RIETI, UMBILICUS ITALIAE

06/08/2011  Rieti, Umbelicus ItaliaeEcco la descrizione del territorio reatino fatta da Pasquale di Lena nella pubblicazione “Taste Italy” distribuita a Tallinn ai numerosi operatori commerciali, giornalisti, rappresentanti istituzionali e sportivi appassionati che hanno visitato Casa Italia Atletica


Questo “centro d’Italia”, ogni anno, da quarant’anni, a cavallo dei mesi di agosto e settembre, torna ad essere, con la organizzazione di uno dei più importanti meeting di atletica leggera, tappa del nuovo circuito internazionale IAAF World Challenge, la capitale italiana dell’Atletica.

Una fama che si arricchirà di nuova immagine con lo svolgimento dei Campionati Europei Juniores 2013. Una stupenda occasione per conoscere una incantevole cittadina, tutta da vedere e da gustare, che il grande Marco Terenzio Marrone, uno dei suoi figli più illustri insieme con l’Imperatore Flavio Vespasiano, definì, nel I° sec. a. C., con l’appellativo “Umbelicus Italiae”.

A testimonianza di questa sua notorietà, che dura da millenni, una targa in marmo affissa nella piazzetta San Rufo, il punto in cui si intersecano gli assi geografici che la rendono centro d’Italia.

Reate, l’antica capitale, il nome che riporta a Rea Silvia la madre di Romolo e Remo e, con essa, al popolo dei Sabini, che ha impresso il carattere delle genti di questa piccola e deliziosa terra, considerata “madre” per il suo ruolo determinante nella nascita e nello sviluppo della romanità.

Oggi, come quando rappresentava il cuore della Sabina, Rieti è posta all’estremità di una pianura ampia, fertile, formatasi con il prosciugamento, ai tempi dei romani, del Lacus Velinus, verificatosi subito dopo l’apertura di un varco che ha dato origine alla Cascata delle Marmore, in provincia di Terni.

All’ombra del Terminillo, lontana solo 70 chilometri da Roma e, come tale, facile da raggiungere, Rieti è nota anche come “città giardino” per il verde che la colora in ogni dove, in particolare lungo il corso del Velino, il fiume che l’attraversa, con le sue acque trasparenti, poco dopo aver incrociato la strada consolare Salaria, l’antica via del sale, la quarta costruita in ordine di tempo, che collegava, e collega, Roma con l’Adriatico.

Ancora oggi Rieti raccoglie, entro le monumentali mura del XII e XIV secolo, la sua ricca storia, il suo passato e, in particolare, i suoi sei gruppi teatrali, tra i quali quello considerato fra i più belli d’Italia, il Teatro Comunale Flavio Vespasiano, uno splendore unico di architettura e un vero gioiello di acustica. Un teatro, ma anche una stupenda galleria d’arte, un luogo davvero magico che merita di essere visto e frequentato almeno una volta.

È Rieti la città capoluogo della più piccola delle cinque Province del Lazio, al centro di un territorio ricco di cultura, di monumenti, di borghi, di torri, di rocche, di conventi e di abbazie, tra le quali spicca quella di Farfa, del V sec. d.C., la più importante Abbazia benedettina, dal 1928 Monumento Nazionale, che, ancora oggi, esprime tutto il fascino della spiritualità e il ruolo di grande centro di cultura, con i suoi codici e una delle Biblioteche più fornite, ben 45.000 volumi.

Attraverso “Il cammino di Francesco”, nella Valle Santa, terra eletta a dimora dal poverello di Assisi, è possibile visitare i quattro santuari da lui edificati e, in uno di essi, posto in località la Foresta, trovare la stesura, nel 1226, de “Il Cantico delle Creature”, una lode a Dio, alla vita.

Un cammino che permette di godere la bellezza di paesaggi unici con montagne e colline, numerosi laghi naturali e artificiali, fiumi piccoli e grandi che segnano aree protette e riserve naturali e la bontà dei profumi e dei sapori. Oltre al Terminillo, la sua montagna per eccellenza, nota stazione sciistica, il Massiccio della Duchessa e le 14 cime oltre i 2.000 m. dei Monti della Laga.

Dal 1971, a cavallo dei mesi di agosto e settembre, Rieti è la capitale italiana dell’Atletica per essere sede di uno dei più importanti meeting di atletica leggera, tappa del nuovo circuito internazionale IAAF World Challenge.








OLIO “SABINA” DOP E SPAGHETTI ALLA AMATRICIANA


Rieti, grazie alla varietà dei territori, alla bontà dei prodotti di una terra incontaminata ed alla maestria delle donne, esprime, con la sua provincia, tradizioni culinarie molto interessanti e una cucina ricca di piatti, tra i quali spicca quello che, insieme a molti altri di altre regioni, onora la cucina italiana e rafforza l’immagine del Made in Italy, gli “Spaghetti alla Amatriciana”.

Dedicati al paese che confina con l’Abruzzo, deve la sua fama alle donne che hanno diffuso questa cultura nelle case della nobiltà romana, fino a farla diventare un patrimonio della ristorazione romana e, con essa, del mondo.

Ma è l’olio, da sempre, il filo conduttore della tavola reatina, sicuramente dal VI-VII secolo a.C., con i ritrovamenti di semi di olivi nei resti dell’antica Cures, sulla via Salaria, nella Sabina tiberina, sul colle a sud di Fara, citata da Cicerone, da Virgilio e altri scrittori dell’antica Roma anche per essere stata la città natale del primo e del quarto re di Roma, Numa Pompilio e suo nipote Anco Marzio.

Non lontano dai resti di Cures si trova uno dei millenari olivi, ancora oggi in piena vegetazione, come gli olivastri di Luras in Sardegna e i tanti “Patriarchi” che rendono magica la nostra stupenda Italia.

Chi scrive, presente alla prima audizione pubblica, ha avuto la fortuna di essere stato testimone del riconoscimento dell’Olio Extravergine di Oliva Sabina Dop. Un riconoscimento che ha fatto di quest’olio l’inizio di un percorso che oggi registra 39 oli Dop e 1 Igp, a dimostrazione della ricchezza produttiva e qualitativa dell’olivicoltura italiana.

L’olio Sabina Dop, ottenuto da una miscela di varietà autoctone che danno un buon fruttato ed un sapore armonico, vellutato, con caratteri organolettici che esprimono la sua bontà e peculiarità premiata anche dai consumatori, è insieme al valore storico, paesaggistico e culturale del suo territorio, il vero “genius loci” della Sabina madre.

Terra di transumanza, che riporta alla pastorizia, un’altra delle fonti principali delle sue tradizioni e di latticini e formaggi, ha nella Ricotta Romana Dop, che si produce anche nel resto della regione Lazio e nella delicatezza del delizioso “Fiore molle” di Leonessa, un pecorino aromatizzato allo zafferano, la preziosa spezia ottenuta dalla tostatura degli stigmi del fiore del Crocus sativus, la “polvere d’oro” che riporta al vicino Abruzzo, l’espressione alta dell’arte casearia,

Senza dimenticare l’altra eccellenza Igp del Lazio, l’Abbacchio Romano, che proprio in provincia di Rieti, soprattutto sui prati-pascolo naturali estesi sul Terminillo, si nutre di latte dalle ricche peculiarità qualitative.

Un numero alto di primi e di secondi completano l’offerta culinaria di questo territorio, con gli Spaghetti alla Amatriciana già citati, ma, anche, quelli alla carrettiera o le Stracciatelle in brodo; gli Strengozzi alla reatina; la Porchetta, famosa quella di Poggio Bustone; l’Abbacchio in guazzetto. Per chiudere in dolcezza, la Copeta, miele tra due foglie di alloro e i Terzetti alla reatina, non dimenticando le tre tipologie del vino Doc “Colli della Sabina”, un bianco a base di Trebbiano e Malvasia; un rosso e un rosato a base di Sangiovese e Montepulciano, i vitigni più rappresentativi del vigneto Italia.


PRODOTTI
DOP
Ricotta Romana
Oli Extravergine di Oliva “Sabina”
Pecorino Romano
Salamini Italiani alla Cacciatora

IGP
Mortadella Bologna
Abbacchio Romano
Vitellone Bianco dell’Appennino Centrale

VINI
DOC
Colli della Sabina

IGT
Lazio





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