FUORI DAL MONDO

Non c’è da sperare in un cambiamento. Una coltura sedimentata è dura da rimuovere anche quando è la realtà a importelo.  Come si dice in puro dialetto larinese“lavà a cocce è u ciucce cé refunne accue e sapòne”.
La realtà che viviamo è pressata da una crisi di fondo che non ha possibilità di essere risolta se non cambiando il sistema, fallito da tempo, che si sta mangiando il mondo con una voracità propria di chi ha come solo obiettivo il profitto.
Anche i tecnici, dopo la grande accoppiata B&B, che non sta per “Bed and Breakfast”, cioè ospitalità con l’offerta d letto e colazione, ma per due persone che, quando erano insieme al governo di questo paese, hanno prodotto solo disastri, soprattutto morali e culturali, oltre a quelli economici. Ora, per fortuna nostra e delle nuove generazioni, mostrano di avere il fiatone.
Questi tecnici ci hanno anche provato a risolvere le situazioni, che si badi bene, loro hanno creato,  ma a male pena sono riusciti a tamponare una realtà, che sta diventando sempre più esplosiva e pericolosa perché tutto, prima o poi, succederà all’improvviso, come l’eruzione di un vulcano o un terremoto.
Stanno cercando di salvare il capitale sostenendo le banche che, però,  si guardano bene di sganciare credito  a sostegno delle imprese e della occupazione, con la disoccupazione giunta a un livello allarmante per la società e le nuove generazioni.
Sono capaci solo di dare i numeri  che, regolarmente, smentiscono il giorno dopo  e, intanto, la situazione ci  vede tutti più poveri  con i padroni sempre più ricchi sfondati e sempre più affamati  di profitto che è la loro unica e sola fissazione.
E il dato ancor più preoccupante è che ci stimolano a pensare che siamo ancora nel tempo delle vacche grasse, quando bastava prendere in mano i capezzoli, premere e tirare per riempire di latte il secchio.
E così che si continua a pensare,  a tutti i livelli, non alla programmazione, ma sempre e solo allo spreco delle risorse, con la stessa filosofia e progettualità di un tempo passato, che  le risorse le ha distrutte senza pensare minimamente al domani.
Per esempio – stante a  quanto abbiamo avuto modo di sentire, grazie a una finestra aperta per il troppo fumo  nelle stanze segrete della sanità – si stanno programmando, non progetti e programmi di rilancio della sanità molisana capaci di dare quelle risposte di cui la gente ha bisogno , ma nuovi ospedali o ristrutturazioni di quelli che diventeranno poliambulatori speciali, ma.
Si pensa, insomma,  alle strutture e non alla organizzazione generale della sanità che è la questione fondamentale.

Se è vero che alcune decine di milioni di euro sono destinati al Vietri di Larino,  noi vogliamo sperare che diano origine a tanti mini appartamenti  per pensionati. Una bella risposta a una domanda che c’è ed è pressante e, anche,una buona occasione per riempire gli enormi spazi vuoti e risparmiare, così, energie  che servono per riscaldare una struttura  che noi venti ci divertiamo di attraversare in lungo e in largo, sia quando il soffio è caldo sia quando è freddo.
 Non riusciamo a capire – ed è questo che ci assilla -  se chi ci governa e i tecnici insieme ai politici, non sanno o non vogliono sapere che le mammelle si sono seccate e non c’è più niente da mungere e da sperare, se non sulla propria capacità di sopportare i sacrifici che verranno richiesti e, che senza creatività e progettualità, i tempi che verranno saranno ancora più duri.
A vòreie

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