti significativi sugli hot spot della biodiversità in tutto il pianeta e Burak Güneralpdella Texas A&M University, avverte: «Dobbiamo ripensare le politiche di conservazione e che cosa significhi essere una città sostenibile. Non è tutto solo impronta del carbonio, che è quello che pensano adesso i sindaci e progettisti in genere, ma dobbiamo prendere in considerazione come l'espansione urbana avrà implicazioni per altre specie non umane e il valore di queste specie per le generazioni presenti e future».
L'espansione urbana sta già invadendo o distruggendo dli habitat di 139 specie di anfibi, 41 specie di mammiferi e 25 specie di uccelli che sono nella Lisa Rossa delle specie in pericolo di estinzione dell'Iucn.
Basandosi sull'independent space-borne Glas LiDar, I ricercatori stimano che la perdita di stoccaggio di Co2 da urbanizzazione rappresenterà il 5% di quella dovuta a deforestazione tropicale e aumenterà fortemente le emissioni di gas serra da modifica nell'uso dei suoli.
La Seto fa notare che «L'urbanizzazione viene spesso considerata una questione locale, tuttavia il nostro studio dimostra che l'impatto diretto della futura espansione urbana sugli hot spot della biodiversità e sui pozzi di carbonio del mondo sono significativi».
Lucy Hutyra del dipartimento di geografia ed ambiente della Boston University, conclude con una nota di ottimismo: «Nel corso dei prossimi decenni, il mondo sperimenterà un periodo di espansione urbana e di costruzione della città senza precedenti. Le sfide ambientali e sociali associate a questo saranno enormi enorme, ma lo sono anche le opportunità».

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