MISERI

Sale e scende la borsa, sale e scende la paura tra i piccoli risparmiatori che non ancora sono stati prosciugati dei loro risparmi. Risparmi, badate bene, che servono a sfamare quei poveri cristiani di padroni che vivono come miseri paperoni in una delle tante megaville o su un super yacht (barconi di lusso superaccessoriate) in un dei tanti mari dove è frequente trovare anche il paradiso fiscale e, possibilmente, la liberalizzazione della droga e della prostituzione, in modo da potersi sfrenare fino al rimbambimento totale.

Miseri uomini che pensano di saper vivere, invece no, sanno solo dannarsi di esagerazioni e di esasperazioni. Non sono in galera perché si sono appropriati degli Stati ed hanno messo su governi piazzando i loro servitori più fidati. Salvo nel caso dei berlusconi che, unti da onnipotenza, governano direttamente senza intermediari ma solo con affamati ricattatori e servi vari.

Miseri uomini che stanno distruggendo paesi, affamando popoli, impoverendo la terra dei suoi beni primari come l’acqua e l’aria, e, l’uomo dei valori fondamentali per la convivenza civile e sociale, la libertà e il rispetto delle regole.

Povera gente, insomma, insieme a tutti quelli che li circondano inginocchiati e sempre più affamati.

Gente che non ha né ha patria né religione o credo, ma solo il denaro quale unico vangelo, sapendo che i soldi sono in grado di fare avere anche assoluzioni. Solo in terra! Almeno questo lo vogliamo sperare, sapendo che a tutto c’è un prezzo da pagare e che, un giorno, i nodi arrivano sempre al pettine, insomma c’è, da qualche parte, un giudice supremo.

Intanto il nostro bravo governo, tenuto in piedi dai “risparmi” di Berlusconi, si accanisce contro i poveri perché ha paura dei miseri e della loro capacità di vendetta. Non ha toccato nemmeno un euro di questi signori che hanno patrimoni immensi ovunque e soldi (tanti) non pagati allo Stato, che volano in uno dei tanti paradisi fiscali che, come si sa, sono stati inventati da loro.

Noi consigliamo ( a mesèrie vó u sfuoghe) di agire in contropiede e fare una colletta per questi miseri signori del mondo, prima che tolgono l’anima e la identità a miliardi di uomini.

Noi vènti siamo soliti consigliare ai poveri mortali - a quelli che credono nella poesia e nei valori; sanno vivere pienamente una gioia al pari di un dolore; mangiano poco ma sanno gustare; fanno l’amore senza droghe, se non quelle che la pelle sprigiona mediante i suoi profumi - di non lasciarsi incantare per non perdere il privilegio di provare la felicità. Anche se di tanto in tanto, l’importante è, però, provarla per capire che vale la pena vivere la vita nel modo più normale, possibilmente dandosi la mano, così come, noi vènti, facciamo da sempre quando ci incrociamo. Soffiare lentamente o forte, a seconda delle necessità, m soffiare perché è un nostro dovere farlo e, quando lo facciamo, un piacere che non sappiamo raccontare.

Come sempre siamo preoccupati per la città che più di ogni altro preferiamo e amiamo, Larino, dove sono in corso i grandi preparativi da parte di chi intende posizionarsi in questa campagna elettorale e vivere il proprio futuro politico, che va oltre le regionali.

C’è chi - ci è stato riferito - avrà di sicuro come premio la candidatura per avere collaborato alla chiusura dell’ospedale. Bello e significativo il suo invito ai larinesi a votarlo “nel momento in cui sarò in grado di sussurrare nell’orecchio di Iorio, lo convincerò a salvare l’ospedale. Parola mia”.

Una poesia più che un invito e, se è vero quello che diceva ieri su un quotidiano Iannacci che la poesia salverà il mondo (noi vénti che la poesia la respiriamo ogni giorno siamo certi che è così), questo futuro candidato sarà di sicuro quello che salverà l’ospedale. Solo che è già chiuso e lui, anche se lo sa, fa finta di non saperlo.

A Vòreie



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